Di Antonio Bordoni
Ogniqualvolta ci capita di leggere che Lufthansa è interessata a Alitalia ci viene in mente quanto leggemmo nel febbraio 2013 circa i motivi in base ai quali Bruxelles disse no all’acquisizione di Aer Lingus da parte di Ryanair. I problemi, annotava la sentenza, avrebbero riguardato i concorrenti e l’utenza: “For them, the acquisition of Aer Lingus by Ryanair would have most likely led to higher fares. During the procedure, Ryanair had many opportunities to offer remedies and to improve them. “However, those proposals were simply inadequate to solve the very serious competition problems which this acquisition would have created on no less than 46 routes.” In pratica non vi sarebbe stata più concorrenza su oltre 46 rotte ed inoltre si paventava il pericolo che le tariffe si sarebbero alzate.
Ora, a parte il particolare che temere che Ryanair offra tariffe più alte di quelle di un altro vettore è una colossale presa in giro, se noi mettiamo a confronto la decisione Bruxelles con l’impero dei cieli che si è venuto formando in Germania non possiamo fare a meno di constatare come nella UE vigono due pesi e due misure.
A gennaio di quest’anno la Lufthansa ha concluso l’acquisizione di Brussels Airline, diretta discendente del vettore di bandiera belga Sabena; nel 2008 si era completato il controllo di Swiss, la compagnia nata dalle ceneri di Swissair; nel 2009 poi fu la volta di Austrian Airlines.
Cosa queste acquisizioni abbiano significato crediamo non sia difficile capire. Prima di questi take over il cittadino svizzero che si muoveva dal suo Paese aveva DUE compagnie concorrenti: Swiss e Lufthansa; in Austria operavano in concorrenza Austrian e Lufthansa; in Belgio operavano in concorrenza Sabena e Lufthansa…..a Bruxelles non avevano nulla da obiettare circa queste acquisizioni e le conseguenze che esse avrebbero potuto avere sulla concorrenza? E non crediamo di certo che l’accorgimento di aver mantenuto la livrea originale sugli aerei delle rispettive compagnie possa costituire una valida giustificazione per autorizzare il pieno controllo dei tre ex vettori di bandiera da parte del vettore tedesco.
Come se non bastasse tutto ciò, in questi giorni i media parlano anche di un possibile interesse di Lufthansa per Air Berlin e Alitalia. Per il primo vettore si tratterebbe di eliminare uno scomodo concorrente in casa propria, per il secondo si rinnoverebbe il copione già avvenuto per i tre vettori di bandiera summenzionati con la variante però che Alitalia è sotto commissariamento e pertanto più che prospettarsi l’eliminazione di un concorrente, si tratterebbe in effetti di fondare un’altra colonia, ovvero il controllo di un altro mercato: dopo il Belgio, la Svizzera, l’Austria ora sarebbe la volta dell’Italia.
Quanto sta accadendo in Europa non è affatto rassicurante. Pochi giorni orsono abbiamo avuto il fallimento della Monarch, la Qatar Airways ha concluso l’acquisizione del 49 per cento di Meridiana, il tutto accompagnato dal punto interrogativo circa la sorte di Air Berlin e Alitalia. Circa le compagnie ancora “autonome” non bisogna fingere di dimenticare che un altro grave colpo alla concorrenza è venuto dalla formazione dei gruppi. E vogliamo ricordare proprio la Aer Lingus con la quale abbiamo aperto l’articolo; la compagnia irlandese fa parte insieme a British Airways e Iberia dell’ International Airlines Group, ebbene come pensare che essa possa applicare tariffe competitive rispetto a quelle offerte dalla British Airways? E chi magari andava da Londra a Madrid per recarsi in Sud America in quanto la tariffa Iberia era più conveniente di quella British quale competizione tariffaria potrà trovare ora su quelle direttrici? Stesse considerazioni vanno fatte nei confronti del network servito dal gruppo Air France/Klm.
E’ inutile che a chiacchiere si continui a sventolare la bandiera della concorrenzialità e della tutela degli utenti quando la realtà sotto gli occhi di tutti dimostra esattamente il contrario. Per il passeggero le scelte si sono ristrette: siamo in pieno clima di quel fenomeno che prende il nome di oligopolio, fenomeno che si verifica allorchè un ristretto gruppo di compagnie controlla un determinato settore.
Con l’acquisizione avvenuta nel 2013 di USAir da parte di American Airlines quattro compagnie USA (Delta, United, Southwest e American) controllano ormai l’86 per cento del traffico aereo statunitense, ed ora prepariamoci a confrontarci con uno scenario pressochè identico anche in Europa: grazie deregulation!
Antonio Bordoni