Dopo due anni di erogazione i Buoni Vacanza sono stati definitivamente soppressi con la normativa sulla Semplificazione emanata lo scorso dicembre dal Governo Monti. E quello che poteva costituire una potente leva di ripresa per uno dei nostri più importanti settori economici, è stata in un sol colpo vanificata.
La situazione, oltre che grave, diventa incomprensibile solo che si pensi che i Buoni Vacanza rappresentino un forte strumento di spinta economica, di destagionalizzazione e delocalizzazione. Questi sono i temi dibattuti al Convegno “I Buoni Vacanza per il rilancio del Turismo” tenutosi a Viterbo e organizzato dall’Osservatorio Italiano Turismo Sociale e Associato. E queste sono le dichiarazioni degli autorevoli relatori intervenuti al convegno.
On. Elisa Marchioni, componentela Commissione Attività Produttive della Camera dei Deputati: “La discussione in Commissione sta andando avanti con speditezza e celerità. Ma i tempi dell’approvazione di una proposta di legge sono quelli che sono e l’attuale situazione economica, con i mille problemi sul tappeto a cominciare dalla riforma del lavoro, potrebbero far perdere di vista i nostri obiettivi”.
Benito Perli, Presidente della Fitus/Buoni Vacanza Italia: “Eppure l’esperienza è stata estremamente positiva per l’intero comparto, con il coinvolgimento di quasi tutte le associazioni di categorie e di molti operatori. Senza considerare che la scadenza di settembre metta sul tappeto problemi sociali incalcolabili, con migliaia di domande inevase e un aggravio di costi gestionali non previsti”.
Caterina Cittadino, Capo Dipartimento per lo Sviluppo ela Competitività del Ministero del Turismo: “Difficile spiegare il meccanismo che ha portato all’attuale situazione anche perché, al di là degli aspetti economici che restano fondamentali, si tratta di una formula che dà concretezza ai diritti del cittadino e va nella direzione di migliorare la qualità della vita. In presenza di risorse economiche limitate (quello globale per il Dipartimento è sceso da 42 milioni a 10 milioni) abbiamo sostenuto con forza l’ipotesi di far rientrare il finanziamento nella normativa dell’8×1000, una soluzione che sarebbe stata a costo zero per lo Stato. Ma anche questa battaglia è risultata vana, pur nella consapevolezza, come dimostreranno i dati che presenteremo a metà giugno in linea con gli standard europei, di un turismo in situazione davvero difficile”.