Il termine “trasparenza” riferito al mondo del trasporto aereo era pressochè sconosciuto negli anni passati fintanto che la rivoluzione dei cieli denominata deregolamentazione prese il via.
E’ ovvio, diranno in molti, le tariffe erano in clima di monopolio, non c’era certo il pericolo di essere poco trasparenti; è vero, ma non fermiamoci alla superficie di una tale battuta. Se oggi con tanta insistenza si parla della necessità di trasparenza vuol dire che il modo di tariffare il viaggio aereo non è affatto cristallino, altrimenti non si ravvede il motivo per cui ci si dovrebbe lamentare. E’ quindi agevole constatare che si è passati da un problema (tariffe senza scelta) ad un altro problema (tariffe complicate) e che pertanto non è detto che per l’utente le cose vadano meglio ai tempi nostri rispetto a ieri. Di certo l’ideale sarebbe stato passare dalla tariffa monopolistica alla tariffa libera, purchè la composizione tariffaria fosse rimasta cristallina.
Oggi chi acquista un biglietto aereo con qualsiasi modalità -dal computer di casa o tramite un agente di viaggio- non può avere la certezza di aver fatto un affare, di aver cioè acquistato il meglio disponibile sul mercato ove per meglio intendiamo la tariffa più conveniente. E’ quindi praticamente impossibile sapere se il prodotto acquistato era quello realmente più a buon mercato, o se invece non fosse stato possibile giungere alla nostra destinazione pagando ancor meno.
E badate bene che nel dire ciò non intendiamoci riferirci alla mera modalità dell’intermediazione scelta per l’acquisto, ovvero telematica o di persona fatta presso una agenzia, bensì ci riferiamo al particolare che un altro vettore era magari disponibile con tariffe più basse.
Vedete una volta c’erano le compagnie Iata le quali offrivano tutte per un certo itinerario la stessa tariffa, e poi c’erano le compagnie charter che ci potevano portare alla nostra destinazione a tariffa inferiore. La situazione circa la scelta disponibile era chiara e trasparente; spettava all’utente decidere in tutta tranquillità di quale mezzo far uso.
Alla ricerca della tariffa migliore
Uno dei due costava di più ma –si diceva- era più affidabile dell’altro e c’era poco da perdere tempo in quanto tutte le compagnie applicavano la stessa tariffa. Nell’ultimo nostro articolo vi abbiamo parlato di quell’incredibile notizia circa l’introduzione di uno strumento finanziario -pressochè simile al derivato- per cercare di mantenere ancorato il prezzo di una tariffa che si reputa in un certo giorno essere accettabile, ma che potrebbe non esserlo a distanza di tempo: già solo un tale particolare la dice lunga circa il punto cui si è giunti.
Volendo ridurre il problema ai minimi termini possiamo dire che all’utente del mezzo aereo dovrebbe essere permesso di vedere e comparare tutti i servizi disponibili ed infine procedere all’acquisto. Ma attenzione perchè già dietro al verbo “comparare” si celano i primi ostacoli.
Il costo finale e complessivo del biglietto aereo non è dato semplicemente dalla formula “tariffa più tasse” ma da una infinità di variabili che si aggiungono alla tariffa la quale a sua volta varia se invece di quel determinato volo ne selezioniamo un altro, sempre della stessa compagnia, che parte in orario differente o il giorno dopo.
Se questa spiegazione vi pare troppo complicata la possiamo semplificare facendovi notare che oggigiorno le tariffe aeree, non a caso, vi vengono proposte con la subdola forma “A PARTIRE DA”, una formula sconosciuta negli anni passati, mai adottata dalle compagnie aeree. Inoltre ad aggravare ulteriormente lo scenario abbiamo un nuovo termine entrato a far parte della composizione tariffaria: “ancillary”. E circa quest’ultimo è facile annotare come esso stia divenendo sempre più un componente essenziale del revenue di tutte le compagnie aeree, non certo delle sole low cost.
Tra ancillary e tasse aeroportuali
Nel proporvi le considerazioni di cui sopra ci siamo limitati a parlare della tariffa aerea, di quella componente del costo di diretta competenza del vettore, ma non dobbiamo dimenticare che l’esborso finale verrà influenzato, e non certo in modo marginale, anche dall’elemento “tasse aeroportuali”. Su questo specifico aspetto le cose non è che vadano meglio basti pensare al particolare che le autorità competenti hanno ritenuto doveroso stampare opuscoli informativi da distribuire ai passeggeri per fornire lumi sul loro significato ed esposizione nel biglietto cercando di dare al passeggero una possibilità di controllo.
E non è un mistero che su taluni itinerari internazionali con punti di coincidenza intermedi, il fattore tasse può far la differenza fra una tariffa e l’altra.
Quindi l’utente si deve oggi confrontare da una parte con tariffe aeree non comparabili fra loro a causa delle troppe variabili, dall’altra con tasse fuori da ogni possibile controllo: peggio di così non crediamo era possibile andare. In questo scenario nebbioso non è casuale che negli Stati Uniti, ove il mercato aereo domestico è pari per espansione all’intero continente europeo e il mezzo aereo venga usato come l’autobus da noi, sia sorta la “Open Allies for Airfare Transparency” (www.faretransparency.org) una coalizione formata da circa 400 distributori indipendenti, venditori di viaggi aerei, dipartimenti di corporate travel, associazioni consumatori la quale ha come fine quello di assicurare che l’utente del mezzo aereo possa acquistare la tariffa con la formula “apples-to-apples” (fares+taxes+fees) estesa però a TUTTE le compagnie aeree disponibili su un certo settore.
La trasparenza..
La dizione mela-con-mela crediamo sia particolarmente efficace in quanto vuol significare che troppi ammennicoli aggiunti a quella che una volta era la semplice, pura e sola tariffa non rendono possibile confrontare il costo finale dell’acquisto del servizio offerto da un vettore rispetto ad un altro vanificando di fatto la promessa base della deregulation stessa: l’utente deve aver la possibilità di scegliere fra più vettori.
Una aspettativa del tutto coerente la quale viene però disattesa se ogni vettore applica un suo modo di tariffare; infatti come può l’utente fare raffronti in un tale scenario? Siamo ben lontani dalla “mela-con-mela” , ci sembra più appropriato dire che ci troviamo ancora alla “mela-con-cavolo”, oppure ogni lettore si ritenga libero di scegliere il frutto che preferisce.