Le originali opere della scultrice orafa di Nereto (Te) in esposizione dal 22 ottobre al 17 novembre presso la Banca di Teramo Bcc. L’evento riceve il plauso del noto critico Géerad-Georges Lemaire. La pittura incontra la scultura, l’oro si fonde con le pietre più belle e gli smalti più intensi, in un affascinante viaggio artistico tra cielo e terra. Un itinerario di “pittosculture” – originali tavole dove dal colore degli smalti e dell’oro si alzano sculture di pietre preziose – che l’artista Rossella Faraone proporrà con la mostra “Le Mappe Celesti e Terrestri”, in esposizione dal 22 ottobre al 17 novembre prossimi presso la sala “Carino Gambacorta” della Banca di Teramo di Credito Cooperativo, in via Crucioli a Teramo. In questa prestigiosa location – dove negli ultimi anni per iniziativa dell’onorevole Antonio Tancredi, presidente della Banca di Teramo, si sono alternati eventi culturali dedicati a nomi del calibro di Pablo Picasso, Aligi Sassu, Gigino Falconi e molti altri – l’artista di Nereto (Te), affermata maestra d’arte e scultrice orafa con all’attivo numerose mostre in tutto il mondo, metterà in vetrina per la prima volta ben trenta opere che rappresentano un’evoluzione del suo percorso personale, fatto di creatività, passione, conoscenza dei materiali, gusto estetico.
Le “pittosculture” in mostra sono state realizzate da Rossella Faraone a partire dal 2005 e, finora, sono rimaste in esposizione presso il suo atelier a Nereto, a disposizione di amici, conoscenti e appassionati delle sue sculture d’oro. Con questo grande evento teramano, l’artista intende ora portare all’attenzione del grande pubblico una forma espressiva assolutamente innovativa, che ha già avuto modo di convincere un critico d’arte del calibro di Gérard-Georges Lemaire: è suo, infatti, il testo critico del catalogo, nel quale, tra le altre cose, afferma “Dipingere con delle pietre, come in altri tempi si dipingeva con l’oro, per realizzare le superbe pale che hanno ornato gli altari dell’Europa del Rinascimento e dell’età barocca, dipingere delle pietre grezze o lavorate e con dell’oro è ciò che fa l’originalità di Rossella Faraone”. Gli fa da eco anche il presidente della Fondazione Michetti, Vincenzo Centorame, che nella presentazione del volume scrive che “le opere della Faraone sarebbero da interpretare anche alla luce di quella mistica delle pietre preziose di cui parla Paul Claudel, il quale invita ad osservare le cose belle della terra pensando a quelle del cielo”.
E infatti, il filo conduttore dell’esposizione è proprio questo profondo legame tra il finito e l’infinito, da sempre al centro della riflessione di Rossella Faraone. Spiega infatti l’artista a proposito del messaggio che vuole trasmettere con questa mostra: “Vorrei che l’umanità prendesse coscienza della meraviglia che ci circonda, di quanto l’uomo sia straordinario, che l’uomo si sintonizzasse con se stesso e con gli altri, con la natura e con tutto ciò che lo circonda, soprattutto che imparasse ad essere empatico, l’empatia penso sia la chiave per risolvere tutti i problemi, focalizzare il mondo interiore di chi ti sta di fronte, questa è la costante della mia vita. Esplorare se stessi e gli altri. Auspico che il pubblico senta quello che sento io per le mie opere, Lemaire ha colto il misticismo che si cela dietro le mie creature e la sfida che c’è in esse. I misteri nascosti nell’inconscio, c’è un fuoco che cresce nella mia anima, c’è un fuoco che anima la mia anima. Credo che le mie opere bisogna sentirle, ascoltarle, così si animano dentro di noi, nel nostro spirito”.
Il vernissage si terrà venerdì 22 ottobre alle ore 18.00 presso la Banca di Teramo in via Crucioli n. 3. Interverranno, oltre a Rossella Faraone, Gérard-Georges Lemaire, Vincenzo Centorame, Antonio Tancredi.
La mostra rimarrà aperta dal martedì al sabato con orario 10.00-13.00 e 16.00-19.00. Ingresso gratuito.
L’evento gode del patrocinio della Banca di Teramo Bcc, Regione Abruzzo, Provincia di Teramo e Comune di Teramo.
SCHEDA TECNICA
Titolo dell’evento: Le Mappe Celesti e Terrestri
Mostra personale di: Rossella Faraone
Testo critico: Gérard-Georges Lemaire
Opere in mostra: 30 pittosculture
Coordinamento generale: Giovanni Colletta
Sede esposizione: Banca di Teramo Bcc, via Crucioli n. 3, Teramo
Vernissage: venerdì 22 ottobre ore 18.00
Periodo espositivo: 22 ottobre-17 novembre 2010
Orari: dal martedì al sabato, 10.00-13.00 e 16.00-19.00
Catalogo: Di Paolo Edizioni
Fotografie: Gino Di Paolo
Con la collaborazione di: Banca di Teramo Bcc
Con il patrocinio di: Regione Abruzzo
Provincia di Teramo
Comune di Teramo
Informazioni: tel. 0861 810160
Cell. 349 7836329
Email [email protected]
Internet: www.rossellafaraone.it
www.bancaditeramo.it
Ufficio stampa: Piergiorgio Greco
335 1709639
ROSSELLA FARAONE – BIOGRAFIA
Rossella Faraone nasce a Roma, città nella quale ha studiato e posto le prime importanti basi della sua formazione professionale. Si iscrive all’Istituto d’Arte “Silvio D’Amico” di Roma dove scopre una particolare inclinazione per l’arte orafa e si diploma Maestro d’arte in Oreficeria e Metalli. Frequenta l’accademia orafa romana, ed inizia una serie di corsi di perfezionamento e specializzazione, tenuti dai più famosi maestri d’arte orafa romani e aretini, in scultura orafa, incastonatura, incassatura, smaltatura, oreficeria antica, cesello e sbalzo, incisione. Nel suo percorso di specializzazione, Rossella Faraone viene affascinata dalla scultura orafa di Benvenuto Cellini e dall’oreficeria etrusca, i cui tratti stilistici si imprimono nelle sue creazioni diventando al tempo stesso motivo di ispirazione per le sue creazioni. Negli anni Novanta si trasferisce a Nereto, in provincia di Teramo, dove apre il suo primo laboratorio. Si avvicina così anche all’oreficeria abruzzese e ne studia in particolare la simbologia antica che ripropone poi nella sua personale e raffinata interpretazione della “Presentosa”. Le sue creazioni sono dei pezzi unici, realizzati completamente a mano, lavorati a scultura, cesello e sbalzo, e rappresentano la sintesi perfetta di tutte le contaminazioni stilistiche che l’hanno sempre affascinata, dall’arte etrusca al barocco, dal liberty allo stile impero. I gioielli di Rossella Faraone sono stati esposti in varie località italiane ed in importanti mostre all’estero, riscuotendo ovunque grande ammirazione e apprezzamento; alcuni pezzi unici vengono venduti in esclusiva dalla galleria d’arte Savelli a Roma. Nel 2005 Rossella Faraone inizia a dar vita anche alle “pittosculture gioiello”: prende le materie nobili che è abituata a plasmare e trasformare in preziosi capolavori di scultura orafa, e li riversa sulla tavola dove li plasma per dare corpo, stavolta, al suo mondo interiore. Sono tavole di particolare bellezza, caratterizzate da una marcata tridimensionalità, conferita con l’abile accostamento dei diversi tagli e volumi delle pietre preziose, e da un forte impatto cromatico reso con sapienti contrasti di colore degli smalti gioiello. L’oro e l’argento sono la perfetta liaison tra le due esperienze artistiche e accompagnano l’evoluzione dell’estro creativo, imprimendo al tempo stesso la riconoscibilità del suo stile. Nel dicembre 2005 Rossella Faraone viene invitata dal Lions Club di Giulianova (Te) a tenere una presentazione commentata del suo lavoro durante la quale vengono mostrate tutte le fasi di creazione di un gioiello. Nel 2006 le Pittosculture gioiello insieme ad alcuni dei gioielli più importanti di Rossella Faraone sono in mostra presso l’Hotel Quisisana di Capri. Nell’aprile dello stesso anno la Giunta Comunale di Nereto seleziona, tra le realizzazioni orafe della Val Vibrata, la Presentosa di Rossella Faraone per farne omaggio a donna Carla Voltolina Pertini. La Presentosa viene consegnata dal sindaco insieme all’orafa in occasione dell’inaugurazione della statua dedicata a Sandro Pertini, che fu insignito della cittadinanza onoraria di Nereto all’epoca della sua Presidenza della Repubblica.
DAL TESTO CRITICO DI GÉRARD-GEORGES LEMAIRE
Rossella Faraone appartiene a quella nuova categoria di pittori che lavora senza l’aiuto della pittura. Sino ad oggi ha scelto di realizzare le sue composizioni solo con pietre. Dobbiamo qui dissipare ogni sorta di malinteso che potrebbe nascere quando pensiamo al mondo minerale. Lei non è una scultrice (nel vero senso della parola) e ha tutta l’intenzione di restare nel campo pittorico, anche se le sue opere sono eccentriche da questo punto di vista (ma tutto è in relazione a ciò che sappiamo apertamente sull’arte moderna!). Lei non s’interessa al bassorilievo né al tutto tondo, anche se i suoi lavori presentano dei volumi provocati dalla natura stessa della materia che lei manipola. Lei gioca con lo spessore e l’irregolarità delle superfici meditate anticipatamente, ma ciò non è altro che uno dei tratti singolari della sua attività artistica. […]
La sua professionalità, la tecnica estremamente sofisticata che ha nel trarre dalle pietre ciò che ha in mente, gli vengono dal mestiere di gioielliere d’arte. Per lei, gli zaffiri, i rubini, gli smeraldi, gli onici non hanno alcun segreto. Che non si pensi tuttavia che lei si sia accontentata di trasporre una tecnica, di cui padroneggia bene tutti gli aspetti di questo nuovo campo espressivo, che non sarebbe altro che il puro e semplice prolungamento. Nell’esercizio dell’arte, dimentica le acquisite leggi della professione, che richiedono conoscenze approfondite e una pratica acuta, per conservare solo una profonda intimità con le pietre di valore. Non è facile passare da un artigianato che ha una dimensione artistica all’arte pura, vale a dire che esclude ogni funzione e valore d’uso. […]
Rossella Faraone ha elaborato la sua arte al di là di ogni figurazione. Non ha optato per le costruzioni rigorose e fredde del neoplasticismo o degli artisti della Hard Edge americana. Al contrario i suoi quadri sono di natura esuberante e potrebbero far pensare al “barocco”, anche se questo termine ricopre forme diverse e contraddittorie. Diciamo piuttosto che sono di essenza barocca, ricordandoci che questo termine, in origine, serviva a designare una perla dai contorni irregolari. Difficile da avvicinare ad una qualsiasi corrente artistica. Se fosse più vicina ai pittori dell’Espressionismo astratto, avrebbe nella sua pratica un atteggiamento che l’avvicinerebbe allo spazialismo, non ciò che Lucio Fontana e i suoi amici hanno fatto nel dopo guerra, ma nell’ottica della loro ricerca. C’è una relazione con la materia che l’avvicina a Jean Dubuffet e ad Alberto Burri. Ma in fin dei conti, tutte queste analogie non servono se non a rendere un’idea abbastanza vaga dell’originalità del suo lavoro poiché è impossibile avvicinarla a chicchessia appartenente al passato recente o alla nostra epoca. Rossella Faraone ha inventato un suo metodo e una sua estetica. […]
Se ci si sofferma davanti ad una delle opere di Rossella Faraone e ci si interroga senza pregiudizi sulla loro realtà, costatiamo che non ci si lascia andare ad un’interpretazione unica. Le sue opere possiedono dei significati multipli, che si completano, in cui a volte, s’infiltrano contrasti insoliti. Ognuna di queste interpretazioni attribuisce più forza, peso e densità. L’originalità delle sue composizioni riposa su una contraddizione tra il valore dei materiali che lei utilizza, la loro natura decorativa e la loro natura “esplosiva” opposta alla precedente. E possiamo scommettere che il suo lavoro prenderà, in un prossimo futuro, un aspetto ancor più sofisticato.
Dipingere con delle pietre, come in altri tempi si dipingeva con l’oro, per realizzare le superbe pale che hanno ornato gli altari dell’Europa del Rinascimento e dell’età barocca, dipingere delle pietre grezze o lavorate e con dell’oro è ciò che fa l’originalità di Rossella Faraone. Sembra sentir riecheggiare il poema del vescovo Marbode (verso il 1035, vescovo di Rennes tra il 1096 e il 1123), Sulle dodici pietre preziose che servono alle fondamenta della città celeste, che è un commento dell’Apocalisse di Giovanni:
“Cittadini della patria celeste
cantate il re dei re;
egli è il creatore supremo
della città celeste
i cui edifici
hanno qui le fondamenta.
“Il diaspro, per il suo colore verde,
porta la freschezza della fede
il quale, perfetto con tutti gli uomini,
non perde mai la sua forza;
e grazie alla sua protezione
essi hanno resistito al diavolo.
“Lo zaffiro in apparenza,
è simile al trono celeste;
rappresenta il cuore dei semplici,
che attendono con ferma speranza,
e la cui vita e condotta
incantano l’Altissimo. […] ”
Manipolando con destrezza e scienza impressionante pietre costose, così come i pigmenti colorati, lei esplora un territorio ancora da scoprire, dove il tatto è importante quanto la vista – universo incantato dell’arte, arricchito dalla sua solerzia, nel bagliore di un’astrazione presa dalle forze occulte del suo desiderio.