Il fenomeno di un mercato che cresce da circa quarant’anni dà sicuramente spazio ad ampie discussioni, analisi e riflessioni. MSC Crociere ha affidato all’Università Cà Foscari di Venezia uno studio sugli effetti diretti, indiretti e indotti del sistema crocieristico in Italia. Lo scorso 9 giugno, presso la Sala Capitolare del Senato della Repubblica, il prof.Emilio Becheri, Università di Firenze e Presidente Mercury, il prof. Francesco di Cesare, Docente di Marketing del Turismo presso l’Università e Presidente di Risposte Turismo, hanno illustrato i risultati dello studio. L’apertura dei lavori del convegno è stata affidata al Sen. Luigi Grillo, Presidente dell’VIII Commissione Lavori pubblici e Comunicazioni Senato della Repubblica; sono intervenuti, moderati da Mauro Mazza Direttore Rai 1, Cinzia Renzi, Presidente Fiavet e Rappresentante Confturismo, Giacomo Costa Ardissone, CFO MSC Crociere. E mentre il Turismo è considerato un malato che ha bisogno di terapie serie, il mercato crocieristico gode di ottima salute; ci s’interroga sulle ragioni di tale trend positivo, che si calcola durerà almeno fino al 2015. “Dai 700 mila crocieristi del 1970, si è passati ai 4,5 milioni degli anni ’90, per arrivare infine ai 19 milioni stimati per il 2010”illustra Francesco di Cesare. ”La principale ragione che spinge i consumatori americani e europei a scegliere una crociera risiede nel fatto che è percepita ancora come un prodotto nuovo che concentra molte persone in un unico luogo e favorisce la socializzazione. Il profilo del crocierista si è evoluto nel tempo: dal turista facoltoso e con molto tempo a disposizione di una volta, a quello giovane, dinamico, viaggiatore e “divoratore” di immagini e destinazioni. Oggi il target principale è diventato la famiglia, cui tutte le compagnie si rivolgono con tariffe specifiche, ad esempio non facendo pagare i ragazzi fino a 18 anni. A ruota seguono gli sposi: in Italia oggi una coppia su due sceglie la crociera come soluzione per la propria luna di miele”. Quali elementi fanno la differenza tra mercato crocieristico e altri settori del turismo? Nel comparto crocieristico è l’offerta a trainare la domanda. La crescita degli ultimi anni è frutto di una diversificazione del mercato. Altra peculiarità significativa è la concentrazione del mercato: l’80% è suddiviso tra cinque player. Inoltre le compagnie hanno immesso sul mercato navi sempre più grandi con una maggiore capacità in termini di posto letto, dato che va di pari passo con tassi di occupazione delle navi vicine al 100%. Ma quale ruolo rilevante ha giocato MSC Crociere sull’economia italiana? “Lo studio calcola in 1.523 milioni di euro la ricaduta sul sistema economico italiano dell’attività di MSC Crociere nel 2009” evidenzia Giacomo Costa Ardissone. “ La nave è ormai una città galleggiante, è una destinazione più che un mezzo. Nel 2009 abbiamo avuto due milioni di transiti che aumenteranno di 500 mila nel corso del 2010. L’incremento organizzativo è mostruoso: abbiamo creati servizi amministrativi e per il booking”. Sono 1700 i fornitori italiani di MSC, di cui 600 nell’area food & beverage e 1.100 per le altre aree. I dipendenti italiani a bordo delle navi MSC Crociere e quelli impiegati nelle sedi italiane della Compagnia sono 2.370. Ma se si considerano anche i diversi settori produttivi interessati, le unità di lavoro collegate all’attività di MSC Crociere nel 2009 raggiungono un totale di 11.869, con redditi equivalenti complessivi pari a circa 270 milioni di euro. “ Con questi numeri, se riuscissimo a entrare nel sistema paese sarebbe ottimo” aggiunge Costa Ardissone. “ Tutto il nostro centro di produzione e commercializzazione è in Italia; la distribuzione avviene poi anche all’estero. In Italia continueremo a crescere e per fare sempre di più siamo pronti a sederci e a discutere con autorità portuali, amministratori locali, rappresentanti di governo”. A tal proposito, questa la risposta del sen.Grillo: “Come sistema Italia cercheremo di dare risposte adeguate ad un paese bagnato da chilometri di coste, con più 250 porti e 23 autorità portuali, con giacimenti culturali invidiati e apprezzati da tutto il mondo. Vogliamo investire maggiormente per mettere in sicurezza i porti. Dobbiamo rilanciare quest’area dell’economia, riporre più attenzione su questi segmenti. Dobbiamo credere in questa linea di lavoro perché si rifletterà positivamente su altri settori e risolleverà l’economia del Paese”. L’analisi sul mercato crocieristico ricorda inoltre che l’Italia è il primo paese del Mediterraneo, ma i flussi nel nostro Paese sono concentrati in poche realtà portuali, soprattutto Civitavecchia, Venezia, Napoli e Genova e sono legati ai bacini d’utenza principali, vale adire Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Toscana e Lazio. Parola chiave per il mercato crocieristico, specie quello mediterraneo, è la destagionalizzazione: nel Mare Nostrum, infatti, sono in forte aumento i crocieristi nei mesi autunnali e invernali, che in precedenza preferivano spesso le destinazioni caraibiche. Concorde sulla necessità di destagionalizzare il flusso turistico, Cinzia Renzi torna a riflettere sullo stato di salute del Turismo italiano: ” Vorrei soffermarmi su una valutazione politica: purtroppo in Italia l’equazione Turismo non corrisponde ad economia ma a fenomeno sociale. Siamo cresciuti nella convinzione di poter offrire il Bel Paese, ma dobbiamo prestare più attenzione al prodotto Italia, considerando che i tempi sono cambiati, che il turismo è cambiato. Non dobbiamo dare attenzione solo al turismo balneare; dobbiamo svecchiare e migliorare le infrastrutture, che spesso riportano all’incubo della Salerno/Reggio Calabria. Il sistema di trasporto con i treni è in uno stato pietoso: al turista conviene di più prendere l’aereo e in tre ore raggiunge l’Egitto, con molto meno la Tunisia. In Italia non abbiamo la cultura del Turismo, e invece investendo in questo settore si può arrivare al 20% del PIL. Continuando così, rischiamo non solo di avere un Turismo malato, ma addirittura un Turismo morto”.
Antonella Pino d’Astore