tavolo_relatori_1Un itinerario alla scoperta dei territori a vocazione vitivinicola, delle loro specialità enogastronomiche e delle loro peculiarità storiche e culturali. Insieme ad un nutrito numero di soggetti pubblici, associazioni, privati e con il significativo supporto tecnico e finanziario dei Distretti Sud e Nord dei vini del Piemonte, la Provincia e la Camera di commercio di Torino hanno dato vita alla Strada Reale dei Vini torinesi, un’iniziativa che proporrà ai turisti un ampio itinerario alla scoperta dei territori a vocazione vitivinicola, caratterizzati, oltre che da vigneti e cantine, da attrattive naturalistiche, culturali e storiche. La Strada sviluppa i suoi itinerari lungo un percorso che collega le grandi eccellenze architettoniche, paesaggistiche e produttive del territorio torinese, toccando (anche se con la discontinuità determinata dai tratti di pianura) i 180 Comuni a vocazione vitivinicola (sul totale di 315 dell’intera provincia), suddivisi nelle quattro principali aree viticole provinciali: Pinerolese, Collina torinese, Valle di Susa, Canavese. Ciascuna delle quattro aree presenta peculiari caratteristiche pedoclimatiche ed ambientali ma anche forme gestionali, composizione ampelografica dei vigneti e delle produzioni del tutto originali, con una rilevante presenza di varietà autoctone e zone in cui il terreno impervio rende la viticoltura decisamente “eroica”. Le attività della Strada Reale dei Vini torinesi saranno dedicate alla ricerca e alla rivitalizzazione dell’autentica gastronomia delle aree rurali, ma anche a programmi ed iniziative divulgative per accrescere la notorietà del territorio e del suo patrimonio culturale.

 

“Il progetto nasce con un chiaro riferimento storico all’ambiente che sta determinando il successo del turismo torinese; un ambiente che può contare sull’unicità delle Regge e delle Residenze Sabaude, dei castelli e dei forti. – sottolinea il Presidente della Provincia, Antonio Saitta – La Strada vede inoltre la luce nell’imminenza dell’evento culturale e mediatico di rilevanza internazionale costituito dalle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia. L’iniziativa prosegue una filosofia ed un filone progettuale nel quale la collaborazione tra pubblico e privato ha portato al successo iniziative importanti: il Paniere dei prodotti tipici, il Marchio collettivo di qualità dei B&B, il Marchio di qualità alberghiera “Yes! Torino quality for travellers”. “L’esperienza di altre Strade del Vino promosse con successo in altri territori, – conclude Saitta – dimostra che esse non possono risultare efficienti senza la volontà politica delle istituzioni e senza una partecipazione convinta dei privati”. L’obiettivo del progetto Strada del Vino è quindi sviluppare un sistema non tradizionale di accoglienza turistica in area rurale.

 “Attraverso la Strada  intendiamo dotare il territorio di uno strumento di promozione dello sviluppo rurale e turistico che valorizzi la produzione vitivinicola in una prospettiva culturale, ambientale, storica e sociale qualificata. – sottolinea Sergio Bisacca, Vice-Presidente della Provincia e Assessore all’Agricoltura – La Strada Reale dei vini rappresenta l’espressione dell’integrazione tra le diverse valenze turistiche delle terre vitivinicole di collina e di montagna. Nasce per attivare un sistema di coordinamento e collaborazione tra amministrazioni pubbliche, cantine e produttori singoli, operatori turistici e commerciali. Siamo convinti che il nostro territorio vitivinicolo, adeguatamente attrezzato per l’accoglienza e comunicato nelle forme più innovative ed efficaci, può dar vita ad un circolo virtuoso di sviluppo turistico e di miglioramento della qualità dei prodotti, che può e deve passare attraverso la loro commercializzazione diretta presso le aziende”.

“Il fatto che oltre 120 tra Enti, istituzioni ed imprenditori privati abbiano già aderito all’associazione, che ho l’onore di presiedere – afferma Franco Balbiano, Presidente della Strada Reale dei Vini torinesi – , dimostra che nelle quattro aree vitivinicole della provincia di Torino c’è grande entusiasmo ed attesa per quella che può essere considerata una straordinaria opportunità di crescita economica, sociale e culturale del mondo vitivinicolo e di quello dell’accoglienza. La presentazione ufficiale dell’iniziativa mi offre l’occasione per invitare gli operatori dell’intera filiera a di dare il massimo del contributo in termini di presenza e di visibilità, per costruire una rete turistico-ricettiva di qualità, al fine di attrarre e soddisfare quanti ancora non conoscono il fascino del nostro territorio. Voglio inoltre rivolgere un sentito ringraziamento a tutti coloro, fra funzionari della Provincia e membri del consiglio di amministrazione, che hanno lavorato alacremente per rendere operativo questo ambizioso progetto”.

 

UN’UNICA STRADA PER UN TERRITORIO VITATO UNICO NEL SUO GENERE

Nei 180 Comuni vitati del Torinese la storia del vino va dai signori e cavalieri del Medioevo ai Savoia, giungendo fino alla riscoperta e valorizzazione dei vitigni autoctoni alla fine del XX secolo. I millenni di storia subalpina non hanno lasciato sul territorio solo segni “tradizionali”, come i castelli, le cattedrali ed i palazzi nobiliari. Anche i vigneti (qualcuno reale come quello della Villa della Regina), i toponimi e le leggende legate al vino e agli altri prodotti della terra fanno parte della storia piemontese. Il repertorio gastronomico ed enologico (quello di casa Savoia in particolare) consente di di ricostruire attraverso i suoi menù uno scorcio di storia quotidiana dei ricchi casati di un tempo. Nel Torinese vi sono i vigneti tra i più alti ed antichi d’Italia, in località di grande bellezza naturalistica e paesaggistica come Chiomonte, Mocchie, Exilles, Fenestrelle, Giaglione e la Serra Morenica di Ivrea. La viticoltura “eroica” ha tramandato nel tempo l’arte della coltivazione di vitigni rari e di altissimo pregio come l’Avanà a Pomaretto e il Nebbiolo a Carema. Le Città del vino assommano alla qualità delle produzioni del loro territorio un elevato pregio storico-architettonico: Caluso, Chieri, Susa e Pinerolo sono alcuni degli esempi più noti. Torino stessa, città magica e olimpica, propone la viticoltura nel suo “fuori porta” tra verdi colline a pochi chilometri dal centro della metropoli. I tesori della storia e dell’arte sacra (Sacra di San Michele e Novalesa sono i monumenti più noti, ma i complessi di pregio sono decine) sorgono perlopiù in aree in cui la vite fa parte del paesaggio e della cultura locale da millenni. Della cultura locale è parte integrante una presenza imprenditoriale vivace e dinamica, che offre all’esigente turista odierno prestigiose dimore storiche di campagna, agriturismi e B&B.

La denominazione: “Strada Reale dei vini torinesi” propone quindi un riferimento al patrimonio storico, artistico e culturale che ha determinato negli ultimi anni il successo di Torino e del suo territorio sul mercato turistico internazionale. Un patrimonio che, nel 2011, sarà protagonista delle celebrazioni per il 150° dell’Unità d’Italia. Non a caso, la Strada sviluppa i suoi itinerari lungo un percorso che raggiunge successivamente tutte le grandi eccellenze architettoniche e paesaggistiche del primo Regno d’Italia. L’iniziativa può valersi della notorietà e del patrimonio storico del territorio, ma non nasce con lo sguardo volto all’indietro. Nasce in primo luogo per coinvolgere e rendere partecipi della valorizzazione del territorio una serie di qualificati “luoghi del vino”, selezionati tra aziende agricole e vitivinicole, hotel, agriturismi, bed and breakfast, ristoranti, vinerie, wine bar ed esercizi qualificati per il servizio del vino, tutti autorizzati a fregiarsi di un contrassegno col marchio della Strada del Vino. La Strada darà vita ad una vera e propria rete di “punti amici”, che sarà comunicata e promossa presso i consumatori, per far crescere ulteriormente la cultura del vino.

La scelta di un’unica strada è legata alla necessità di mettere in rete ed in sinergia le quattro realtà vitivinicole torinesi e di collegarle a Torino, sfruttandone l’attrattività turistica, conquistata con le Olimpiadi invernali del 2006 e con gli eventi successivi, non ultimo l’apertura della Reggia di Venaria. La Strada Reale dei vini torinesi non propone però un itinerario rigido di percorrenza attraverso le quattro aree viticole, anche in considerazione delle discontinuità territoriali dovute ai tratti di pianura che collegano tra loro le zone collinari. Né la Strada Reale nasce in concorrenza o in contrapposizione con le altre Strade del Vino del Piemonte: la collaborazione con le realtà delle province vicine è del resto già in atto e si è concretizzata nella costituzione dell’associazione “Piemonte Strade del Vino”.

 www.stradarealevinitorinesi.it