Dinanzi a un gruppo di operatori molto interessati e partecipi, MPI ha proposto una giornata seminariale e di dibattito sulle pratiche dell’eco-sostenibilità. Hanno preso la parola alcuni dei principali esperti europei del campo.

Si è tenuto ieri, presso l’Atahotel Expofiera di Pero (MI) il seminario Not just “talk green”, a cura del Comitato formazione di MPI Italia, diretto da Gaetano Sciatà CMP. L’incontro, cui hanno partecipato 40 professionisti del settore, sia dal lato corporate sia delle agenzie, aveva l’obiettivo di aggiornare sulle migliori pratiche del’eco-sostenibilità per l’industria degli eventi, nonché di fornire adeguati ragguagli sui processi di certificazione, ormai sempre più richiesti nelle gare pubbliche ma anche nelle selezioni private.

A Bruges (Belgio) a fine giugno

Il seminario cade a proposito anche da un altro punto di vista. Quest’anno infatti, per la precisione il 27-29 giugno, debutterà un evento-chiave del settore, la European conference on sustainability in the meetings industry, che in questa prima edizione si terrà nella bella città medievale di Bruges, nelle Fiandre. La conferenza è organizzata dal Capitolo belga di MPI, presieduto da Kathleen Bertier, in cooperazione con quasi tutti i Capitoli europei della community, in prima fila quello italiano, che è tra i fondatori di questo meeting e che lo sta seguendo grazie al lavoro della vice president sponsorship Francesca Pezzutto. Si attendono 150 partecipanti da tutto il continente.

L’evento di oggi si colloca in ideale continuità, quasi un’anticipazione, di quello internazionale di giugno e attesta l’importanza che MPI dà a tutti i livelli, sia locale sia europeo, ai temi della tutela ambientale.

Importante: entro questo mese si prevede la messa on line del sito per l’iscrizione. Dettagli verranno comunicati appena possibile.

L’introduzione di Pierpaolo Mariotti CMP CMM

Il seminario è entrato subito nel vivo con un’introduzione a cura del moderatore, il past president Pier Paolo Mariotti CMP CMM, che ha ricordato l’importanza del principio delle “3R” (Reuse, Recycle, Repair) e le parole di Amy Spatrisano CMP, presidente del Green meetings industry council, la quale definisce i “green meeting” come gli eventi del futuro, destinati a soppiantare quelli tradizionali. «Oggi non ci occupiamo di greenwashing, ha detto Mariotti riferendosi all’ingannevole pratica di chi illude la gente limitandosi a pochissime pratiche ininfluenti ma “d’impatto”, «bensì solo di far bene le cose. Le “scappatoie” si stanno dissolvendo: neppure piantare alberi si è scoperto che serve, perché occorrono ottant’anni perché un ettaro di foresta inizi ad assorbire anidride carbonica. Con le scorie bisognerebbe fare esattamente come per l’uranio: stoccarle ed eliminarle».

Manuela Cannatella: destinazione green 

Il primo intervento è stato di Manuela Cannatella, che ha presentato il project work da lei stessa realizzato con alcuni compagni di corso al termine del master presso il Centro Studi Turistici di Roma. Il project era finalizzato alla scelta di una destinazione, per l’assemblea CTS, secondo un criterio green. La scelta è caduta su Copenhagen, la capitale danese.«La città presenta un elevato numero di strutture ricettive e sedi congressuali, e inoltre dal 1980 l’economia danese è cresciuta del 78% a fronte di una netta riduzione delle emissioni di anidride carbonica. Moltissime delle sue strutture hanno certificazioni Green Key ed Ecolabel (due fra le più autorevoli al mondo). Come albergo abbiamo pensato al Marriott, che col programma EcoEvents di catena offre un ricco bouquet di servizi green, ed è anche vicino sia all’aeroporto sia al centro città (walking distance)». Manuela Cannatella ha poi riccamente illustrato i dettagli del progetto, inclusi i programmi delle attività e della comunicazione.

 

Dennis Zambon: procedure eco-sostenibili in albergo

E’ stato poi il turno del manager Atahotels Dennis Zambon, che ha illustrato le due più recenti strutture alberghiere del gruppo, l’Atahotel Varese business & resort e appunto l’Atahotel Expo Fiera di Pero (sede dell’evento). «L’albergo di Pero – ma lo stesso si può dire di quello di Varese – si affaccia sul primo grande parco per i cittadini del Comune: 76mila metri quadri di boschi, prati, radure, collinette, laghetti e corsi d’acqua. Un parco davvero a misura di tutti. E’ costruito secondo i più sofisticati dettami del green. Particolarmente interessante è, in ogni camera, la “loggia bio-climatica”, ossia un’area intermedia tra l’ambiente interno e quello esterno, che consente all’ospite di “acclimatarsi” al meglio sia quando arriva in camera da fuori sia quando sta per uscirne, e ha reso superflui i balconi. Ciò ci consente un risparmio dell’8% nell’energia. Innovativo anche il riscaldamento: il piano terra e il sotterraneo è riscaldato tramite l’uso combinato di pannelli sotto il pavimento (per riscaldare e raffreddare) e di sistemi di riscaldamento tradizionale, pure a beneficio del risparmio». Zambon ha poi illustrato le metodologie gestionali quotidiane, tutte mirate all’ottimizzazione dell’impiego del personale e all’ottenimento della massima qualità in ogni reparto. E’ importante il ruolo del vicino impianto Sila2, che si occupa della combustione dei rifiuti e recupera il calore per produrre sia energia elettrica sia energia termica. «Ne consegue» ha detto Zambon, «che in albergo non abbiamo bisogno di combustibile perché è l’acqua caldissima che riceviamo ogni giorno (a 120 °C) che riscalda la nostra acqua, con notevoli benefici in termini sia economici sia ambientali». Il risparmio in termini di emissioni è elevatissimo: nel solo 2009 l’albergo di Pero ha evitato di emettere qualcosa come 480 kg di ossidi di carbonio, un milione di kg di anidride carbonica e 950 kg di ossidi di azoto.

 

Jonathan Cohen: Cop15 e la società civile

Il marketing manager di VisitDenmark Jonathan Cohen ha poi raccontato il backstage della conferenza sul clima tenutasi nella capitale danese lo scorso dicembre: «A Copehnagen», ha detto, «è tutto green: infrastrutture, business, trasporti, cibo, persino la cittadinanza. Il 96% dei residenti ha il riscaldamento centralizzato e il 22% dell’energia è eolica; il 40% della gente va in ufficio in bicicletta. Per coinvolgere le autorità locali si è fatto leva sui meeting di argomento affine già programmati lo stesso anno in città, per esempio il World business summit on climate change, nonché su iniziative esterne quali Hopenhagen Live. L’evento raddoppiò le aspettative, con oltre trentamila persone di audience e 2500 meeting collaterali, 122 capi di Stato, molte agenzie non governative, 4mila giornalisti. E’ stato il primo evento Onu a ottenere la certificazione BS8901: è stato recuperato il 100% delle emissioni di Co2. Sul piano organizzativo l’idea fu quella di creare il Copenhagen sustainable meetings protocol, un’alleanza tra operatori locali per accelerare la trasformazione della meeting industry verso la sostenibilità. Ciò ha consentito un approccio strategico, molti benefit Pr e branding, l’identificazione di leader ispirati, risorse ed expertise per costruire e – non ultimo – ha coinvolto l’industria. Abbiamo prodotto uno standard che possa fungere da guida anche in futuro, per coinvolgere leader e concretizzare le migliori idee in tema di green practice. Sul piano pratico, è stato adottato lo standard Apex per definire le procedure eco-compatibili in tutti gli aspetti dell’organizzazione, inclusa la tecnologia. Va detto che certamente Cop15 non è stato l’evento più eco-sostenibile di ogni tempo. Lo è stato nella misura in cui le esigenze di sicurezza, create dalla presenza di tanti capi di Stato, lo hanno permesso. Per esempio, ci si concentrò sul cibo: il 65% era organico ed è stata di fatto eliminata l’acqua in bottiglia, con il massimo possibile di pietanze vegetariane. In generale l’intera destinazione ha acquisito una consapevolezza che, partendo dallo staff, ha coinvolto gli sponsor, i fornitori e via via i governi, i partecipanti e tutta la società civile. Come risultato, le camere d’albergo cittadine certificate green sono passate dalle 1800 del giugno 2008 (12%) alle 7200 di dicembre 2009 (53%)».

 

Stefano Bonetto: la certificazione

Il BS8901 auditor & tutor Stefano Bonetto, di BSI (ente formatore del Regno Unito) ha quindi spiegato come questa certificazione può essere utile al business degli eventi. «La certificazione nasce per i giochi olimpici 2012 a Londra. E’ lo standard rivolto ai sistemi di gestione degli eventi che possono essere utilizzati dai responsabili per certificare la sostenibilità (anche sociale ed economica) dell’evento. Se ci sono dei finanziamenti, occorre fare in modo che siano trasparenti. Prevede tre fasi: progettazione, applicazione e rendicontazione ed è integrabile con tutti gli altri schemi, da Iso 9001 a Iso 14001. Il modello considera tutti gli aspetti, sia quelli positivi sia quelli negativi. Si basa sulla regola dell’equilibrio delle tre E: Ecologia, Equità, Economia. Prende in considerazione tutti e tre i fattori che beneficiano degli eventi: Pianeta, Persone, Profitto. Si rivolge a promotori, organizzatori, fornitori di spazi e servizi. Si compone di tre fasi: progettazione (definizione di una politica per la sostenibilità, identificazione e coinvolgimento degli stakeholder come parte del processo di pianificazione, finalizzazione degli obiettivi), esecuzione (fornitura di risorse e competenze, gestione della supply chain e dei processi di comunicazione, documentazione del sistema), riesame (monitoraggio e valutazione dei risultati, revisioni e passi successivi). Il certificatore deve trovare la definizione degli obiettivi e degli indicatori di controllo e monitoraggio, le procedure di controllo operativo e l’organigramma completo e le responsabilità, con l’indicazione del budget. Alla fine BSI non dichiara che l’evento è sostenibile, ma che è conforme alla BS 8901: è una certificazione non di prodotto ma di sistema». Quali i principali benefici? «Tanti», risponde Bonetto: «opportunità di comunicazione senza precedenti, miglioramento delle relazioni con le parti interessate, riduzione dei costi e maggiore opportunità di accesso ai finanziamenti». BSI mette a disposizione delle organizzazioni interessate alcuni corsi di formazione sulla BS 8901.

Tavola rotonda conclusiva

Alla fine, Stefano Bonetto, Jonathan Cohen e Francesca Pezzutto, insieme a Pierpaolo Mariotti, hanno risposto alla domanda com’è possibile trasformare l’eco-sostenibilità in una business proposition. «Non credo che la convenienza economica possa esserlo», ha considerato Cohen. «In genere il green funziona nel momento in cui l’interlocutore capisce l’importanza ambientale e sociale del rispetto della natura. Il profitto, per gli uomini, è meno importante di quanto sembra». «La sostenibilità è un prerequisito», ha fatto eco Bonetto, «perché è come i freni per un auto. Nessuno comprerebbe mai una macchina senza freni. Si sa che ci devono essere. Lo stesso vale per il green». «Sì, ma a noi organizzatori viene spesso risposto che o non c’è la cultura in azienda per un evento green o non è quello il momento particolare per portare avanti un discorso di eco-sostenibilità», ha considerato Francesca Pezzutto. «Ci sono ricerche che attestano quanto gli italiani stiano diventando sensibili all’ambiente e alle sue prerogative, anche nei piccoli gesti quotidiani. E tuttavia è difficile far passare il messaggio con le aziende». «Tutto finisce col rifarsi ai tre elementi base: people, plan & profit», ha concluso Mariotti. «Solo mettendoli insieme si crea il circolo virtuoso capace di conquistare il cliente».

 

Visitate il sito www.mpiweb.it!

 

Meeting Professionals International è una community internazionale che riunisce oltre 24mila professionisti di convegni riuniti in 72 capitoli e club di 60 differenti paesi assicurando i più alti standard qualitativi e impegnandosi nello studio del settore, nella comunicazione e nell’aggiornamento e formazione dei propri associati.

MPI Italia Chapter è il primo capitolo nato in Europa e conta oggi 230 soci.