di Luciano Riella
Dopo il successo delle quattro tappe del tour americano, la pop art di Keith Haring arriva anche in Italia con la mostra Keith Haring Radiant Vision, presentata nell’Orangerie della Villa Reale di Monza fino al 29 gennaio 2023. Sono esposte oltre 100 opere, provenienti da una collezione privata, tra litografie, serigrafie, disegni su carta e manifesti del più celebre artista pop degli anni degli anni Ottanta, l’americano Keith Haring, che nel corso della sua breve carriera ha riscritto le regole dell’arte contemporanea.
Il progetto espositivo vuole essere un tributo all’artista, appassionato sostenitore della giustizia sociale, dei diritti civili, della de-escalation nucleare, della consapevolezza dell’AIDS, del benessere dei bambini e del loro sviluppo creativo. Haring ha trascorso la sua carriera realizzando poster, opere d’arte pubblica e commissioni di beneficenza a sostegno di queste cause vitali.
Le immagini sono potenti esempi di come Haring ha combattuto per il cambiamento usando l’arte come piattaforma per il suo attivismo.
Lo stile di Haring è immediatamente riconoscibile: linee decise, simboli pittografici e colori vivaci abbondano in ogni sua opera. Amico di Andy Warhol, Haring ha rappresentato l’apoteosi della Pop Art, convinto sostenitore dell’ arte per tutti, anche attraverso partnership commerciali, prodotti di largo consumo e persino una propria vetrina, ha sviluppato collaborazioni con celebrità (Madonna, Grace Jones), campagne pubblicitarie (Adidas, Absolut) e creato persino un proprio negozio (il Pop Shop) nel tentativo di condividere il suo lavoro con persone di ogni estrazione sociale.
Il percorso della mostra si divide in nove sezioni. Le opere illustrano l’intero arco della breve ma prolifica carriera di Haring, esaminando diversi aspetti della vita e della produzione dell’artista, tra cui i disegni in metropolitana e la street art, le mostre in alcune delle più famose gallerie di New York, il Pop Shop e il suo lavoro commerciale.
In mostra anche Medusa Head, la più grande stampa mai realizzata da Haring, lunga più di due metri e alta quasi un metro e mezzo, opera creata in collaborazione con il tipografo danese Borch Jensen. L’opera è una rivisitazione moderna del racconto greco di Medusa. Tragicamente, nel 1988, all’apice della sua carriera, a Haring fu diagnosticata l’AIDS. Morì per le complicazioni della malattia il 16 febbraio 1990 all’età di 31 anni.