di Antonio Bordoni.

 

Prima o poi doveva accadere: fra merger, acquisizioni, partecipazioni azionarie, code sharing,  gruppi e alleanze, le singole identità delle aerolinee si sono fatte così evanescenti che quando una compagnia decide di aprire un collegamento dal suo Paese verso un’altra nazione le autorità di quest’ultima possono arrivare a dire:

Un momento, ma tu sei controllata al 49 per cento da un altro vettore, quest’ultimo pertanto attraverso i tuoi servizi sta cercando di svolgere  collegamenti camuffati in quinta libertà.

Cosa c’è di vero dietro tale accusa? Per chi non lo sapesse ricordiamo innanzitutto che la quintà  libertà è quella che permette a un vettore di nazionalità “A” di effettuare collegamenti, imbarcando passeggeri fra altri due paesi “B” e “C”.

Leviamo le incognite e parliamo in modo esplicito. Air Italy è un vettore aereo registrato in Italia di proprietà della AQA Holding, il suo azionariato per il 49 per cento è detenuto da Qatar Airways mentre il 51 rimane in mani italiane.  Nel momento in cui questo vettore decide di volare da Milano verso destinazioni Usa, secondo alcuni senatori repubblicani statunitensi,  è come se Qatar Airways usasse una quinta libertà fra l’Italia e gli Stati Uniti.

Sull’argomento va osservato preliminarmente che il limite del 49 per cento di acquisizione dell’azionariato di un vettore UE da parte di un’altra aerolinea extra UE è un escamotage ideato da Bruxelles per favorire il completo accorpamento fra vettori comunitari impedendo però che  stessa cosa possa accadere da parte delle aerolinee extracomunitarie per le quali vige appunto il limite invalicabile del 49 per cento.

Ciò significa ad esempio che una Lufthansa (vettore UE) ha potuto acquisire il 100 per cento della Austrian Airlines (vettore UE) ma che una completa acquisizione non potrà mai essere conclusa, ad esempio, da una Qatar Airways nei confronti di una aerolinea comunitaria. Incidentalmente ricordiamo che è questo il motivo per cui Etihad si è fermata anch’essa al 49 allorchè nel giugno del 2014 ha investito su Alitalia.

 

Dare una risposta univoca all’appunto sollevato dai senatori Usa non è facile.  E’ indubbio che la Qatar Airways controllando sia pur al “solo” 49% Air Italy trae indubbi vantaggi dal far operare la sua affiliata sulla rotta Italia-Usa, ma è pur vero che l’appunto sarebbe incontestabile se il controllo dell’azionariato fosse completo ovvero al cento per cento, ma tale non è.  Air Italy al momento può essere considerata una sussidiaria di Qatar Airways ma non una sua controllata, almeno dal punto di vista delle quote azionarie.

 

Non è certo casuale che l’investimento nella compagnia italiana sia giunto quando il vettore di Doha è stato penalizzato dalle restrizioni sulle rotte aeree imposte da Emirates (Dubai), Ethiad (Abu Dhabi)  e Arabia Saudita.  (1)  Secondo non pochi osservatori il Qatar avrebbe colto l’occasione per eliminare due piccioni con una fava. Quando Airberlin è diventata insolvente e non operativa, la Qatar Airways avrebbe approfittato dell’occasione per peggiorare le difficoltà finanziarie di Etihad “armando” un concorrente di Alitalia, in tal modo Etihad avrebbe potuto trovarsi, come in effetti avvenuto, in difficoltà.

 

“Armato delle sue  ampie tasche, il Qatar sta rilanciando Air Italy con l’obiettivo di creare una compagnia aerea a cinque stelle per l’Italia. Qatar Airways sta  dotando Air Italy di aerei all’avanguardia, sedili rivoluzionari… Quando Alitalia era sola, il governo italiano non ha avuto altra scelta se non quella di sostenere la compagnia aerea. Ma con un nuovo concorrente in gioco tutto ciò che ferisce Alitalia fa male a Etihad – e non c’è compagnia aerea che vorrebbe vedere Etihad in difficoltà più del Qatar.”  (2)

Vi sono anche altri retroscena che circolano in rete. Nel gennaio del 2018 Qatar Airways avrebbe assicurato all’amministrazione Trump che avrebbe svolto voli con gli Stati Uniti solo se gli stessi originavano dalla sua base operativa di Doha, ma con l’acquisizione di Air Italy e il lancio di servizi per gli Stati Uniti da parte del vettore italiano questi accordi, secondo alcuni, non sarebbero stati rispettati.

American Airlines, Delta e United hanno sempre ribadito che i vettori del golfo, tutti non solo Qatar Airways, avrebbero ricevuto a partire dal 2004 sussidi per 50 miliardi di dollari contribuendo a creare un unfair playing field  sullo scenario del Nord Atlantico ove l’offerta è già abbondante,  in particolare nel confronto fra vettori USA e vettori del Golfo. (3)

Come si vede la vicenda di Air Italy va ben oltre il problema della quinta libertà,  si espande oltre lo specifico caso ricollegandosi alle sanzioni operative imposte al Qatar dai loro vicini, per toccare la questione sempre aperta dei sussidi governativi un tema che i vettori a stelle e strisce non hanno mai abbandonato, e per intaccare gli interessi dei vettori Usa sulla rotta atlantica.

 

 

(1) Per più dettagli sulle restrizioni imposte, leggere la nostra newsletter del 16 marzo 2018 “I vettori del Golfo e il mercato aereo italiano”

(2) https://www.godsavethepoints.com/2018/03/11/qatar-airways-investment-air-italy-absolutely-gangster/  ; ricordiamo che il divorzio fra Etihad e Alitalia è iniziato sul chiudersi del 2017 ed è stato concluso a fine febbraio 2018.

(3) https://www.cnbc.com/2018/12/17/us-airlines-bristle-at-expansion-of-qatar-backed-italian-airline.html

 

Tratto da www.aviation-industry-news.com