di Liliana Comandè

Lascio o raddoppio le perdite? Il settore è più che mai sull’orlo di un baratro.

Da troppi anni, ormai, il settore turistico è letteralmente “sotto un bagno di sangue”. Non passa giorno che piccole agenzie chiudano o ridimensionino il personale. Le speranze di una ripresa, dopo periodi neri, sono svanite con gli ultimi episodi terroristici. Le disdette di chi aveva prenotato viaggi nell’immediato, e anche per Capodanno, sono fioccate nelle agenzie in numero rilevante. Oggi più che mai si devono fare i conti con il clima di paura che impedisce a molte persone di pensare di lasciare il nostro paese per destinazioni estere.

 

La paura è irrazionale, lo sappiamo bene, e questo fa sì che le persone non si sentano tranquille di stare neppure in un aeroporto. Io mi trovavo a Sharm el Sheikh quando è precipitato l’aereo russo 23 minuti dopo il decollo e devo dire, con tutta onestà, che le misure adottate dal Governo inglese e da quello russo non sono state prese di buon grado da chi stava trascorrendo una vacanza nella località del Mar Rosso. Soprattutto gli inglesi che non capivano il perché del forzato rientro nel loro paese visto che l’aereo preso di mira dai terroristi era russo.

 

Gli alberghi aveva incominciato a vuotarsi e la preoccupazione di chi lavorava negli hotel era palpabile e non priva di fondamento. La stessa cosa avveniva in Italia nel momento in cui sono stati sospesi i voli di easyjet da Milano su Sharm el Sheikh e i charter annullati. Di nuovo agenzie di viaggio e tour operator nel panico per questo nuovo stop per una destinazione che aveva dato “da mangiare” a tutti negli anni d’oro e che, da tempo, stentava a decollare come prima.

 

Io sono diventata fatalista e, francamente, nessuno a Sharm aveva paura. La sera tutti passeggiavano a Naama Bay e sedevano ai vari caffè e ristoranti. Come giornalista ho intervistato un bel po’ di turisti e nessuno ha mostrato ansia o voglia di rientrare a casa, anche gli italiani che si trovavano lì.
Ma i guai sembrano non finire mai e l’attentato a Parigi ha dato il colpo di grazia ad una già più che traballante situazione. Chiaramente sono dispiaciuta per tutte le vittime, senza distinzione di nazionalità, ma qui devo parlare della gravissima crisi che, anziché finire, sta portando alla ulteriore chiusura di tante imprese. Le agenzie di viaggio sono desolatamente vuote e le poche prenotazioni sono “faticose” da chiudere. Le disdette per i viaggi già confermati non hanno fatto altro che accrescere uno stato di insicurezza e di timore negli agenti di viaggio.

 

A proposito, ma le disdette sono pervenute alle OLTA e nella stessa misura in cui sono arrivate alle agenzie tradizionali?
Quale sarà, a breve, la situazione nel nostro comparto? E come se ne potrà uscire anche questa volta (sempre che se ne posa uscire!)?
Come si potranno affrontare ulteriori sacrifici dal momento che le risorse economiche non sono più quelle di prima e le casse “piangono” da tempo? Per quanto, ancora, si potrà andare avanti con spirito ottimistico? Gli scenari mondiali che si stanno prefigurando non inducono di certo ad essere positivi, anche perché la paura sta penalizzando l’outgoing in maniera troppo “pesante”.
C’è chi si è “riciclato” in altri settori o nel turismo sotto un’altra veste (non so con quanto successo e con quanta entrata economica), ma tutti i superstiti di questo logorante “tira e molla” come reagiranno adesso che il futuro sembra aver sbarrato la porta?
Restare ed aspettare gli eventi o fare dei calcoli e controllare quante finanze ci sono in cassa per resistere o decidere di chiudere definitivamente con questo settore ballerino?
Molti anni fa c’era uno sceneggiato televisivo dal titolo “E le stelle stanno a guardare…” tratto da un romanzo di Archibald Joseph Cronin, ecco, oltre alle stelle che non possono fare nulla per il turismo, chi c’è in questo momento che può risollevare le sorti del comparto o aiutarlo in un momento così difficile?
Chi è che sta solo a guardare perché ha le mani legate, o chi è che può fare qualcosa ma non è interessato neppure a muovere un dito?
Il settore agenziale e del tour operating è oggi sull’orlo di un precipizio…ma c’è chi fa ancora finta di non accorgersene.