L’Imposta di Soggiorno, oggi attiva in 724 Comuni – che diventeranno 941 a novembre con l’avvio della tassazione ai turisti che soggiorneranno nelle strutture ricettive della Provincia di Trento – permetterà alle stesse Amministrazioni Comunali di incassare circa 424 milioni di Euro, ai quali vanno aggiunti i 10 milioni di Euro di incasso che otterranno i 24 Comuni nei quali si paga, già ora, la tassa di sbarco.
“Tra le questioni irrisolte su tale imposta vi è, di certo, l’analisi reale degli investimenti realizzati con tale imposta – afferma Filippo Donati, Presidente Nazionale Assohotel – Infatti, sebbene esista da regolamento un ‘vincolo di destinazione’ dei proventi.
Assohotel Nazionale propone il “DECALOGO” per una corretta gestione dell’imposta di soggiorno. “Si tratta di una sorta di vademecum – afferma Massimo Feruzzi, Amministratore Unico di JFC, società che cura l’Osservatorio Nazionale della Tassa di Soggiorno ed estensore del Decalogo – che indica ad Amministrazioni Comunali ed operatori quali step seguire prima di introdurre l’Imposta di Soggiorno, al fine di limitare i danni. Il Decalogo è composto da 5 regole “interne” (azioni-guida per l’Amministrazione) e da 5 regole “esterne” (azioni-guida per il mercato)”.
5 regole “interne”: comunicare l’intenzione di istituire l’imposta con almeno 12 mesi di anticipo,definire con le associazioni/operatori del sistema turistico dove investire i proventi dell’impost, creare un tavolo di coordinamento locale che si riunisca periodicamente, investire almeno il 70% in ambito strettamente turistico,fornire ogni anno – alla comunità turistica – un preciso rendiconto circa l’utilizzo dei proventi dell’imposta
E 5 regole per comunicare con gli ospiti tra cui annunciare sempre che vi è l’imposta di soggiorno e quantificarla e chiarire dove saranno investiti i loro soldi