6.18 dicembre 2011, Bam Teatro e Pierfrancesco Pisani in collaborazione con MITTELFEST 2010-19^ edizione DEMONI-Genio d’Europa con il contributo dei Festival La Notte dei Poeti XXVIII edizione e Settembre al Borgo- Caserta XL edizione Elio Germano THOM PAIN (basato sul niente) di Will Eno. Edinburgh International Festival, Fringe Award 2005. Finalista Premio Pulitzer per la sezione Teatro 2005. Traduzione Noemi Abe. Regia Elio Germano in collaborazione con Silvio Peroni
Il commento di Elio Germano sull’opera:
Curioso uomo, Thom Pain.
Come precipitato sul palco, capitatoci per caso, deviando da un percorso che a ben pensare riproduce lo stesso “zig zag” delle sue parole.
Antieroe solitario, un narratore-decisamente!-capace di provare emozioni intense e controverse e di saperle convertire in parole o di nasconderle e negarle, attraverso le parole stesse, con l’abilità di un giocoliere.
Un individuo sincero nelle sue repulsioni, nella sua comprensione, nel desiderio di instaurare un contatto col pubblico e ugualmente sincero nella sua frustrazione di non riuscirci.
Ad ogni sua parola al buio riusciamo a vedere nuove cicatrici: sono le memorie di un uomo pieno di ferite, che precipitano nel suo discorso dai recessi dell’infanzia.
Non tutte si sono richiuse, alcune sanguinano ancora.
E Thom Pain -cinico funambolo in bilico sul nostro stupore- non ha paura né di ammettere che in una parte segreta del suo essere è ancora sensibile alle sofferenze altrui, a quella che chiameremmo la sofferenza del mondo.
In questa sua confessione laica, Thom Pain vuole cercare di dare un senso alla sua vita, trasformare la rovina in salvezza, a dispetto di tutto, restituire qualcosa di nobile e di buono al pubblico e a se stesso.
Un uomo tragicamente positivo, che cerca ancora di amare la vita senza spiegarla troppo, né di trovare soluzioni o insegnamenti.
Coraggioso nel suo porsi davanti ai dubbi e scrollarli via con un “chi se ne frega”.
Non giudicatelo: non è migliore, né peggiore di voi.
Di sicuro è “vivo”. E le sue emozioni sono le grandi protagoniste di questo testo: difficile non sentire la loro irrefrenabile pressione, come fossero una lattina di una bevanda gasata che è stata energicamente agitata e posata lì…
Esploderà? Era un fremito quello che abbiamo appena avvertito?
“Thom Pain è solo.
Entra in scena al buio. Non ci sono tecnici sul palco, non c’è l’uomo del suono ad aiutare la sua entrata con una musica.
Non c’è una scena.
E’ un uomo solo, che soffre sotto il tiro delle luci del palco.
Ha parole che non suonano come le battute di un testo teatrale ma hanno il linguaggio e la forza di un uomo che parla, mettendosi in fila come in un flusso di coscienza, continuamente sospeso tra memoria e paura.
Credo che questo testo non faccia sconti a nessuno, tanto meno a me.
Non puoi entrarci, a meno di non “essere” Thom Pain.
E questa è stata la grande difficoltà richiesta al mio lavoro: essere e non provare di imitare, essere lui dal primo momento, senza indugi, senza giudicarlo, senza recitare le sue intenzioni. C’è solo Thom Pain e il pubblico, con il quale cerca di stabilire una relazione, pure essendo terrorizzato dall’idea di una qualsiasi possibile sintonia.
Ho pensato, provando, che Thom Pain parlando, fissi gli spettatori e scorga nei loro sguardi gli spunti di conversazione che lo portano a cambiare continuamente argomento dal suo discorso iniziale…”
Elio Germano