Di Liliana Comandè.

Natura, chiese e magia sono il mix affascinante di una nazione amata soprattutto per l’allegria della sua gente.

Forse non esiste al mondo un altro paese ricco di contrasti e vario come il Brasile.

Un paese immenso, esteso per 8 milioni e mezzo di Kmq., 27 volte l’Italia, modernissimo per certi aspetti, come si può notare vedendo i grattacieli di San Paolo o la capitale Brasilia, gioiello di urbanistica ed architettura,  “nata” il 21 aprile 1960 sul Planalto  a 1100 metri d’altezza, laddove c’era una distesa di terra rossa punteggiata di radi alberi, oppure ricco di sapore coloniale, con chiese e palazzi in stile barocco lusitano, come si può vedere in città come Salvador de Bahia, Recife, Olinda e Ouro Preto.

O ancora, luoghi dove la commistione tra una natura selvaggia e i monumenti della civiltà trapiantata dall’Europa sorprende il visitatore, come a Manaus, nel cuore dell’Amazzonia.

Vetrina e quintessenza di questo mondo composito è Rio de Janeiro, porta del Brasile, per chi giunge in aereo e dall’altro può ammirarne l’ampia e sinuosa baia sovrastata dal Pao de Azucar, il Pan di Zucchero; approdo naturale, come fu anche per i navigatori portoghesi che qui giunsero cinque secoli fa.

 

Rio è famosa per il carnevale. Ma il suo spirito festoso aleggia tutto l’anno in luoghi celeberrimi come Copacabana, dove grandi alberghi e lussuose residenze si affacciano su una spiaggia perennemente affollata di bellezze femminili dalla pelle con differenti gradazioni di colore o di ragazzi che giocano al pallone sperando di emulare il “mitico Pelè.

 

Altra stupenda spiaggia è Ipanema. Ci si può fermare sorseggiando, in uno dei tanti bar, una “caipirinha”, tipica bevanda brasiliana a base di limonino e distillato alcolico di canna da zucchero, o gustando una “feijoada”, una fagiolata tutta speciale.

Si può salire al Corcovado per rendere omaggio alla gigantesca statua del

Cristo Redentore e godere dall’alto la magnifica vista della città oppure sul Pan di Zucchero, all’ora del tramonto, per ammirare il suggestivo spettacolo della baia tutta illuminata dalle luci degli yacht e delle barche ormeggiate.

Merita una visita il Giardino Botanico, che ospita innumerevoli piante esotiche.

All’interno, in una foresta subtropicale al confine con l’Argentina e Paraguay, raggiungiamo le cascate di Iguazu, immensa massa d’acqua che precipita in uno strapiombo largo tre chilometri, sollevando nuvole di spruzzi. Qui, la natura, si esibisce in una delle rappresentazioni più belle del mondo.

 

Per  molti, invece, il vero cuore del Brasile è costituito dal Nordeste, dove l’incanto della natura, il clima perennemente estivo, la presenza di città ex coloniali dal fascino ineguagliabile, la mescolanza delle razze, bianchi discendenti dei primi conquistatori, neri discendenti dagli schiavi africani, indios autoctoni, hanno creato un sorprendente cocktail di culture e di folclore, al di là degli inevitabili problemi sociali.

 

Il Brasile vanta ottomila chilometri di coste, dove si ritrova, appena fuori dalle città, un susseguirsi di spiagge, dune e scogliere contro cui si infrangono fragorose onde oceaniche; oppure la furia del mare si stempera dolcemente laddove promontori e scogliere, formando tranquilli bacini, fanno meglio assaporare l’aspetto selvaggio dei luoghi.

Da Ilheus, capitale mondiale del cacao, a Salvador de Bahia e, spostandoci ancora più su , verso Aracaju, Recife, Olinda, Natal, Fortaleza e avanti fino a Belem, abbiamo infinite spiagge, dove si incontrano piccoli villaggi di pescatori e alcuni villaggi turistici, spesso esclusivi, che appena scalfiscono la stupenda solitudine dei luoghi.

 

 

Visitiamo le città. Recife, con le belle chiese del centro storico, o la vicina Olinda, rimasta intatta, sulla collina tra gli alberi, con antichi palazzi, conventi e una dominante cattedrale. O, ancora, la celebrata Bahia, con le spiagge, i forti portoghesi sul mare, il colorito Mercato Modelo, e l’affascinante parte alta, raggiungibile con un ascensore blu in “art decò”, che si raccoglie attorno alla piazza del Pelourinho, quartiere totalmente restaurato.

Bahia è la patria del “candomblè”, miscuglio di magia e sincretismo religioso, per cui si venerano gli “orixas”, divinità di origine africana, accanto a santi cattolici, e i riti si stemperano in pratiche di magia, ma anche in feste e balli, come il samba.

Bahia è la più grande città sulla costa nord-orientale del Brasile e prima capitale coloniale. La città è una delle più antiche del paese e ill suo centro storico, chiamato Pelourinho, è noto per la sua architettura coloniale e per i monumenti storici. Dal 1985 l’Unesco l’ha dichiarato Patrimonio dell’Umanità. Oggi è ricco di locali e di ristoranti dove si può mangiare, cantare e ballare all’insegna della più sfrenata e contagiosa allegria.

E ancora, Natal, con il grandioso forte dos Reis Magos e le infinite dune di sabbia dorata dove si possono effettuare escursioni a bordo di piccole jeep. E Fortaleza, con un fronte di moderni grattacieli lungo la spiaggia.

Infine Belem, alla foce del Rio delle Amazzoni, porta verso l’immensa foresta amazzonica, dedalo di fitta vegetazione, fiumi e paludi, dove vivono tribù indigene isolate ed una fauna svariata: giaguari, tapiri, armadilli, rettili, aironi, pappagalli e scimmie.

Nelle acque, caimani, delfini e tantissimi pesci, tra cui i piranha. La maggiore attrazione è costituita dal Pantanal, ai confini con la Bolivia, zona palustre estesa per 100 mila kmq, dove convivono 600 specie di uccelli.