Di Liliana Comandè.
Giusto applicarle, ma non sbagliamo la motivazione.
Nel mondo agenziale americano s’incomincia a parlare dell’istituzione di una tassa fissa da applicare ai clienti che utilizzano i servizi delle agenzie di viaggio, soprattutto per le richieste – spesso numerose – dei preventivi di viaggio non confermati. In Italia se ne parla da anni e c’è chi realmente fa pagare ai clienti una fee per i preventivi. Fee che viene restituita nel caso in cui il cliente confermi la sua pratica. C’è chi si prodiga nel preparare locandine da affiggere nelle agenzie con i prezzi diversificati per i vari lavori che vengono effettuati a favore della clientela: prenotazione biglietteria aerea Euro tot, pacchetto completo di volo e alberghi Euro tot., solo volo ecc… Dal nord al sud della penisola, ma soprattutto al nord, molti ADV hanno fatto sapere di aver attuato questa politica commerciale e di non aver trovato particolari resistenze da parte dei clienti obbligati a pagare questa piccola “tassa” perché, comunque, contenti del servizio ricevuto. Bene, siamo contenti per gli ADV che si sentono – in questo modo – più gratificati nell’espletare il loro lavoro e più tranquilli (economicamente) perché ciò che hanno perso da una parte (le commissioni delle compagnie aeree e di alcuni T.O.), rientra da un’altra – con le fees, appunto.
Ora, come sempre accade in ogni situazione, c’è chi è più o meno d’accordo sull’applicazione di una tale tassa, perché se da molti ADV viene vista come soluzione ideale di integrazione per la perdita di denaro che subiscono da un bel po’ di tempo, da altri, invece, viene interpretata come un handicap autoprocurato perché ritengono (a ragione) che non tutte le aziende la applicheranno e, pertanto, i clienti – abituati come sono a cercare sempre di risparmiare – si rivolgeranno a quelle ADV che non faranno pagare loro alcun extra oltre il prezzo del viaggio prescelto.
A nostro avviso è giusto far pagare una tassa, ma non per colmare “il buco” creato dalle commissioni, che ormai non ci sono quasi più. È vero che è diventato sempre più difficile andare avanti e mantenere in piedi un’attività come quella turistica, però è anche vero che la motivazione di una tale richiesta debba risiedere nel fatto che gli agenti di viaggio sono (o dovrebbero) essere dei consulenti e, come avviene per le altre categorie, le consulenze si pagano. Già nel numero di Travelling Interline del lontano novembre 1996 (oltre 16 anni fa), scrissi un editoriale – del quale riportiamo il testo per intero – nel quale auspicavo l’introduzione di una quota fissa da far pagare per i servizi resi alla clientela (soprattutto per far cessare la cattiva pratica della richiesta di preventivi a 10 agenzie) ma, soprattutto, perché avrebbe qualificato la professionalità della categoria.
Auspicavo, in pratica, una consulenza retribuita, proprio come avveniva – e avviene tutt’oggi – per le altre categorie di professionisti o anche pseudo tali. Non so quanti dei nostri lettori ricordano il mio articolo – certamente lo rammenteranno sia i più attenti ai problemi del settore, sia tutti quelli che risposero lamentando proprio la scarsa considerazione e visibilità degli addetti al turismo.
Oggi si cavalca da più parti l’onda dello scontento per la scarsa redditività di un’attività che impegna moltissimo sia in termini economici sia in tempo sottratto ad una vita privata (mi riferisco ai titolari delle ADV che, spesso, non smettono mai di lavorare.
Oggigiorno tutti s’improvvisano dispensatori di consigli e di ricette magiche mentre c’è anche chi dimentica di aver contestato – parecchi anni fa – proprio quegli agenti che, non volendosi sentire semplici “venditori di prodotti”, facevano pagare ai propri clienti una parcella per la consulenza che prestavano loro.
Mi risulta che in Belgio, chiunque entri in una qualsiasi agenzia di viaggio ed usufruisce di un qualsiasi servizio debba pagare una quota fissa. Ora ci sta pensando l’America. Non è, forse, anche questa una valida ricetta per evitare (e, perché no!) debellare quella cattiva abitudine che hanno preso i clienti di fare il giro di tante agenzie per chiedere un preventivo?
Quante ADV e T.O. lavorano a vuoto su un progetto di viaggio, per il quale prenotano i voli per essere sicuri di trovare i posti nella classe di prenotazione migliore e dal costo più basso e poi, il cliente-ballerino, sparisce dalla circolazione perché ha richiesto un ulteriore preventivo ad altre agenzie modificando, però, un po’ l’itinerario, abbassando la categoria degli alberghi e cambiando anche la compagnia aerea? Oppure, con in mano i preventivi, cerca di organizzarsi tutto tramite Internet? Tutto ciò accade troppo frequentemente e i clienti, spesso, non telefonano neppure lle prime agenzie per comunicare che hanno prenotato da un’altra parte. Se esistesse una tassa fissa anche da noi, non pensate che il comportamento della clientela non sarebbe assolutamente quello di oggi? A parer mio i clienti sarebbero più responsabilizzati e, proprio se non sono soddisfatti del preventivo della prima agenzia, ne contatterebbero soltanto una seconda., pur di non pagare altre fee.
Ma lo sdegno che ultimamente infiamma “le penne” degli ADV mi fa pensare che sia solo una questione di soldi, dunque, quella fa muovere la categoria (perlomeno a parole).
Eppure quante cose storte ci sarebbero da raddrizzare nel mondo turistico e quante cose si potrebbero fare se si pensasse realmente al bene della categoria e non dei singoli individui!
Dovremmo ormai essere abituati a questa situazione di scarso interesse da parte di tutti (agenti compresi), eppure non è molto difficile riscrivere delle semplici regole (da far rispettare, però!) che potrebbero evitare ulteriori gravi scossoni al settore in crisi come non mai. I problemi sono aumentati negli ultimi anni ma, in realtà, ci sono sempre stati.
Il guaio è che i problemi si vedono e si affrontano soltanto nel momento in cui diventano tanto grandi da non poter essere più ignorati. Ma se una casa ha una crepa, anche piccola, si dovrebbe correre subito ai ripari per evitare che la struttura possa subire danni maggiori.
Perché allora non succede la stessa cosa in questo settore? Sono ormai troppe le crepe che fanno scricchiolare la già fragilissima impalcatura turistica. Non è il caso di correre ai ripari prima che sia troppo tardi e che ci si ritrovi tutti a rimpiangere di non aver saputo mettere i puntelli al momento giusto?
Ma gli agenti di viaggio valgono meno dei fabbri o degli idraulici? (Anno 1996)
Quanti di noi hanno avuto la necessità di chiamare un fabbro o un tecnico delle lavatrici o dei frigoriferi e si sono sentiti chiedere una tot cifra per la chiamata e successivo preventivo? Sembra strano ma siamo ormai abituati a pagare la quota che ci viene richiesta perché giustifichiamo il fatto che “l’omino” si sposti dal suo negozio (anche se a 200 metri dalla nostra casa) e perda comunque tempo. Se troviamo giusto retribuire il “disturbo” di uno di questi professionisti perché non riteniamo giusto compensare il lavoro di un professionista del turismo? Perché non far pagare ai clienti i preventivi che vengono richiesti e che impegnano non solo il personale delle agenzie dettaglianti ma anche il tour operator?
Molto probabilmente chi entra in un’agenzia di viaggio e chiede un preventivo non si rende conto di mettere in moto un meccanismo tale da far impiegare tempo e denaro a chi si trova al di là della scrivania, tanto è che lo richiede a molte altre agenzie che si attivano per cercare il miglior prezzo.
Telefonate, fax, solleciti e cambiamento di preventivi ai vari tour operator specializzati (che si vedono richiedere lo stesso programma da molte agenzie), e personale che segue queste pratiche hanno un costo che si “accolla” esclusivamente l’agenzia dettagliante e l’operatore. Poiché su 100 preventivi solo una minima parte viene concretizzato con un viaggio, il risultato è che spesso si “buttano” i soldi al vento. E allora perché non far pagare una quota X all’ipotetico cliente, da defalcare al momento della conferma del viaggio?
Perché non far capire al cliente che un agente di viaggio cerca sempre il miglior rapporto qualità/prezzo e non è giusto che, una volta ottenuto il preventivo lo stesso cliente faccia nuovamente il giro delle agenzie per farsi ridurre il costo del viaggio con le fatidiche parole, che suonano quasi come un ricatto, “Mi hanno dato questo prezzo, voi quanto mi potete scontare di più?”. L’attività dell’agente di viaggio non è come quella dell’ambulante al mercato delle pulci. Non si devono contrattare i prezzi né dimenticare che le agenzie sostengono delle spese che vanno ammortizzate proprio con le commissioni che rappresentano l’unica forma di guadagno. Ci risulta che molte agenzie dell’Emilia Romagna e del Veneto si facciano pagare dai clienti le spese di prenotazione (fra le 35.000 e le 45.000 lire). Quando accadrà la stessa cosa in tutte le altre Regioni italiane?
Quando il settore turistico si renderà conto di doversi qualificare come tutte le altre categorie? Aspetto dai lettori qualche parere.
(ndr) Non vi sembra che l’articolo, nonostante sia stato scritto 16 anni fa, sia ancora attuale nel 2012?
Liliana Comandè
Liliana semplicemente chapeau , anche se è giusto evidenziare come la fee debba comunque essere richiesta a mio parere di chi davvero eccelle nella nostra attività , per ovvie ragioni il/la ragazzino/a neo diplomato o con tutto il rispetto chi faceva l’arrotino( con tutto il rispetto sia inteso per il mestiere ) fino al giorno prima e decide di aprire un’attività non credo si possa permettere questa che definire tassa è fuorviante , il suo nome è pagamento per un servizio reso ( oltretutto restituito in caso di lavoro confermato )
Concordo pienamente con te cara Liliana. Ma purtroppo c’è dell’utopico in quello che dici. Ci sarebbero sempre delle agenzie che farebbero pagare meno i preventivi rispetto alle altre, un pò come le varie agenzie che mettono schiaffato in vetrina la dicitura “-10% di sconto sui cataloghi dei tour operator”. Quello è il male da debellare. Network, franchising, che assumono ragazzotti di 20 anni che di turismo ne sanno davvero ben poco. Come farebbero a farsi dare un tot per i preventivi? Per quale professionalità paga il cliente? Mi dispiace, ma non credo che farsi pagare le fees sia un buon passo per far rientrare le persone in agenzia, che, a mio avviso, è l’unica soluzione che ci rimane per risollevare il nostro settore.
io la voterei come Ministro del Turismo.
Cara signora Comandè, le debbo dire tristemente che il suo articolo del 1996 è quantomai attuale nel 2012. Io concordo pienamente con la sua proposta di fare pagare le fees per i preventivi e di scalarli dalla prenotazione, si eviterebbe la “spesa” del cliente in giro e la guerra tra morti di fame che si fanno tra loro le agenzie.
Giustissimo! Concordo pienamente con lei. Ma va da se che questa proposta deve assolutamente essere fissa, uguale, e rispettata da tutti. Purtroppo, da quello che leggo in molti forum o gruppi su facebook dedicati a noi agenti di viaggio per cercare soluzioni ad un male comune, non esiste assolutamente coesione tra di noi, e, come dice benissimo lei, se ognuno pensa al suo orticello, si rischia di rimanerci chiusi a vita dentro senza andare avanti.
Il mio parere è un pò contrastante in merito alle fees da applicare. Sarei d’accordissimo, per evitare i clienti che girano per agenzie alla ricerca dello sconto dello sconto, eviteremmo di perdere tempo inutilmente (con un rientro di denaro simbolico), ma non credo che sia questo il modo per ricatturare l’attenzione dei clienti nei confronti delle agenzie di viaggio. E’ giusto che la consuleza vada pagata, ma nel nostro settore non credo che ciò sia possibile, soprattutto quando vedi che ci sono clienti che non prenotano con te, perchè l’agenzia a fianco gli fa pagare 20 euro di meno.
Ritengo che quanto da lei scritto sia piu’ che giusto. D’altronde, solo le agenzie di viaggio hanno delle commissioni bassissime (se le hanno!), rispetto a tutti quegli altri rami di consulenza che si fanno pagare un occhio della testa. Ma bisogna comunque trovare regole comuni, altrimenti rischiamo di fare sempre l’armata Brancaleone, ognuno va per i fatti suoi e stiamo sempre allo stesso punto di partenza.
In un Mondo così tar-tassato sembra che ci sia sempre più spazio per le “tasse” e questa è una voce che viene da lontano, comoda, silenziosa e che fin ora non dava preoccupazioni di sorta. Magari fin ora veniva mascherata dalla voce “servizi aggiuntivi”. La Storia come la Moda si ripete e si ricicla. Nel Medioevo ed ancor prima, i Signori del Borgo o Contea, avevano messo alle porte della città i gabellieri in entrata ed in uscita e dovevi pagare il tributo quanto entravi. Oggi, dopo qualche secolo, il ciclo si rinnova e se vuoi entrare in una città devi pagare, pagare se devi posteggiare, pagare se vuoi mettere un tavolino fuori del tuo bar, pagare! Se vuoi usare un coltello e forchetta al ristorante per mangiare, pagare il coperto(!) (e nemmeno sono permesse le posate personali portate da casa!!) Oggi come allora è solo una questione di soldi che smuove il tutto. Allora i ricavati andavano direttamente nelle tasche dei “nobili feudatari” oggi invece vanno nelle tasche dei “nobili politici” ed alle loro sottocaste, se e ciò che avanza, nelle feste padronali si lascia qualcosa al popolino. Le qualifiche cambiano ma il sistema è tornato uguale. Ma perchè allora solo le agenzie di viaggio, almeno una buona parte hanno delle perplessità ad emettere anche loro delle tasse, oggi “fees” per diritti di agenzia, di prenotazione, per preventivi ed altro quando i loro superiori di “casta” (T.O. Compagnie ecc.) non se ne fanno problema alcuno? La mia personale (provocatoria?) spiegazione è che non si voglia ancora riconoscere una differenziazione logica tra agenzie cioè “Consulenti” che per un servizio adeguato alle esigenze si ritengono e vengono riconosciuti dal cliente, la ragionevolezza del “contributo” ben definito da versare o elargire quale “mancia”, le altre invece “populiste” che già si ritengono “onorate” di far parte della “società bene” e che si limitano solo ad offrire “gratuitamente” i cataloghi dei signorotti, seguire ogni direttiva, far accomodare i clienti ed aprire loro cortesemente la porta, dar loro ragione e consenso ad ogni loro commento e contestazione o desiderio, MAI si avvantaggerebbero della loro posizione “dominante” per pretendere un qualsivoglia “obolo”. Ciò detto, riterrei forse utile poter definire dettagliatamente oggi i termini dei servizi da rendere ai clienti dietro compenso di fees, diritti, commissioni ecc. così da dividere in due le adv: professionali aventi diritto a “fees” (tasse) dietro prestazione di servizi aggiuntivi ben definiti dalle altre “su strada” (ogni riferimento al più vecchio mestiere del mondo è casuale)per un più leggero e meno impegnativo lavoro di semplice consegna di cataloghi, offerte, gadgets, volantini.
Sulla carta il discorso non fa una piega (per usare un gergo familiare) ma metterlo in pratica è altra cosa. La maggior parte dei clienti oggi bada poco alla competenza e alla professionalità dell’agente/consulente di viaggio, predilige magari il “praticone” che però fa risparmiare i 20/50 €, figuriamoci poi richiedere le fees SOLO per avere dei preventivi. Grazie per aver riportato anche il vecchio, ma attualissimo, articolo del ’96.
Ciao Paolo, hai ragione, definirla tassa è fuorviante, ma fee vuol dire anche questo. Forse è meglio chiamarlo onorario, come per i liberi professionisti. Certo che se la cinsulenza la da un ragazzo o una ragazza appena uscita dalla scuola e che sa a malapena il nome della via dove abita…avrei anch’io qualche dubbio sul far pagare la fee. Ma è il principio di un lavoro svolto rimettendoci anche i soldi delle telefonate e il tempo perso appresso al cliente che deve prevalere. Il turismo non è come la vendita dell’abbigliamento dove c’è un ricarico che arriva a cifre astronomiche! In questo settore, se non lavori e “trotti” come un pazzo, il guadagno è veramente scarso.
Franca, c’è un po’ di contraddizione in ciò che dici. Prima affermi che le fees non siano un buon passo per far rientrare le persone in ADV e poi dici che è l’unica soluzione che rimane per risollevare il settore. Io credo che non sia per risollevare il settore, ma per insegnare ai clienti ad avere anche un po’ di rispetto per il lavoro altrui e per considerare le persone, che si mettono a loro disposizione, degli esseri umani che stanno facendo del tutto per accontentarli e non vederli sempre come nemici che stanno lì per “fregarli”!
Caro Ivano, il problema è tutto qui. Le agenzie si farebbero la guerra anche sulle fees…
Riccardo, rispondo anche a te come a Ivano. Nel settore manca la coesione e senza quella non si va da nessuna parte. Si è soltanto dei “cani sciolti”.
Maria Rosaria, come vedi, continuate tutti a parlare della concorrenza sleale che si fanno le agenzie anche per 20 euro. Certo che se non esiste un regolamento serio e delle persone serie, le fees non verranno mai fatte pagare da tutti.
Danilo, sapete tutti di non essere coesi, eppure continuate ad essere degli individualisti che si accontentano anche di 5 euro pur di prendere un cliente. Cliente che, se trova chi gli fa un ulteriore sconto di 2 euro, passa direttamente altrove.
Flavia, forse hai ragione nel dire che oggi il cliente bada poco alla competenza, però non ne sono troppo sicura. CI sono agenzie che riescono a fare gruppi avendo una clientela fidelizzata che ha piacere di viaggiare con persone che si conoscono quasi tutte perché, gira gira, sono sempre le stesse. Bisogna distinguere fra ADV e ADV. Sì, l’articolo del 1996 non sembra che abbia 16 anni…sembra un neonato!
sono daccordo…..pero’..”la legge DEVE essere uguale per tutti”
Consulenza e liberalizzazione sono due termini che non POSSONO CONVIVERE nel nosto settore…mi dispiace, ma i consulenti di turismo hanno tanti anni di vendita e viaggi sulle spalle ed in Italia ormai si contano sulle dita. Il potenziale cliente lo sa e quindi ricatta l’agenzia che non da informazioni esaurienti ed ottiene lo SCONTO , il cancro del settore.
E’ quello che ho sempre affermato cara Lina.
Moreno dissento da quello che dici, io ho solo 5 anni di esperienza nel settore, ritengo di dare risposte esaurienti ai miei clienti, non applico sconti a nessuno. Come vedi non sono gli anni che lavori, ma il buon senso di chi lavora, e ti diro’ che fino all’anno scorso ero filiale e non agenzia in proprio, quindi consulenza e liberalizzazione possono convivere.
Condivido quovadis!
Quovadis viaggi….complimenti, io dopo quasi 40 anni di lavoro nel settore, tra compagnie aeree ed agenzia viaggi non ho ancora finito di imparare visto che il lavoro evolve ogni giorno e la clientela in centro a Milano dire che e’ esigente e pretenda da noi conoscenze profonde in ogni segmento el viaggiare (meteorologia , tipo di aeromobili, paesi visitati etc etc) e’ un eufemismo. Il bagaglio di informazioni purtroppo non si acquisisce con il buon senso, ma con l’esperienzqa sul campo e cioe’ dopo aver visitatio il pianeta in lungo e in largo. Comunque condivido l’entusiasmo di tutti quelli che entrano nel settore con una grande voglia di portare aria nuova e pensionare i vecchietti come me.
Moreno, io non ho detto che so tutto, per fortuna non è così altrimenti non avrei più stimoli per stare qui, ho detto che sono in grado di dare risposte esaurienti ma per il semplice fatto che se non so chiedo a colleghi come te che hanno esperienza e che sicuramente possono insegnarmi qualcosa, contestavo il tuo attacco alle liberalizzazioni. Ho dissentito dal tuo punto di vista quando dici che chi non ha la tua esperienza si fa ricattare dai clienti con lo sconto, perchè io non l’ho mai fatto. Molti lo fanno, hai ragione, ma non siamo tutti uguali. E poi i “vecchietti come te” a me hanno insegnato tanto e nonostante le mille difficoltà mi hanno fatto amare questo lavoro, ma non ti nego che a volte mi verrebbe voglia di mollare tutto, il periodo è difficile per tutti!
Quovadis, mai mollare , almeno il nostro settore e’ bello ed anche se non da’ molti margini di guadagno….prova ad andare a vendere dentifrici o spazzole, ….. sulla liberalizzazione sono pero’ contrario perche’ in generale ha abbassato la qualita’ degli attori del settore e come puoi vedere la funzione del negozio e’ sempre meno importante anche se necessaria per la visibilta’. Qui da noi e’ un must acquistare sul mobile e solo quando non si puo’ fare da soli si va in agenzia. Ed e’ a qusto punto che si sopravvive solo se si hanno le risposte che dobbiamo pero’ vendere a caro prezzo. Dio salvi la regina..ooops…Dio salvi gli agenti tutti..Buona giornata
Dubito sull’effetto de “La Legge DEVE essere uguale per tutti” finchè non tutti saranno uguali anche professionalmente e ci sarà qualcuno “più furbo” che si azionerà per aggirare in silenzio e sottobanco la regola. Già dietro questa eterna affermazione che lo faccio se TUTTI lo fanno si nasconde indubbiamente già la volontà di non arrivarci e lasciarsi la libertà di essere l’ultimo ad aderire ed osservare la Legge !!! Prima delle Leggi dello Stato, direi che basterebbe il comprendere ed osservanza della LEGGE DEL BUONSENSO.
Cara Liliana grazie delle tue continue sollecitazioni al “risveglio” generale e io mi affianco a te utilizzando un termine che secondo me è da tempo morto nel nostro settore “CORAGGIO”, perché bisogna avere il CORAGGIO DI RIPRENDERSI IN MANO LE PROPRIE AZIENDE, sono state per troppo tempo REGALATE ad altri, si è lasciato che qualcuno decidesse per noi le politiche commerciali, le modalità di vendita, i fatturati, i prodotti e fornitori da utilizzare …… sono state fatte promesse non mantenute ed è stata fatta attuata una politica del terrore sul “vicino pronto a fregarti il cliente”, sulla “necessità” di far parte di un “gruppo” piuttosto che un altro… tutti modi subdoli per mettere i titolare delle aziende in un angolo in attesa di chissà quali CAMBIAMENTI…. Falsità!! Cominciamo a capire che lavoro facciamo, ad approfondire la parola “redditività”, la parola “programmazione”, la parola “innovazione e cambiamento” e specialmente la parola “collaborazione” (..anche con il vicino..!!). Pretendiamo più “formazione” da chi promette ma non la fa… coinvolgiamo i nostri collaboratori nell’attività aziendale, partecipiamo più attivamente alle attività sociali e associative (non basta pagare una quota per un “bollino-garanzia” sulla vetrina). Riprese in mano le nostre aziende e consapevoli di una capacità e professionalità che contraddistingue chi fa il nostro lavoro da Nord a Sud (..e vv) saremo tutti più convinti che farsi pagare per il proprio lavoro NON E’ UN REATO ma una normale conseguenza ad una prestazione di un servizio!! E chi non vuole pagare può sempre andare su Internet.. tanto ci va ugualmente … ma prima o poi torna!! Buon risveglio.
la Legge deve eesere uguale per tutti, ma sono le persone a far sì che venga rispettata. Cosa molto ardua, Lina.
Moreno, il cancro del settore non è solo lo sconto che le agenzie applicano al cliente. Di cancri ce ne sono tanti e andrebbero estirpati tutti. Allora sì che si potrebbe ricominciare da capo…anche adeguandosi ai tempi che sono cambiati, chiaramente.
L’esperienza conta molto, non ci sono dubbi, ma conta molto anche la facilità di avere contatti con le persone, la voglia di informarsi su tutto ciò che riguarda il proprio lavoro e saper poi essere uno specialista di viaggi con i propri clienti, anche se c’è un’esperienza di soli 5 anni.
Moreno, gli esami non finiscono mai, e c’è sempre da imparare e, con la poca volgia di imparare che c’è oggi fra alcuni giovani, ben venga QuovadisViaggi con il suo entusiasmo e la sua voglia di fare.
La liberalizzazione ha fatto sì che il lavoro diminuisse per tutti e che entrassero nel mercato persone che nulla sapevano del comparto e di ciò che stavano facendo.
Bravo Luigi, la Legge del buonsenso, ma è quella che, spesso manca agli ADV in generale
Brava Cristina, hai detto una sacrosanta verità. Hanno sempre deciso gli altri…è tempo di riprendere possesso delle proprie aziende, di essere più consapevoli delle proprie capacità e di non far arricchire più chi, senza alcun rischio d’impresa si è e si sta ancora arricchendo sulle spalle dei T.O. e degli ADV.
Luigi, non è affatto una cattiva idea. L’appoggio in pieno. Ne riparleremo.
Se solo fossimo una vera categoria…
Il problema è che non è una vera categoria coesa….
Io sarei ben disposto a far pagare ai clienti una fee, ma come farlo entrare nella testa della gente che finora ci ha visto fare decine e decine di preventivi gratis? Come si fa a far presente ai signori che entrano dentro all’agenzia che devono pagare se vogliono il preventivo? Farebbero da soli. Secondo me così non si incentiva la professionalità, ma si incentiva l’autoprenotazione sul web. Anche se, una fee, noi adv, per tutte le spese che sosteniamo e per tutto il tempo che alcuni ci fanno perdere ce la meriteremmo tutta.
Mi piacciono molto i dibattiti tra colleghi che si aprono ogni volta che scrive un articolo, già il confrontarsi è un inizio; se poi cominciassimo anche a muoverci concretamente….. Grazie per questa bella opportunità di dialogo che ci fornisce ogni volta con i suoi editoriali sempre calzanti e precisi.
E’ vero, le Fees sono un vero dilemma solo perché non essendo una vera categoria, non è capace neppure di guardare ai propri interessi. I preventivi fanno perdere tanto tempo e denaro e non vedo perché noi non dobbiamo essere come gli idraulici o come qualsiasi altro “professionista” che si fa pagare l’onorario per la sua prestazione.
Non credo che sia la fee a far andare via il cliente, soprattutto se gli viene restituita una volta confermato il preventivo. L’importante è far capire alle persone il perché dell’applicazione.
Maura, l’importnate è che non rimangano solo dibattiti, ma si concretizzino. E questo dipende solo dalla categoria
Cara Silvia, a quanto pare la categoria vale meno di questi altri professionisti, tanto è vero che questi si fanno pagare anche la chiamata, gli ADV proprio niente.
Cara Liliana si curamente è giusto introdurre una voce per la consulenza data dalle agenzie ai clenti,ma proprio perchè si tratta di una consulenza è giusta l impostazione che hai dato a questo tema importante:questa voce va vista in termini di qualificazione professionale e non come un modo per recuperare le riduzioni commissionali.D altrond non mi pare che le persone facciano tante storie di fronte alla richiesta del coperto del ristorante o della quota d iscrizione di una palesrea o,come hai giustamente sottolineato tu,di fronte alla richiesta per la manodopera di un idraulico.Pertanto sì all introduzione di questa voce ma nella prospettiva di una riqualificazione professionale della categoria.Un caro saluto e un abbraccio.
Rino Siconolfi
Grazie Rino, un caro saluto anche a te.
Anche io credo sia giusto applicare una fee e la penso esattamente come la signora Liliana: non sono le fee a far scappare i clienti dall’agenzia, e credo che, una volta spiegato il perchè di determinate azioni, penso che la cosa sia accettata, soprattutto se poi vengono restituiti o scalati dalla conferma.
Potrebbe essere un’idea questa delle fee… ma quanto dovremmo chiedere per la nostra consulenza? Su che cifre dovremmo aggirarci?
Secondo me rischiamo di darci ancora piu’ forte la zappa sui piedi. Il cliente affezionato che prenota solo ed esclusivamente in agenzia (oggi diventato oramai merce rara), si potrebbe sentire offeso nel sentirsi richiedere una fee per un preventivo, il cliente “smanettone” si alzerebbe e se ne andrebbe senza neanche salutarci ed accusandoci ulteriormente di essere ladri. Secondo me non è un’idea buona per rialzare il ns settore. E’ giusta la motivazione, anzi giustissima, ma secondo me non è l’Italia il paese per applicare la fee sui preventivi.
A mio parere il nocciolo del discorso è sempre lo stesso; non abbiamo una uniformità di normative e condizioni, ma questo perchè le stesse agenzie non riescono o non vogliono adeguarsi; se TUTTI applicassero una fee sui preventivi, sarebbe la norma ed i clienti, volenti o nolenti, dovrebbero adeguarsi; così invece se Tu agenzia X mi fai pagare per avere delle informazioni (non considerando che dietro ogni preventivo c’è lavoro, tempo, impegno e varie ricerche), poco male, vado all’agenzia Y che mi da i preventivi GRATIS. Il gatto che si morde la coda.
La cosa che mi incuriosisce molto è: perchè la fee su biglietti aerei, treni e traghetti SI…..e la fee su un LAVORO DI PREVENTIVO che richiede ore e giorni di impegno e fatica, di conoscenza e professionalità senza certezza di guadagno NO????
Cosa aspettiamo? che anche i Tour Operator ci tolgano le commissioni?
Non è meglio prevenire che curare?
Cara Cristina, la tua è un’osservazione molto pertinente. Hai ragione, quando si prenota un solo volo – e non ci si mette tantissimo tempo – si applica una fee, mentre per un preventivo, che costa di più in termini di tempo e di denaro, non si richiede nulla. Purtroppo arriverà anche quel momento, Cristina. Ci sono operatori che scalpitano per eliminare l’intermediazione…