di Luciano Riella

Opere che  parlano da sé, che non hanno bisogno di commenti, sebbene molti aspetti si prestino ad essere spiegati ed elaborati: è quanto propone il MASI di Lugano con “Hidden” una delle più grandi retrospettive mai dedicate finora da un’istituzione museale all’opera di Rita Ackermann.

Il progetto espositivo ripercorre gli ultimi trent’anni della carriera di questa artista eccezionale attraverso una selezione di circa cinquanta tra dipinti e disegni creati a partire dagli anni ’90 a New York. È un percorso artistico plasmato sull’essenza del paradosso continuo. Allontanatasi dalle tendenze accademiche, l’artista sviluppa una sua personale ricerca come pittrice indipendente, a contatto con gli artisti della Lower East Side.  

Ackermann si trova ad affrontare una sfida vitale e importante, che la porta a integrare nella sua opera culture ed estetiche diverse, quella legata all’Est Europa da un lato e quella americana dall’altro. Una fusione, quella tra le due culture, che emerge evidente in mostra fin dai primi dipinti e disegni sviluppati  tra il 1993 e il 1996 con gli “Sketchbook Drawings” e gli “Early Paintings”.

Le vivaci e ben definite figure protagoniste delle sue prime opere annunciano un’energia femminile embrionale che venticinque anni dopo sboccia nella serie “Mama”, iniziata nel 2018, dove le protagoniste sono invece celate sotto linee e strati di colore. Sono dipinti, questi, in cui l’artista abbandona la figura a favore di una composizione in cui linee, gesti, motivi e forme si racchiudono e si nascondono le une nelle altre, facendosi via via sempre più evanescenti.

Con articolate stratificazioni di linguaggi visivi, “Mama” oscilla così tra figurazione e astrazione, dove i corpi celati presenti nell’immagine svaniscono nel momento in cui vengono percepiti: essi esistono perché scompaiono in elementi gestuali prima che la loro storia diventi leggibile, al contrario delle prime opere degli anni Novanta, in cui le figure si donano completamente allo sguardo di chi le osserva.

Se i lavori dei primi anni sono di piccole e medie dimensioni e sono realizzati prevalentemente su carta, le serie più recenti, lavorate su tele di grande formato, sono caratterizzate da una gestualità forte ed espressiva. Un processo, questo, che descrive un percorso  che permette all’artista di restare libera e nascosta, “hidden”, come recita il titolo della mostra. È parte dell’esposizione anche una selezione di dipinti creati per l’occasione e incentrati sul tema della guerra.

Dal percorso presentato al MASI emerge quindi facilmente come, l’artista, prendendo le mosse da un linguaggio figurativo immediatamente comprensibile al pubblico, arrivi in seguito a ripensare le figure che abitano le sue opere, andando a coprirle con strati di pittura.

 

L’artista

Nata a Budapest nel 1968, Rita Ackermann vive e lavora a New York. Fra il 1989 e il 1992, studia all’Università ungherese di Belle Arti di Budapest e alla New York Studio School of Drawing, Painting and Sculpture. Ha al suo attivo mostre personali in sedi prestigiose quali la Konsthall di Malmö (Svezia), la Sammlung Friedrichshof di Zurndorf nel Burgenland (Austria), il Museum of Contemporary Art di Miami, il Ludwig Museum di Budapest, lo Swiss Institute di New York e la Chinati Foundation di Marfa (Texas). Le sue opere si trovano in importanti collezioni pubbliche, fra cui quelle del Museum of Modern Art (MOMA) di New York, della Maria Leuff Foundation e della Hessel Foundation (sempre a New York), del San Francisco Museum of Modern Art, del Dallas Museum of Art, del Museum Het Domein in anda e del Museum of Contemporary Art di Los Angeles.

 

Il catalogo

L’esposizione è accompagnata da un catalogo bilingue (italiano e inglese). Il volume comprende le riproduzioni delle opere in mostra, un saggio di Pamela Kort e un’intervista all’artista realizzata da Donatien Grau.

Fino al 13 agosto 2023

Museo d’arte della Svizzera italiana

Lugano

Sede LAC