di Liliana Comandè.
Che bello questo settore nel quale i fortunati che ci lavorano possono fare tutti i viaggi che vogliono pagando quasi niente! Che bella vita fare voi che sapete tutto sulle destinazioni che vendete perché le avete viste quasi tutte! Ecco, questo è ciò che, di solito, pensano le persone che “vedono da lontano” il settore, e gli studenti che scelgono di studiare presso gli Istituti Tecnici per il Turismo.
Sicuramente può anche essere vero, in parte, il fatto che chi lavora nelle agenzie di viaggio abbia più opportunità di viaggiare a prezzi scontati grazie alle tariffe Interline e agli educational organizzati dai T.O.. Quello che non sanno, però, è che il turismo è un comparto in gravissime difficoltà e, forse, avrebbero fatto meglio a pensare a qualche altra scuola e a un differente lavoro.
Nonostante si continui a dire che la Bit sia andata bene (ma gli espositori hanno confermato il contrario!), nonostante l’affanno delle prenotazioni continui a persistere, tutto procede come al solito. Sui Social Network ci si continua a lamentare, si continua a dire che ci vorrebbe unità e che bisognerebbe fare qualcosa. Tante belle parole, tanti bei proponimenti ma, alla fine, tutto rimane immutato.
Il settore continua a mostrare tutta la sua fragilità e quanto non conti ancora niente per le nostre istituzioni. Da un momento all’altro e senza avvisaglie tutto si ferma e non c’è possibilità di recuperare quel che è andato perduto o di far riavviare il mercato. Il mondo si è “ristretto” e le destinazioni considerate sicure diventano sempre meno.
Da anni andiamo ripetendo che l’etica professionale è diventata sempre più un termine astratto. Ognuno mette in pratica il detto “si salvi chi può” e lo fa anche a scapito degli altri. C’è ormai di tutto in questa specie di giungla: operatori che “bypassano” l’ADV e trattano direttamente con il cliente finale; siti Internet – così tanto pubblicizzati dai media – nei quali si trova di tutto e anche di più per l’organizzazione dei viaggi on-line; compagnie aeree che applicano ai clienti, che prenotano sempre in Internet, sconti superiori rispetto a quelli che poi praticano ai dettaglianti; albergatori o proprietari di agriturismi che cercano di fidelizzare il cliente mandato da un’agenzia (attraverso biglietti di auguri, riduzioni di prezzo se prenotano direttamente con la struttura); improvvisati agenti di viaggi che organizzano gruppi e gruppetti direttamente con i T.O. ,risultando sempre vincenti rispetto ai veri ADV perché, non avendo alcun genere di spesa, si permettono di praticare prezzi più bassi; furbi clienti che si fanno preparare nelle agenzie più preventivi di viaggio, con tanto di nomi di alberghi, e poi se li organizzano da soli avendo tutto il materiale necessario per il “fai da te”; vettori e T. O. che abbassano le percentuali delle già misere commissioni invece di aumentare le tariffe di quei 2 o 3 punti che decurtano, però, agli ADV. E poi, la “barzelletta dell’adeguamento valutario che viene applicato sin da quando il petrolio costava US$ 150 al barile e oggi oscilla fra i 30$, e l’ultima, in ordine di “porcherie”, l’Iva che i T.O. vogliono applicare sulle commissioni alle ADV, così l’incasso dei dettaglianti si riduce ulteriormente. E potremmo continuare ancora con altre cose del genere…ma viene la nausea soltanto a ricordarle.
Ultima annotazione in questo settore sempre più fuori dalle regole: ma è normale che i cataloghi che gli operatori stampano non riportino i prezzi completi dei voli perché non esiste più un accordo con le compagnie aeree? Ma quando mai si doveva controllare il prezzo nel momento in cui veniva richiesto un preventivo? E quando mai le tariffe scadevano il giorno stesso in cui si dava un preventivo? Niente è più sicuro ed è per questo che, spesso, si perdono i clienti che hanno avuto un prezzo e nel momento in cui prenotano se ne trovano un altro più caro!
C’è molto scontendo e molta preoccupazione fra i lavoratori che assistono alla chiusura di questa o quella tale agenzia o tour operator. I titolari non sempre riescono a stare al passo con i tempi e nel campo turistico si assiste al fenomeno di una evoluzione continua e veloce. I grossi operatori – ma anche società crocieristiche -, da qualche anno, stanno acquistando altri T.O. importanti in modo da poter offrire al mercato sempre più destinazioni riducendo così la concorrenza. Stanno anche comprando agenzie dettaglianti in varie parti d’Italia e con queste stanno creando una rete di vendita molto concorrenziale perché arrivano direttamente all’utente. I gruppi di acquisto – quelli che fanno pagare una bella sommetta per entrarne a far parte – grazie agli sconti maggiori che hanno rispetto alle agenzie individuali e indipendenti, stanno pian piano togliendo il lavoro (il cliente, cioè) a queste ultime, anche se, alla luce dei fatti, non è tutto oro quello che riluce e, spesso, quello che si spende per far parte del network non viene affatto recuperato.
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Credo che servano a ben poco le agenzie ben arredate, con vetrine “luccicanti”, o la disponibilità e la professionalità dell’agente di viaggio per procurarsi una clientela fissa. Il cliente, infatti, è “ondivago” . E’ lo specchio di ciò che si fa nelle urne quando si vota. Una volta si vota a destra e la successiva a sinistra. Manca l’attaccamento e la fiducia verso chi ti ha servito per tanti anni. E questo accade più facilmente nelle grandi città dove le agenzie sono tante così come la concorrenza. Sicuramente è più facile che la fidelizzazione avvenga nei piccoli centri dove ci sono poche agenzie ma dove si paga la tassa annuale regionale molto meno di chi vive in un grosso centro.
Caos, niente regole, tante chiacchiere, tante Fiere in un settore che più che fare presenza avrebbe bisogno di “presenze” che prenotano. Ma tant’è…così gira il mondo!