Alpitour, il marchio da cui Alpitour World stessa trae il nome, è all’interno della mostra “IDENTITALIA – The Iconic Italian Brands” che sino a fine aprile celebrerà la storia dei grandi marchi italiani. Voluta dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) e ospitata a Palazzo Piacentini a Roma, è la rappresentazione concreta e tangibile del valore inestimabile prodotto dalle aziende che hanno caratterizzato il nostro Paese e la sua evoluzione.  “Essere stati scelti dal MIMIT ci onora e ci rende orgogliosi – afferma Gabriele Burgio, presidente e ad di Apitour World – perché significa che Alpitour ha saputo rimanere nel cuore e nella mente di milioni di italiani, crescendo insieme a loro. In questi 75 anni abbiamo raggiunto grandi risultati con impegno, passione e lavoro di squadra.

Oggi il brand Alpitour è più vivo che mai e presta il suo nome anche al Gruppo, Alpitour World: un’eredità che abbiamo sempre voluto proteggere e celebrare, perché questo marchio ha fatto il turismo italiano. Il Ministero delle Imprese e Made in Italy ha fatto un’operazione preziosa e molto importante, regalando all’Italia e ai suoi cittadini questa mostra: del resto, non si può guardare al futuro senza sapere ciò che si è stati”.

 

Alpitour è da oltre 75 anni un simbolo per i viaggiatori italiani, emblema di professionalità e innovazione costruite in decenni di crescita, che hanno portato una piccola agenzia di viaggio di Cuneo, chiamata “Alpi”, a divenire il gruppo turistico integrato più importante del panorama italiano e uno dei più rilevanti in Europa. Composto da cinque divisioni, Tour Operating, Aviation, Hotel Management, Incoming e Travel Agency, presidia l’intera filiera turistica, con 4.700 dipendenti, sette sedi in Italia e sedici nel mondo, facendo viaggiare ogni anno oltre 2 milioni di persone.

Per arrivare ad essere il leader italiano delle vacanze, Alpitour World ha percorso un lungo cammino, costellato da acquisizioni, piccole e grandi scoperte e innovazioni. A partire dai viaggi in bus e treno degli anni ’50 verso aeroporti e città europee e per eventi importanti, fino alle prime crociere aeree e ai viaggi all-inclusive, inaugurati negli anni ’60 verso le Baleari.

Sin dagli albori, il brand Alpitour è stato connotato dall’inconfondibile gabbiano, sinonimo di libertà, che racconta in un pittogramma il significato stesso del viaggio. Introdotto negli anni ‘60, nel tempo ha poi subìto molte trasformazioni, rimanendo però sempre presente e definendo l’identità e la riconoscibilità del marchio. Cataloghi e campagne hanno poi accompagnato la sua evoluzione sin dal primo dopoguerra, rendendolo celebre al grande pubblico, soprattutto per la vena ironica e spiazzante che ha caratterizzato sempre il suo registro linguistico, precursore nei tempi e dirompente nella forma e nel contenuto.

È il caso della pubblicità televisiva “No Alpitour? Ahi, Ahi, Ahi!”, un jingle che ha reso memorabile il brand, divenendo un motivo orecchiabile e distintivo e consacrando Alpitour “Top of Mind” degli italiani. Negli ultimi anni il marchio è tornato in televisione a più riprese, riprendendo prima il claim storico che l’ha reso famoso e inserendo, poi, nuovi messaggi: l’ultimo è “Io in un villaggio? Mai!”, che mira a scardinare tutti i luoghi comuni delle vacanze organizzate con ironia e semplicità. Accanto, si sono susseguite centinaia di campagne digital, radiofoniche e su carta stampata con un media mix sempre ampio e articolato, per raggiungere milioni di persone.

Negli anni Alpitour ha, inoltre, rivestito ruoli determinanti in occasione di grandi manifestazioni del nostro Paese. È stato il caso dei Giochi Olimpici Invernali del 2006, quando è stato il primo partner esterno per l’accoglienza della famiglia olimpica, organizzando la logistica di circa 37.000 persone. Lo stesso quando, durante il Covid, è nata “Ripartiamo”, la campagna realizzata insieme ad altre importanti realtà del turismo e volta alla ripartenza e al sostegno del settore, oppure quando ha pubblicato una pagina bianca nei giorni più drammatici della pandemia.