In questo contesto è stata lanciata Prestige, la prima startup dedicata ai servizi “pet friendly” per hotel di lusso
Quasi un italiano su cinque è partito per le vacanze in compagnia del proprio animale domestico. E’ una tendenza in forte crescita, che testimonia la diffusione in Italia di una cultura “pet friendly” sempre più strutturata (fonte: Coldiretti).
E’ il mare in testa alle preferenze di chi viaggia con il proprio animale (70%), ma si posizionano bene anche città d’arte, parchi, oasi, riserve, campagna e montagna, nell’ordine.
L’Italia è seconda in Europa per animali domestici, con una presenza nel 52% delle abitazioni italiane: i gatti (7.5 milioni) sopravanzano di poco i cani (7 milioni).
Nonostante i progressi, però, il 15% degli italiani rinuncia alla vacanza per l’impossibilità delle strutture di accogliere i propri pet.
Per questo motivo è nata Prestige (https://prestige-pets.com/), la prima startup europea, basata a Milano, dedicata ai servizi “pet friendly” nel settore degli hotel di lusso. La founder, Nathalie Schreiner, ha oltre 15 anni di esperienza nel management internazionale di strutture alberghiere di lusso e ha deciso di investire in questa idea innovativa per poter offrire servizi unici ai clienti che viaggiano in compagnia dei propri animali domestici.
La tendenza del Pet Hospitality – conferma Nathalie Schreiner – è ad alto tasso di crescita ed richiesta specialmente dall’ospite che sceglie di soggiornare in una struttura di lusso accompagnato dal suo amico a quattro zampe. Dopo un accurato studio sulle esigenze degli ospiti con pet e quelli senza, siamo in grado di garantire un servizio unico ed eccellente per soddisfare e creare l’armonia giusta per entrambi. Scegliendo il servizio PRESTIGE, l’albergatore entrerà a fare parte di un circuito esclusivo e lussuoso, riservato per gli ospiti a quattro zampe e sorprendendo il loro padroni.
L’intento di Prestige non è solo migliorare e nobilitare la permanenza dei pet nelle strutture ma fornire agli alberghi un vero strumento di marketing che possa differenziarli ulteriormente: il 46% dei viaggiatori si reca infatti in vacanza solo se il proprio animale può farlo.