Di Antonio Bordoni.

 

Il Covid 19…ha messo a terra compagnie come Ryanair e come Lufthansa. Nessun dubbio che non vi sono compagnie che possono lamentarsi di essere state più danneggiate di altre. Le differenze se proprio vogliamo trovarle si trovano invece  nel differente approccio che gli Stati hanno avuto nel concedere aiuti ai propri vettori.

A giugno il governo di Hong Kong ha concesso 5 miliardi di dollari di ricapitalizzazione per la Cathay Pacific che già si trovava in condizioni non floride per le ben note vicende politiche che hanno riguardato  la ex colonia britannica. Nel concedere la ricapitalizzazione  il governo di Hong Kong ha dichiarato che lo stesso non ha intenzione di mantenere a lungo la figura di maggiore azionista della compagnia.

In Germania la Lufthansa  ha comunicato una perdita di 1.2 miliardi di euro nel primo trimestre 2020;  come tutte le compagnie aeree la gran massa di rimborsi effettuati ha in pratica minato la liquidità di cassa, ma Carsten Spohr il suo chief executive ha detto che prestiti a aiuti non devono significare che il governo tedesco entra nel management per controllare la compagnia. Le sue due controllate Swiss e Austrian hanno ricevuto aiuti dai rispettivi governi, la prima con un prestito di 1,5 miliardi di euro la seconda con 600 milioni.

A giugno, le tre maggiori compagnie aeree britanniche British Airways, easyJet e Ryanair Uk avevano presentato ricorso all’alta corte per chiedere un urgente riesame giudiziario delle leggi di quarantena del governo, che secondo loro avrebbero avuto un effetto devastante sul turismo e sull’economia in generale.

Willie Walsh, il capo della società madre di British Airways, IAG,  ha descritto le norme introdotte come “irrazionali e sproporzionati”, mentre Michael O’Leary di Ryanair le ha definite misure  “sciocche”.

Tornando a Ryanair e al suo amministratore delegato, Michael O’Leary, ha avvertito che non ci sono piani per la distanza sociale nei cieli. In realtà O’Leary ha detto che la compagnia aerea non cercherà di mantenere il posto centrale libero, descrivendo l’idea come “folle”, “irrimediabilmente inefficace” e inaccessibile.

Invece, ha spostato la responsabilità della sicurezza dei passeggeri sul governo, chiedendo controlli della temperatura all’aeroporto.

Non sorprendono quindi i recenti titoli di giornale riferiti alla notizia che il regolatore dell’aviazione italiana ha minacciato di bandire Ryanair, sostenendo che la compagnia aerea non ha rispettato le norme introdotte per affrontare la pandemia del coronavirus.

Il ministro dell’Interno britannico Priti Patel, ha detto che le regole sono guidate dalla scienza e necessarie per aiutare a prevenire una potenziale seconda ondata di coronavirus.

La situazione nei cieli è caotica. Ogni paese procede con regole proprie e le politiche adottate differiscono in modo significativo da un vettore all’altro, di certo si può affermare che il blocco dei posti per incoraggiare l’allontanamento sociale non è ancora una politica generalmente accettata dai vettori.

In un recente webcast l’amministratore delegato di American Airlines Doug Parker ha detto che il vettore avrebbe “bloccato il 50% dei posti standard della classe media a bordo”. Emirates ha introdotto un sistema di posti a sedere preassegnati in modo che i posti vacanti siano collocati tra singoli passeggeri o gruppi familiari nel rispetto dei protocolli di distanziamento sociale. In pratica ogni compagnia procede con sue regole.

Flightradar24 interrogata il 12 agosto

 

In effetti il sito Flightradar24 mostra una certa ripresa dei voli, ma siamo ancora ben lontani dalle cifre pre-pandemia.  Messi al bando i wide body B747 e A380 si vola sui settori domestici, su alcuni settori intercontinentali ma tutti quei collegamenti a medio raggio che erano in pratica i voli dei vacanzieri e del traffico turistico  non possono riprendere in pieno in quanto nessuno vuol rischiare di  rimanere bloccato in un paese straniero per l’improvvisa decisione che può essere presa dall’oggi al domani  di quarantene o blocco voli una volta giunto a destinazione.

Dal momento che non è certo un mistero che il riempimento dei velivoli veniva assicurato dai flussi turistici le compagnie aeree navigano in cattive acque in quanto si trovano a non utilizzare a pieno regime tutti gli aerei che compongono le loro costose flotte.

Per una concreta ripresa rimane solo da attendere l’introduzione della vaccinazione che sembra ormai imminente, perché solo così si potrà assicurare il riempimento dei posti a bordo.

 

Tratto da www.aviation-industry-news.com