di Roberto Necci

Il 21 luglio è terminata l’esperienza di governo di Mario Draghi, l’uomo chiamato ed acclamato a furor di popolo per risollevare le sorti di questo martoriato paese.

Che sia riuscito o meno nell’intento starà ad altri giudicare, certo è che ora l’Italia si trova ad affrontare una serie di situazioni di non semplice risoluzione ed in aggiunta a tutto ciò sembra essere piuttosto chiaro che dalle ore successive alle dimissioni di Mario Draghi l’ Europa abbia acceso un grosso faro sulla situazione politica e sopratutto economica del nostro Paese le cui conseguenze sono tutte da decifrare.

 

Quali sono le difficoltà che ci troveremo ad affrontare ?

 

GUERRA RUSSIA – UCRAINA 

Innanzitutto abbiamo uno scenario internazionale piuttosto incerto con tutto quello che ne deriva in termini umanitari, di impatto sull’opinione pubblica e sugli approvvigionamenti di gas e materie prime. E’ noto infatti che già da mesi alcuni approvvigionamenti siano difficoltosi, questo comporta un rallentamento sulla produzione delle aziende che potrebbero ( ed in alcuni casi è avvenuto ) veder vanificata la ripresa in atto. Da mesi mancano nel mercato componenti indispensabili per l’industria dai microchip ai pezzi di ricambio delle autovetture, i trasporti sono rallentati e di conseguenza vi sono ritardi anche di mesi sulle consegne; il fatturato delle aziende ne sta risentendo.

 

INFLAZIONE

Purtroppo stiamo assistendo ad un problema di cui avevamo dimenticato l’esistenza: l’inflazione. Certificata ad oltre l’8% questa tassa occulta sta rendendo il Paese più povero, se con il governo Amato ci lamentammo dei prelievi forzosi, oggi assistiamo impassibili ad una diminuzione di quasi il 10% del nostro potere di acquisto. Purtroppo è nota la correlazione fra calo dei consumi e la disoccupazione e pertanto un intervento del prossimo governo dovrà decisamente affrontare questa situazione prima che degeneri.  

 

CREDITI FISCALI DELLE AZIENDE

La situazione è decisamente complessa, alcuni interventi legislativi hanno ulteriormente complicato la vita di molte aziende, pensiamo agli incentivi per le ristrutturazioni edilizie ed i vari bonus dove il governo Draghi non ha avuto una linea di indirizzo chiara; questo ha messo in difficoltà ( in alcuni casi in ginocchio ) molte aziende e la relativa filiera degli appalti. Questa è da considerare una urgenza che non può essere rinviata. 

 

MORATORIA  ED AUMENTO DEI CREDITI PROBLEMATICI 

E’ terminata la moratoria concessa alle aziende per il rimborso dei finanziamenti bancari e la situazione è piuttosto delicata, si era accennato prima della caduta del governo di una estensione della moratoria ma l’interruzione dell’agenda di governo ha bloccato i relativi provvedimenti. E’ evidente che dopo quasi tre anni di crisi alcuni settori non si sono pienamente ripresi, il turismo in alcune città ne è un esempio, lasciare al loro destino queste aziende non farebbe altro che aumentare i crediti problematici ( Npl-Utp ) ed appesantirebbe i bilanci delle banche. Va aggiunto che alcuni crediti sono garantiti dallo Stato che si troverebbe cosi a dover far fronte alle relative inadempienze. Una situazione che rischia di avere l’impatto di una bomba sulla già fragile economia italiana.

 

PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA – PNRR 

Fra le impellenze del governo vi era senza ombra di dubbio la gestione del PNRR su cui tanto conta l’economia italiana, che ne sarà dei provvedimenti propedeutici all’accesso al piano? A che punto sono i provvedimenti creati, qui dovrà esserci un passaggio di consegne ben fatto fra l’attuale governo che seppur dimissionario rimarrà in carico e quello successivo, al di là del colore politico vi è il destino del Paese in questi provvedimenti.

 

QUALE FUTURO PER IL TURISMO ITALIANO?

L’approccio del governo Draghi al turismo non è stato troppo diverso dai precedenti governi, dopo l’entusiasmo ( che in realtà fece storcere la bocca a chi di dinamiche del turismo e sopratutto legislative è avvezzo ) di aver assegnato al turismo capacità di spesa ” Ministro con portafoglio “le azioni degne di nota non vi sono state. Le Regioni hanno tenuto, come Costituzione assegna, il potere legislativo e senza nessuna volontà di collaborare per una regia unitaria, l’Enit è rimaso l’ Enit che tutti conosciamo e pertanto in una situazione di caos forse il turismo rispetto agli altri settori sarà avvantaggiato: non avendo mai contato su nessuno è più avvezzo a cavarsela da solo facendo leva esclusivamente sulle proprie forze. 

 

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