di Angelo Sessa
I castelli italiani sono una grande risorsa culturale non riproducibile e a numero finito. Questo tipo di costruzione è sorto soltanto in Europa (salvo alcuni esempi in Medio Oriente all’epoca delle crociate e dei regni cristiani) in un periodo ben determinato. In totale, in Italia, le rocche sono circa 750 di cui 23 nelle province di Parma e Piacenza. Le due province emiliane hanno deciso di trasformare questo patrimonio storico in risorsa anche economica, mettendo a sistema i loro castelli e facendo ruotare intorno ad essi tutta una serie di iniziative, molte delle quali legate ai prodotti e alla tradizione enogastronomica locale. E’ nato, così, l marchio “Castelli del Ducato di Parma” che rappresenta il circuito dei 23 castelli dall’Appennino al Po, tutti aperti al pubblico, arredati e affrescati.
Rocca di Sala Baganza
La Rocca di Sala Baganza è un lungo parallelepipedo chiuso agli estremi dai resti di due torrioni. Originariamente voluta dalla famiglia Sanvitale, diventò dimora ducale prima della famiglia Farnese e poi dei Borbone. Gli affreschi cinquecenteschi sono di Baglione, Procaccini e Samacchini. Le sale oggi ospitano una mostra permanente di scultura dell’artista Jucci Ugolotti.
Corte di Giarola e i Musei dedicati alla gastronomia
Originaria del periodo tra tardo romano e alto medioevo, Giarola fu donata nell’XI secolo al Monastero di San Paolo e crebbe di importanza economica e strategica. Nel 1811 arrivò la confisca dei beni e la vendita a privati.Nelle antiche stalle della Corte è stato realizzato un interessantissimo museo: il Museo del Pomodoro e della Pasta. Il Museo del Pomodoro è un museo etnografico, sorto in una zona storicamente vocata alla produzione e alla trasformazione del pomodoro, in Provincia di Parma. L’allestimento, organizzato in sette sezioni tematiche parte con il racconto della storia, con l’arrivo del pomodoro in Europa nel 1500 e la sua successiva diffusione nella cultura alimentare; prosegue con la sezione che illustra lo sviluppo dell’industria di trasformazione nella realtà economica di Parma: dal prodotto secco alla conserva, dai concentrati alle passate, dai sughi pronti ai succhi da bere. La terza mostra lo sviluppo delle tecnologie produttive e la quarta affronta la tematica del prodotto finito e degli imballaggi. La quinta sezione si dedica allo sviluppo dell’industria meccanica e la sesta racconta i protagonisti e i lavori in fabbrica. Chiude il percorso la la cultura del Mondo del Pomodoro con pubblicità, citazioni, dipinti, sculture e ricette, fino ad arrivare al matrimonio con la pasta e la pizza.
Al piano superiore si trova la sezione dedicata alla storia della Pasta. La pasta secca di semola di grano duro, di origine mediorientale, ha trovato in Italia la patria d’elezione, sviluppandosi nei secoli in diverse aree del Paese: in Sicilia, in Liguria, a Napoli, a Bologna. Il legame tra la pasta e il territorio di Parma ha origine nell’Ottocento quando inizia l’attività di Barilla e con essa si consolida il ruolo di questa porzione della Pianura Padana nell’industria della produzione, trasformazione e conservazione alimentare. Ed è proprio con Barilla che inizia la storia di questo museo che accoglie, infatti, anche parte degli oggetti e delle macchine che Pietro Barilla raccolse per creare una collezione che raccontasse la pasta e la sua evoluzione industriale.
Rocca Sanvitale a Fontanellato
La Rocca Sanvitale è un’imponente fortezza al centro della cittadina di Fontanellato. La rocca è stata eretta nel XIV secolo su un preesistente edificio del XII secolo. Nel corso dei secoli è stata trasformata da fortezza difensiva a residenza dei Conti Sanvitale che l’hanno poi abitata per circa sei secoli. Il castello ha pianta quadrata con quattro torri angolari ed è circondata da un ampio fossato, alimentato un tempo dall’acqua di una risorgiva; l’entrata nel cortile interno avviene attraverso un ponte levatoio.Nel torrione meridionale è posta una sala un tempo addetta a carcere che contiene uno schermo concavo su cui con gioco di prismi vengono filtrati i raggi di luce provenienti da una feritoia proiettano le immagini della piazza. Un divertimento dei Sanvitale che tuttora stupisce i turisti.
Nelle numerose sale arredate si possono vedere preziosi mobili d’epoca, i ritratti della famiglia Sanvitale del XVII e XIX secolo (sala dei Sanvitale), ritratti dei Farnese del Settecento (sala dei Farnese), dipinti di Giovan Francesco Nuvolone e Jean Sons (sala dei dipinti religiosi) e una sala dipinta a grottesche da Giovanni Gaibazzi e Giuseppe Bossi nel 1861.
Il capolavoro giovanile del Parmigianino
Il gioiello più prezioso della Rocca di Fontanellato è la “Saletta di Diana e Atteone”, dipinta nel 1523-1524 da Francesco Mazzola, detto il Parmigianino, per il conte Galeazzo Sanvitale e sua moglie Paola Gonzaga. In quattordici lunette è raffigurato il mito di Diana e Atteone, tratto dalle “Metamorfosi” di Ovidio. Una metafora mitologica del destino toccato ai committenti con la morte del loro figlio primogenito, accettata con cristiana rassegnazione sintetizzata dalla monito “Respice finem”, un invito a guardare al “fine” dell’esistenza umana, cioè Dio.
Antica Corte Pallavicina
La Corte Pallavicina è una roccaforte gentile affacciata sul Po, regno della cucina gastrofluviale con le più antiche cantine d’Italia per la stagionatura dei Culatelli, prenotati persino dal Principe Carlo d’Inghilterra e dal Principe Alberto di Monaco. Dopo un accurato restauro è tornata agli antichi splendori e nelle cantine a stagionare un gran numero di Culatelli, di Parmigiano Reggiano e di vini. Ai piani superiori dell’Antica Corte Pallavicina arredi d’epoca, oggetti d’arte, suppellettili uniche custodiscono storie di famiglia. All’interno della Corte si trova il ristorante gourmet dei fratelli Spigaroli che ha ricevuto la Stella della Guida Michelin 2011.