Di Stefano Modena

 

Nel cuore dell’Alto Adige, tra le cime delle Dolomiti e le vigne baciati dal sole, Bressanone si racconta come laboratorio vivente di sostenibilità. Qui, lontano dalle mode effimere, il rispetto per l’ambiente diventa un gesto quotidiano, un valore che si coltiva a partire dalla terra e si serve, con orgoglio, nel piatto.

In questa cittadina altoatesina si è sviluppato un progetto pilota che potrebbe rappresentare un modello per tutto il territorio alpino. L’idea nasce da un’intuizione semplice ma potente: far dialogare due mondi apparentemente distanti, ma in realtà profondamente connessi – agricoltura e turismo – attraverso i giovani.

Tutto comincia tre anni fa con una simulazione di futuro, organizzata da IDM Alto Adige insieme all’Unione Albergatori (HGV) e all’Unione Agricoltori Sudtirolesi (SBB). Da quell’incontro è nato un progetto concreto che oggi coinvolge due scuole professionali di Bressanone: la Scuola Salern per l’agricoltura e l’economia domestica e il centro di formazione alberghiera Emma Hellenstainer. A coordinare l’iniziativa, IDM, con il supporto del Südtiroler Köcheverband (SKV), l’associazione dei cuochi altoatesini.

GIOVANI A CONFRONTO, TRA CAMPI E CUCINE

Circa 40 studenti e studentesse, futuri agricoltori e chef, si sono scambiati esperienze, saperi e soprattutto ingredienti. I primi hanno mostrato come si producono formaggi freschi, come si lavora la terra secondo i ritmi delle stagioni; i secondi hanno raccontato la trasformazione di quei prodotti in piatti sostenibili e creativi. Insieme hanno cucinato utilizzando solo ingredienti locali – dal formaggio di pecora al topfen – dimostrando che si può essere gourmet anche nel rispetto dell’ambiente.

Non è stata una semplice lezione scolastica. I ragazzi hanno visitato aziende agricole innovative in Val Venosta e ristoranti virtuosi come il Flurin, dove lo chef Thomas Ortler cucina con oltre l’80% di prodotti altoatesini. Un’esperienza che ha lasciato il segno. “Ci ha aiutati a pensare fuori dagli schemi”, racconta una giovane partecipante.

 

DAL CAMPO AL PIATTO, E RITORNO

Il progetto non si ferma all’aula o alla cucina: guarda avanti. Gli studenti hanno immaginato nuove modalità per rafforzare questa alleanza tra agricoltura e turismo, sognando un’estensione a tutto l’Alto Adige. L’obiettivo? Costruire un modello in cui il cibo sia davvero espressione del territorio, dove ogni piatto racconti una storia di sostenibilità, fatica, passione e innovazione.

Ma la rivoluzione verde di Bressanone non è solo una questione scolastica. Molte aziende locali, agriturismi e ristoranti, lavorano ogni giorno per ridurre gli sprechi, trasformare eccedenze in conserve, valorizzare ogni parte della materia prima – proprio come insegnano le ricette della tradizione povera altoatesina.

BRESSANONE INSEGNA: IL FUTURO SI CUCINA INSIEME

Il messaggio che arriva da Bressanone è chiaro e potente: la sostenibilità non è un’utopia, ma una pratica che coinvolge tutta la filiera – da chi coltiva a chi cucina, fino a chi assapora. E i giovani, con la loro energia e la loro visione, sono già pronti a prenderne in mano le redini.

Per chi visita l’Alto Adige in cerca di autenticità, sapori veri e bellezza consapevole, Bressanone è molto più di una tappa: è un esempio concreto di come si può costruire un turismo che rispetta e valorizza il territorio. E che parte, sempre, dalla tavola.