Con la mostra Il Rosso e il Nero. Dall’ideologia degli anni ’70 alla pittura contemporanea italiana, allestita presso la Galleria Silvano Lodi di Milano, Paolo Manazza e Alessandro Visca propongono una lettura critica della Milano degli anni ’70 per andare oltre i conflitti di quegli anni e riappacificarsi, in modo “poetico e leggero” come loro stessi amano affermare, sulle ali dell’arte. È questo l’intento che anima gli artisti proposti dall’esposizione.La collettiva ideata da ArsLife.com e prodotta dalla Galleria Silvano Lodi, ubicata nel cuore di Milano, è realizzata con il Patrocinio dalla Regione Lombardia – Culture, Identità e Autonomie  della  Lombardia.

Paolo Manazza, il rosso. Alessandro Visca, il nero. Due giornalisti e intellettuali, da diversi anni uniti da amicizia. Nonostante il percorso giovanile su sponde opposte, Manazza e Visca hanno negli ultimi anni scoperto di avere un comune patrimonio culturale e riflessioni morali ed etiche per molti versi simili. Tema supremo, motivo conduttore, che unisce uomini e pensieri: la cultura. E così accade anche nelle suggestioni visive.

La mostra espone le opere selezionate, e per la maggior parte inedite, di 21 artisti contemporanei italiani sul tema cromatico de “il rosso e il nero” che hanno il loro ideale cardine nell’omaggio al grande maestro Alberto Burri, focus centrale dell’esposizione. Dall’esperienza decennale di Renata Boero si passa attraverso le ricerche pittoriche di Alessandro Busci, Rosalinda Celentano, Raffaele Cioffi, Roberto Coda Zabetta, Francesca Crocetti, Leonida De Filippi, Mimmo Di Marzio, Enzo Esposito, Giovanni Frangi, Luciana Gallo, Jonathan Guaitamacchi, Federico Guida, Paolo Manazza, Alberto Martini, Michelangelo Jr., Barbara Nahmad, Davide Nido, Luca Pignatelli, Michela Pomaro, Alessandro Spadari, Alessandro Verdi, Dany Vescovi.

Sin dal titolo “Il Rosso e il Nero”, la mostra dichiara il suo nume ispiratore: lo scrittore Stendhal, profondamente innamorato di Milano,
L’aspetto della filosofia politica, sotteso ma sempre incredibilmente vivido nell’autore francese, è lo spunto che fornisce l’idea, l’afflato teorico e poetico della mostra. Poiché, come scrive Stendhal, “la politica è una pietra attaccata al collo della letteratura. In mezzo agli interessi dell’immaginazione è come un colpo di pistola in mezzo a un concerto. E’ un rumore straziante, senza essere energico. Non s’accorda col suono di nessun strumento”.
Da qui, attraverso la riflessione sull’ideologia che permea la società del XIX secolo come quella contemporanea, si inoltra il percorso espositivo: principalmente rosse e nere sono le tonalità sulle quali vertono le opere esposte, per un’integrazione tra arte ed idee, mai casuale.

Paolo Manazza commenta: “Sul fronte artistico e culturale credo ci sia una certa analogia tra la nostra epoca e quella della fine anni Quaranta negli Stati Uniti. Queste parole – scritte da Harold Rosenberg nel suo celebre saggio critico “The American Action Painters” del 1952 – valgono oggi più di allora: “Molti pittori erano ‘marxisti’, avevano cercato di dipingere la Società. Altri avevano cercato di dipingere l’Arte, il che è quasi la stessa cosa. Il grande momento è venuto quando hanno deciso di dipingere…semplicemente Dipingere. Il gesto sulla tela è stato un gesto di liberazione dai Valori politici, estetici, morali”.
Alessandro Visca afferma: “quando si parla degli anni Settanta si cita quasi esclusivamente il terrorismo e gli anni di piombo. In realtà, quello fu solo il capitolo finale di una stagione molto più ricca e interessante. I giovani impegnati politicamente sia a destra che a sinistra si trovarono a mettere in discussione le vecchie impostazioni ideologiche con una carica di passione e creatività che oggi è difficile immaginare. È importante recuperare le immagini di quelle esperienze e passioni per ritrovare la voglia di sperimentare in terreni più liberi come quello dell’arte”.

Il legame tra queste istanze rende possibile formulare compiutamente un’ipotesi per una rilettura pittorica e poetica, sulle rovine del conflitto ideologico e politico che ha connotato la Milano degli anni Settanta e che invece auspica una reinterpretazione bipartisan e anti-conflittuale.
E ciò in un momento, come quello attuale, in cui Milano torna ad essere fulcro e baricentro della scena culturale italiana, con l’importante evento dell’Expo 2015, cui idealmente la mostra, attraverso le opere esposte, guarda.
L’esposizione delle opere è accompagnata da alcuni pannelli con citazioni prese dal celebre romanzo “Il rosso e il nero”.

Accompagna la mostra un esaustivo catalogo edito dalla Galleria Silvano Lodi con testi di Paolo Manazza e Alessandro Visca.

Coordinate mostra
Titolo Il Rosso e il Nero. Dall’ideologia degli anni ’70 alla pittura contemporanea italiana
A cura di Paolo Manazza e Alessandro Visca
Sede Galleria Silvano Lodi, Via San Primo 6 – Milano
Ideazione www.ArsLife.com
Inaugurazione giovedì 25 settembre 2008 h. 19
Date mostra
26 settembre – 25 ottobre 2008
Orari da lunedì a giovedì 10 – 19. Venerdì 10/13. Sabato su appuntamento.
Ingresso libero
Catalogo edito da Galleria Silvano Lodi con testi di Paolo Manazza e Alessandro Visca

Informazioni al pubblico Galleria Silvano Lodi
Via San Primo 6, Milano (a pochi passi dal Duomo)
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