di Liliana Comandè
Piccoli borghi, musei, castelli, costituiscono una grande risorsa per il nostro paese. Il turismo culturale non è legato alla stagionalità e, dunque, molto importante economicamente per il settore e l’Italia. Ma chi si deve occupare del suo sviluppo e della sua promozione?
Nuovi itinerari culturali per un turismo di qualità? Il cosiddetto turismo di nicchia, non solo da proporre agli stranieri, ma anche, e soprattutto, agli italiani, che potrebbero usufruirne con più facilità perché spenderebbero anche meno ed avrebbero delle opportunità in più sul come trascorrere i fine settimana senza spendere un patrimonio. Se ne parla, e sempre più spesso, soprattutto negli ultimi anni, tuttavia un dubbio ci assilla.
Gli italiani sono preparati al grande salto di qualità, è il caso di dirlo, dalle vacanze all’insegna della tintarella sulle spiagge più o meno affollate (in estate) a quelle culturali nei musei, nelle gallerie d’arte, nei parchi archeologici, nei piccoli incantevoli borghi, nei santuari sparsi nella nostra penisola, nei numerosi castelli che sono un patrimonio storico inestimabile, nelle piccole località nelle quali, oltre alle bellezze naturalistiche, si possono trovare testimonianze del nostro passato?
Si parla molto di turismo alternativo e di nuove idee per promuovere il nostro paese al fine di “scrollarci” di dosso questa crisi che sta sopraffacendo il settore (in questo caso l’incoming), ma, prima di tirar fuori programmi, magari destinati a restare soltanto itinerari dentro un depliant, bisogna capire se tra il grande pubblico dei vacanzieri, c’è la preparazione per comprendere appieno il significato delle proposte turistico-culturali oppure eno-gastronomiche (ma qui il terreno è già più fertile: l’italiano ama molto mangiare e bere!). L’italiano medio, purtroppo, predilige starsene – pancia all’aria – sdraiato su una spiaggia oppure ad oziare davanti al televisore.
Il problema è proprio questo, perché per un turismo culturale, e dunque di qualità, è necessario disporre di un bagaglio altrettanto culturale, che non è quello della preparazione scolastica, per intenderci. E’ indispensabile, invece una sensibilità particolare che si acquista soltanto col tempo. Ritengo che non ci si debba limitare ai semplici progetti ed alle iniziative che, per quanto siano meritevoli di attenzione, il seguito sarà per forza di cose molto limitato.
Bisogna sensibilizzare i bambini e gli adulti…
Bisogna, invece, lavorare anche su un altro fronte, quello della sensibilizzazione, molto più impegnativo perchè non richiede tanto l’intervento degli operatori specializzati quanto quello dei genitori, insegnanti, mass media. A mio avviso bisogna educare le persone ad un turismo diverso. Solo così si avrà il terreno fertile affinché il seme del turismo culturale di qualità possa attecchire e si potrà così dire di aver avuto un’idea realmente vincente.
La nostra penisola, lo ripeto da anni, è come un museo a cielo aperto. Ad ogni passo si possono incontrare memorie di un passato più o meno lontano, monumenti che sono espressione dell’arte più creativa che il mondo ci invidia.
Non per nulla i grandi viaggiatori stranieri del 18° e 19° secolo la battezzarono Bel Paese. Insomma gli itinerari culturali, spesso di qualità, incominciano già davanti all’uscio di casa.
L’importanza della famiglia…
Ma quanti sono i genitori che indicano i ricordi del passato? Le espressioni artistiche più belle, spiegandone con parole semplici il significato? Quante sono le maestre d’asilo che fanno la stessa cosa?
… e l’importanza della scuola
E quante insegnanti elementari non si limitano a spiegare, per esempio, l’epopea di Romolo e Remo o l’eroismo di Orazio Coclite, ma, invece, se sono a Roma, accompagnano i bambini sull’isola Tiberina e lì, in uno scenario unico e ricco di storia, provano a ricostruire non solo l’episodio storico in sé stesso, ma la società del tempo? Spesso, anziché avvicinare i bambini alla cultura gli insegnanti li allontanano, perché non sono in grado loro stessi di parlare con semplicità del nostro passato e di tutto ciò che resto di esso.
E’ pur vero che i programmi scolastici e l’orario di servizio degli insegnanti non consentono la possibilità di queste divagazioni, ed inoltre padri e madri, dopo una settimana di lavoro, pensano a rilassarsi piuttosto che imbarcarsi con i figli per un viaggio a ritroso nel tempo per andare alla scoperta del passato, anche perché un ingresso ad un museo diventa una spesa consistente per una famiglia composta da 3 o 4 persone, e questo è un altro dei nostri grandi problemi.
La cultura ha un costo piuttosto elevato e, talvolta, diventa un deterrente per chiunque ci si voglia avvicinare. Una politica che venga incontro alle esigenze di chi vorrebbe “acculturarsi”, ma deve fare i conti con il budget familiare, sarebbe più che mai auspicabile. Il nostro Ministro del Turismo, assieme a quello per la Cultura, dovrebbero farsi carico di questa problematica facilmente risolvibile, che è socialmente, culturalmente ed economicamente importante.
In Italia non c’è sensibilità culturale…
Comunque è così perché, in fondo, in Italia manca la sensibilità culturale. Ed è un problema al quale, a mio avviso, andrebbe posto subito rimedio. Innanzi tutto con l’adeguamento dei programmi scolastici per i ragazzi, e poi con il bombardamento di notizie specifiche sulle testate giornalistiche, radiofoniche e televisive per gli adulti.
Tutto questo è importante: Serve a far vivere con occhi diversi una vacanza, indubbiamente in modo meno godereccio ma certamente, a lungo andare, più appagante. Non solo: anche più utile per l’economia nazionale
Il turismo culturale è destagionalizzato ed è un’opportunità in più per gli operatori turistici
Infatti uno degli aspetti del turismo culturale è che non è legato alla stagionalità. Questo significa che villaggi e borghi o vocazione turistica, città d’arte e luoghi di interesse artistico non saranno più abbandonati a sé stessi.
Ci saranno invece sempre visitatori che faranno lavorare agenti di viaggio, custodi, guide, baristi, ristoratori e albergatori ecc…. Insomma, ci potrà essere una ruota motrice dell’unica attività economica capace di appagare le borse e lo spirito: il Turismo.
Sono utopie? E’ un impresa difficile? No, certo, ogni città è come una scuola dove c’è tutto per imparare, acquisire quel grande bagaglio culturale che un giorno permetterà di capire le cose belle, ma nascoste, che anche il villaggio più piccolo e sperduto riesce ad offrire a chi va in cerca di nuove occasioni per un turismo culturale davvero di qualità.
Dunque è necessaria solo un poco di buona volontà, occorrerebbe avere quel tanto di forza interiore quanto basta a convincersi che il sacrificio di qualche ora può tradursi prima o poi in un beneficio per la collettività.
Occorrerebbe che gli insegnanti, coloro che hanno la responsabilità culturale dei bambini e dei ragazzi, spiegassero che la storia non è fatta solo di date delle guerre tra romani e galli o cartaginesi, ma anche da piccoli episodi di vita vissuta che videro come protagonisti uomini oscuri e grandi artisti.
Occorre rievocare le scene di vita che influirono spesso nella creazione delle opere d’arte. Solo allora il bambino (futuro uomo) comprenderà i problemi, le ansie e le gioie di chi è vissuto nel passato. Lo sentirà più vicino a lui ed imparerà ad amarlo e capirlo fino a fare proprio il messaggio artistico che ha voluto trasmettere ai posteri.
E solo allora il turismo sarà anche cultura all’insegna della qualità.
Tutti i piccoli T.O., impegnati da anni nella valorizzazione di realtà turisticalmente e culturalmente importanti, ma dimenticate da quelle AUTORITA’ che hanno, non solo il dovere, ma anche l’obbligo di favorire la crescita dell’industria del turismo locale, destinata a diventare il volano del turismo nazionale, vera ricchezza del paese, potranno raccogliere i frutti di ciò che hanno seminato negli anni con sacrificio, passione, dedizione e professionalità.
Sono assolutamente d’accordo! La scuola come esperienza fondamentale per la formazione civica e civile degli individui. Basta gite a caso e la Storia dell’Arte, specialemente in Italia, deve avere la stessa dignità, rilievo e autorevolezza delle altre materie.
marco
cara liliana, quanto hai ragione… peccato che un popolo bue si governi con più facilità, per cui perché sforzarsi di acculturarlo quando è meglio tenerlo nell’ignoranza? le riforme dell’istruzione, dei beni culturali, le leve finanziarie e fiscali che possano incentivare le attività economiche legate alla cultura (editoria, ecc.), spettano ai governi. Se pensiamo solamente alla situazione attuale, cosa abbiamo? Un premier proprietario di televisioni; un ministro dei beni culturali che proviene da Publitalia (il precedente aveva almeno il merito di aver tenuto una rubrica di poesie su Vanity Fair); un ministro del turismo che pensa alle spiagge per cani; un sito dell’Enit che magnifica le dolci colline di Cremona (!); un ministro dell’istruzione che per passare l’esame d’avvocato si è trasferita da Brescia a Reggio Calabria… mala tempora currunt.
Gentile sig. Brusoni, ha proprio ragione. Non c’è proprio la volontà nel nostro Bel Paese di acculturare le nuove leve, i giovani di oggi, sempre piu’ catturati dall’apparenza che dalla sostanza. Trasmissioni educative che vengono proposte in seconda serata o in tarda notte, mentre le reti traboccano di reality che ci fanno davvero capiti quanto in basso sia arrivata la mentalità dell’italiano medio. E perchè non parlare dei Giornali o settimanali piu’ venduti? Una volta in edicola spopolava Focus, Airone, e altre riviste educative, oggi il record di vendita appartengono a giornaletti di gossip e e di chiacchiere di quello che sposa l’altro dopo che ha lasciato quell’altro ancora. Spero che da questo baratro si possa risalire al piu’ presto altrimenti chissà cosa ci aspetta. un saluto a lei e tanti complimenti, come sempre alla signora Comandè che, con i suoi editoriali, illustra sempre meglio questo nostro Bel (?) Paese.
Concordo pienamente con quanto su riportato. Non ci sono politiche educative in atto volte a valorizzare anche il nostro territorio e condivido quanto da lei esposto. In periodi di crisi del settore, dove i pax che vengono in agenzia, cercano sempre e solo week end brevi o abbastanza economici, proprio per non pesare sul bilancio familiare, la riscoperta delle campagne e dei piccoli borghi attorno alle grandi città può essere un motore che smuove finalmente la nostra economia oramai stagnante da anni. Siamo un paese ricco di storia, di bellezze che tutto il mondo ci invidia e noi non facciamo niente per sostenerci. Spero che i politicanti, quelli veri, se ne accorgano e prendano provvedimenti al piu’ presto.
Qualche giorno fa, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha affermato che “la politica sono i cittadini”, nel senso che la politica è fatta da cittadini. L’attuale ministro del turismo ed i suoi colleghi e colleghe che amministrano il Bene Pubblico non ci sarebbero stati se qualcuno non li avesse votati. E poi, i cittadini e gli operatori hanno gli strumenti in mano per cambiare lo stato delle cose relativamente al turismo culturale. Voglio ricordare che molti anni fa, un giornalista e scrittore catapultato sul seggio di Ministro dei Beni Culturali, mi riferisco a Ronkey, dopo lunghissima battaglia, riuscì a far approvare una legge che dava spazio e mezzi ai giovani desiderosi di impegnarsi nella valorizzazione e gestione dei Beni pubblici. Pochissimi si sono fatti avanti proponendo di gestire aree archeologiche strappandole al degrado etc. Perchè? Ci crediamo oppure no al patrimonio archeologico e culturale della nostra Terra? Vogliamo cominciare a partire a prescindere dagli impegni quotidiani della signora Brambilla e del suo “direttore” cav. Berlusconi?
Carissima Liliana,credo che questo sia uno degli editoriali più belli e importanti che hai firmato,senza nulla togliere agli altri sempre contraddistinti da un alalisi approfondita ed estremamente professionale delle problematiche del settore turistico.Ma qui tocchi il cuore del problema:il turismo in Italia sarebbe una risorsa enorme,capace di valorizzare le infinite eccellenze del nostro territorio e di creare nuove opportunità di lavoro,cioè un vero e proprio volano economico del territorio nazionale e per tutte le categorie del settore(agenzie,alberghi,ristoranti,guide,BB,balneari ecc).L unico settore,fra l altro, che non delocalizza le proprie unità produttive.Ogni angolo d Italia è arte,storia,cultura,natura ogni spicchio d Italia è un angolo di paradiso con le sue sfumature,i suoi colori,i suoi sapori.E proprio qui sta il paradosso:abbiamo in mano una fuoriserie di prima grandezza e la trattiamo come un utilitaria decotta da mandare al macero.Abbiamo oltre il 60% del patrimonio artistico-culturale e manca,come hai giustamente sottolineato tu,la sensibilità culturale.Non posso che condividere l idea di una formazione diversa,che coinvolga i bambini e le famiglie,l idea di una scuola laboratorio,più a contatto con il nostro immenso patrimonio artistico-culturale:vivere la storia e la cultura aiuta a crescere in modo diverso e apre la mente.I segmento culturale,fra l altro,ha il vantaggio di destagionalizzare realmente l attivitò turistica e potrebbe portare innegabili vantaggi non solo alle attività turistiche,ma anche all industria e al commercio.E anche qui condivido il tuo pensiero:è un segmento di mercato che da anni si regge sui sacrifici dei piccoli e medi tour operator che mattoncino dopo mattoncino,giorno dopo giorno sono riusciti a costruire itinerari e pacchetti che se ben promossi a sistema invoglierebbero tanti italiani e stranieri a visitare il nostro Paese.Ma quello che manca è proprio il sistema:per anni si è dato tutto per scontato,si è aspettato che il turista arrivasse;oggi niente è scontato e sono competitive quelle realtà che meglio promuovono a sistema le loro bellezze e le loro eccellenze.Un caro saluto
Rino Siconolfi
Caro Rino, ti ringrazio per il complimento. Credo di aver spiegato abbastanza la triste situazione nella quale versa la nostra scuola, le nostre famiglie, ma anche dell’indifferenza di chi avrebbe il dovere di provvedere a far sì che questo nostro patrimonio umano, artistico-culturale e di energie degli operatore. Un patrimonio inestimabile, e che potrebbe procurare tanta ricchezza la paese, lasciato nell’indifferenza più totale. O siamo noi che siamo troppo avanti o sono i nostri politici che sono indietro e non capiscono niente di ciò che andrebbe fatto. Senza dispendio di soldi da parte dello Stato. Ma siamo in Italia, paese che ormai ha toccato il fondo in ogni senso, anche quello del buonsenso! Un carfo saluto anche a te.
Caro Salvatore, i giovani operatori (ma non solo i giovani), credono moltissimo nel turismo culturale e il settore è pieno di proposte interessanti. Il problema è la promozione di questi programmi. I piccoli e medi T.O. non hanno “le spalle coperte” per affrontare economicamente la divulazione di questi interessanti programmi. E qui dovrebbe intervenire il nostro Ministro del Turismo offrendo la possibilità di pubblicizzare il loro lavoro GRATUITAMENTE attraverso i media e la televisione di Stato (non rappresenta anche lo Stato, il nostro Ministro?). Finché sarà lasciato nelle mani di chi ha le capacità di proporre ma non i soldi per divulgare il frutto del proprio lavoro, il turismo culturale sarà sempre un turismo di nicchia. E questo non basta e non deve bastare pedr un paese come il nostro che ha da offrire più del resto delmondo in termini di cultura, siti archeologici, storia ecc…
Gent.ma Liliana,
mille volte complimenti. Sono tanti anni che lavoro nel turismo e certo il settore è cambiato. Gli agenti di viaggio, miei clienti, spero leggano e facciano tesoro di quanto da te suggerito. Io ritengo che potrebbero qualificare la categoria( e con essi tutte le altre figure del settore come guide, accompagnatori -autorizzati – etc) e tutti assieme contribuire alla promozione del nostro meraviglioso paese. Dopo tanti anni di outgoing sto cercando di convincerli a guardare con più attenzione al proprio territorio e a quanto di bello ch’è da proporre aprendo un nuovo sbocco alla loro attività e certamente una opportunità fino ad ora poco sfruttata. Ho replicato il tuo articolo sulla mia piattaforma (spero gradito)
Grazie Andrea, gli agenti di viaggio leggono sicuramente quello che scrivo, lo dimostrano i commenti, le e-mail e le telefonate che ricevo ogni giorno in ufficio. Mi fa piacere sia che tu concorda con me su quanto scritto, sia che tu abbia pubblicato il mio redazionale sulla tua piattaforma. Lo ritengo un grande onore. Vedrai, ora che è finito il TTG, ci saranno i soliti commenti a quanto da me scritto, ed è la cosa che più mi piace perché è una cosa costruttiva ed utile al settore. Grazie ancora.
Grazie anche a te Maurizio. I politicanti, purtroppo, si accorgono solo di quello che fa più comodo ai loro interessi – anche di immagine. I veri problemi li conosciamo solo noi che vivamo nel e di turismo. I politicanti non sanno assolutamente niente di ciò che accade al di fuori della “loro casa”, eppure stanno lì a rappresentarci. Ma, in realtà, rappresentano solo sé stessi.
Flavio, è proprio così, siamo un paese in piena decadenza, in ogni senso. Gli illustri viaggiatori dell’ottocento che visitavano la nostra Italia Lo chiamavano Belpaese e lo fecero conoscere al resto del mondo. Oggi si rivolterebbero nella tomba nel vederla trasformata così e abitata da gente che sa tutto su ciò che accade nella televisione-spazzatura ma nulla su ciò che hanno di bello e di culturale sotto il naso.
Caro Andrea, hai ragione. La cultura rende la gente libera di pensare autonomamente, lp’ignoranza “rende schiavi”. Mala tempora currunt…è proprio così. Speriamo che finiscano in fretta.
Grazie Marco, mi auguro che la situazione possa andare nella direzione che auspichiamo. Dovremmo fare qualcosa di più anche noi, però. Contare qualcosa anche con le istituzioni, altrimenti tutto rimarrà come adesso: nel peggior modo possibile.
Bravissima Liliana, è sempre un piacere leggere i tuoi editoriali e i tuoi reportage. Noto ogni volta una spiccatissima professionalità e una vastità negli argomenti trattati sempre con assoluto occhio critico e precisione. Questo mi fa coraggio, perchè siamo sollecitati ogni giorno da persone che rilasciano dichiarazioni poco veritiere nel settore turistico e sapere di avere una persona come te, assolutamente obiettiva e chiara, è per me di grande incoraggiamento nel proseguire il mio lavoro. Grazie ancora e buon lavoro.
Grazie Giusy, mi fa molto piacere sapere di essere di conforto e di incoraggiamento, soprattutto per i giovani ADV. Buon lavoro.
E’ proprio vero Liliana, ci sono tanti piccoli T.O. che con molti sacrifici cercano di portare avanti un discorso di programmi culturali, senza avere l’appoggio di nessuno. Altro che passione! A volte può sembrare masochismo portare avanti certi discorsi che interessano poca gente rispetto a quella che preferisce essere sempre abbronzato. Ma fai bene a spronarli ad andare avanti. La cultura da noi è qualcosa che non conta sia da parte delle istituzione che degli italiani stessi. Il tuo suggerimento per una scuola diversa è quanto mai giusto. Spero che il ministro Gelmini legga quanto hai scritto. Quante cose andrebbero meglio se solo si seguissero dei principi di sano ragionamento come fai tu. Grazie per l’ospitalità e buona giornata.
Sono rientrato da TTG di Rimini, a proposito, che senso hanno ancora queste fiere che si concludono in una giornata e le fanno durare 3 giorni? Comunque, a mio parere c’erano molto meno agenti del solito in giro per i padiglioni. Già da sabato c’era pochissimo movimento e d’altronde che senso aveva girare per salutare tizio o caio in un momento come questo? I soldi ce li dobbiamo tenere in tasca e non buttarli in fiere. Non sono i tempi giusti per esporre o per fare quattro chiacchiere con le compagnie aeree e i tour operators. Dopo il piccolo movimento di agosto ecco che si è fermato nuovamente tutto. Sarà, ma io ho l’impressione che la nostra situazione stia ancora peggiorando. Non vedo alcuna luce all’orizzonte. Ciao
Ha ragione il Sig. Rino Siconolfi, concordo in pieno con ciò che hai detto tu e con quello che ti ha scritto lui. Abbiamo risorse enormi ma non sappiamo svilupparle, o non possiamo perché da soli non ce la facciamo. Mancano i soldi e la certezza del domani. Qualcuno obietterà che la certezza del domani non ce l’ha nessuno. Ma il nostro settore sta ancora scontando i danni dell’11 settembre 2001 e vorrei vedere quanti altri settori sono stati colpiti economicamente da quell’infausto avvenimento. Siamo sempre più soli, con un ministro che non si occupa di noi ma di tutt’altro. Per quanto tempo ancora sopravviverà il nostro settore? Non la vedo bene per noi tutti.
Concordo su tutto, portare una scolaresca in giro per una città d’arte, con relativa spiegazione di ciò che si vede vale più di 4 capitoli di storia dell’arte, la ns. bella Italia è veramente un museo a cielo aperto che non riusciamo a valorizzare e sfruttare al meglio e ahimè concordo anche sul fatto che spesso anche le famiglie latitano nell’educare i ragazzi alla cultura; certo è più semplice comprare loro la Play Station piuttosto che portarli a fare i turisti nella propria città o anche nei meravigliosi paesini limitrofi ai grandi centri che però hanno un fascino veramente molto particolare. In questo sono un pò di parte perchè ho la fortuna di vivere in un piccolo centro dell’Umbria e ne approfitto per invitare tutti a visitare questa splendida regione. Buona giornata a tutti i lettori di Travelling Interline. Tiziana
E’ vero Tiziana, è una questione di scuola e di famiglie. I bambini vanno educati alla conoscenza e all’amore per l’arte, la musica, la storia. La cultura in genrrale. Ma sembra che facciano fatica sia gli insegnanti che i genitori. Lei è fortunata a vivere in una bella regione come l’Umbria. Anche lì, fra natura, città e storia c’è un museo a cielo aperto. Cordiali saluti.
Caro Giancarlo, mi fa piacere quando commentate anche i pareri dei colleghi, questo vuol dire che siete interessati all’argomento da me trattato, ma anche a ciò che pensano gli altri ADV o T.O. Anch’io non sono ottimista sul futuro del turismo…e non solo per la crisi mondiale.
Franco, io non partecipo da 2 anni alle Fiere perchè trovo assurdo che, in un’epoca in cui tutto si evolve tanto in fretta che si fatica a stare dietro a tutti i cambiamenti, le Fiere stiano lì, immobili e immutabili come sempre. Che senso hanno oggigiorno? Solo a portare soldi e fama a chi le organizza? Ma non sono più importanti ed efficaci i road show? Fra una bolgia infernale di gente che si accaparra cataloghi, gadgets vari e mangia gratis, a cosa servono ancora questi cosiddetti incontri che, tra l’altro, costano anche tanti bei soldini?
No Giuseppe, il ministro ha ben altre cose da fare piuttosto che occuparsi seriamente della scuola. Il problema è che certe soluzioni, o certi cambiamenti, sono così semplici da apportare senza costi aggiunti. Ma da noi le cose facili non si fanno – non si può far mangiare nessuno della cricca – e intanto l’Italia, non solo quella scolastica, sta andando allo sfascio. Buona giornata anche a te.
Anche io sono rientrato dal famoso o famigerato TTG e, sinceramente, non riesco a comprendere il significato di così tante fiere a così berve distanza l’uno dall’altra. No Frills A Bergamo a fine settembre, TTG ai primi di ottobre, la BIT di Milano arriverà verso febbraio, a ridosso della BMT di Napoli che è qualche mese o settimana dopo, dico ma a cosa serve in questo periodo buttare così tanti soldi? Non si potrebbe ottimizzare il tutto e fare solo una ed unica fiera? Vogliamo appunto puntare sulla qualità piu’ che sulla quantità? E magari anche abbassare un pò i costi, così da permettere a tutti coloro che fanno turismo di potersi far conoscere? Quando inizieremo a guardare in faccia la reale situazione del turismo oggi? Spero ciò avvenga veramente il prima possibile
Buon pomeriggio sig.ra Comandè, ho letto con estremo interesse tutto il suo editoriale ma sulle ultime righe mi sono proprio soffermato perchè purtroppo mi rispecchio nella categoria; sono un piccolo Tour Operator della Toscana e per un pò abbiamo provato a promuovere il cosiddetto turismo culturale, organizzando pacchetti nelle città d’arte, borghi medioevali etc ma il riscontro non è stato sufficiente per poter continuare la promozione di questo prodotto. Che peccato e che delusione. Grazie per aver dato voce anche ai piccoli centri, borghi e castelli! Cordiali saluti.
Grazie Lorenzo, mi sembrava doveroso riprendere un discorso che ho già fatto tanti anni fa. Ma mi rendo conto che, nonostante siano passati tanti anni, la situazione non è mai cambiata. Ci sono le città di serie A e quelle di serie B. Soprattutto i nostri meravigliosi e interessanti centri, considerati minori, è come se non esistessero, eppure hanno tanto da offrire ai turisti. Pensiamo anche alle rievocazioni storiche, alle Sagre, agli eventi enogastronomici…oltre ad essere veramente belli da vedere. Cordiali saluti.
Buongiorno Ruggero, cosa rispondere se non che ha ragione? Non è tempo di buttare “alle ortiche” soldi ed energie. Troppe Fiere e troppo care. Nonostante la crisi del settore, non mi sembra che gli organizzatori abbiano abbassato i prezzi. Ma tant’è, c’è sempre chi pensa che la visibilità alle fiere sia molto importante. A parte il fatto che in Fiere molto grandi non si riesce neppure a vedere chi è presente e chi no, a meno che non ci si vada per incontrare quel tal T.O. Ma oggi esiste il P.c.. e FB, da anni c’è il telefono…si perde meno tempo, meno soldi e ci si dicono tutte le cose che si possono dire in Fiera (sempre che trovi disponibile o allo stand la persona che ti interessa.!
Questo editoriale lo rivolgerei a tutti i vacanzieri che letteralmente si riempiono la bocca citando località straniere ad esempio Sharm El Sheikh, Cayo Largo, Fortaleza (a volte non sapendo neanche dove sono) e poi magari non sanno quali meraviglie hanno dietro l’angolo. E’ vero che il turismo culturale è un turismo di nicchia ma se, come giustamente fa notare, si iniziasse ad educare a questo tipo di turismo dalla scuola, dalla famiglia, probabilmente la nicchia diventerebbe sempre meno nicchia. Un saluto dal Piemonte
Gentile signora Liliana,
ho appena finito di leggere il suo articolo e sono pienamente d’accordo con lei!!!!
Cara Liliana!i tuoi editoriali al solito lasciano il segno! “La nostra penisola, lo ripeto da anni, è come un museo a cielo aperto. Ad ogni passo si possono incontrare memorie di un passato più o meno lontano, monumenti che sono espressione dell’arte più creativa che il mondo ci invidia” Frase più vera non può esserci!
Peccato che al solito il ns grande patrimonio non viene valorizzato e sfruttato come dovrebbe!figuriamoci poi “della responsabilità culturale dai banchi di scuola”.
Forse lo era quando andavamo a scuola noi, ma adesso?
Chissà se il ns Ministro si pone le ne stesse domande e pensaerà mai di fare qualcosa al riguardo!
Mah!Un caro saluto! Annarita ADV Roma
Cara Liliana, ci conosciamo da tanti anni e da sempre sei in prima linea nell’affrontare argomenti di grande interesse per il settore. Questo, a mio parere, va a colpire proprio la radice dei nostri problemi: la mancanza di cultura da parte di noi italiani e nella mancanza di insegnamento nelle scuole di questa importante materia. Le famiglie oggi sono quelle che sono. Si vede la televisione, si comprano giochi elettronici ai figli o qualsiasi altra cosa che desiderano e lì finisce il compito dei nuovi genitori. La scuola? E’ allo sfacelo e della cultura non sa che farsene. Mon sa che farsene neppure la Gelmini, cosi come non si occupa di turismo la Brambilla. Che periodi oscuri stiamo attraversando! Grazie Liliana e un abbraccio.
Grazie Elena, mi fa piacere che concordi con quanto da me scritto. Un caro saluto.
Grazie Carlo per essere d’accordo con me.
Ciao Annarita, il nostro patrimonio non è mai stato sviluppato e promosso come avrebbe dovuto essere, inoltre, le scuole – per come sono oggi – non vanno oltre le nozioni che impone il programma scolastico. C’è da dire che anche gli insegnanti hanno perso la voglia di insegnare a bambini “terremoto”, iteressati solo a giocare e non abituati a stare fermi e ad interessarsi a ciò che non è cartoni animati, storie con robot e a videogiochi. La famiglia è sicuramente è la prima responsabile di questo decadimento culturale. Un caro saluto anche a te.
Paolo caro, che sorpresa! Che dire, riconfermo quanto da te scritto e da me inserito nel mio editoriale. Sì, il periodo che attraversiamo è proprio oscuro ma ho l’impressione che ancora non abbiamo raggiunto il gradino più basso. Un caro abbraccio anche a te e quando passi a Roma, vienimi a trovare!
Cara Liliana hai proprio centrato il segno! sono pienamente d’accordo con te in ogni riga del tuo editoriale. Ci vorrebbe piu’ insegnamento e piu’ cultura fin da bambini per poter apprezzare meglio anche quello che si ha dietro l’angolo. Buon lavoro e continua così!
Mi ricollego al discorso delle fiere, e sono pienamente d’accordo con quanto riportato anche da tutti gli altri colleghi e soprattutto da lei, signora Comandè. Io sono stato al TTG e sembra la fiera dei poveri… Praticamente vince chi ha lo stand piu’ grande e chi organizza piu’ cose per attirare l’attenzione, senza badare a spese, basta far vedere che si hanno i soldi per affrontare una spesa del genere e per far vedere che l’azienda è in piena attività e va alla grande, poi magari dopo un paio di settimane senti per voci di corridoio che se la passano invece davvero male. La fiera dell’ipocrisia dovrebbero chiamarla non del turismo. saluti
un turismo di qualità a mio avviso in Italia non sempre può essere applicato, se non parte dalla mentalità delle persone, un turismo di qualità non potrà mai esserci a pieno ritmo, ma sarà sempre ridotto ad una nicchia di clientela. buon lavoro
Ciao Liliana, perché non porti all’attenzione del nostro Ministro quest’articolo e gli altri editoriali che hai scritto. Forse capirebbe qualcosa di più su ciò che accade al settore.
Grazie Danilo. Purtroppo ci vorrebbe una riforma scolastica fatta con il cervello e non con i…piedi.
Caro Massimiliano, non è sempre oro quel che luccica. Lo abbiamo visto negli ultimi anni. Tutti quelli che alle fiere avevano mega-stand, avevano alle spalle più debiti che soldi in cassa. Ma si vive tanto di apparenza e di poca sostanza. Il problema è che l’ADV non sa più se fidarsi o meno anche degli altri operatori, che non se la passano di certo bene.
Caro Franco, il turismo di qualità e culturale esisteva 30 anni fa. Questo vuol dire che le persone sono molto più ignoranti oggi e meno curisose di conoscere il mondo di ieri. La generazione “di mezzo”, quella che ha avuto la possibilità di studiare con più facilità dei loro padri, è, per assurdo, meno colta “mentalmente” dei padri che, magari, avevano studiato fino alla 3a media o alle scuole superiori.
Cara Marisa, sto cercando…e con me molti ADV, ma la MInistra non risponde. E’ troppo occupata ad occuparsi degli animali…