Meno viaggi, soggiorni più brevi, ma alla vacanza non si rinuncia. Dipendenti pubblici, pensionati e giovani abbandonano le mete esotiche e puntano sui litorali adriatici del Veneto e dell’Emilia Romagna. In lieve flessione Liguria e Sardegna. Giù Toscana, Puglia, Basilicata e Sicilia. Napoli e la Campania, dopo la debacle 2008, tornano ad attrarre turisti.
Da 18 anni Trademark Italia interroga gli Italiani per conoscere in anticipo dove, come e quando andranno in vacanza. L’indagine “2009 Dove vanno in vacanza gli italiani” effettuata in un anno di crisi, di incertezza (dovuta anche al recente drammatico terremoto in Abruzzo), presenta indicatori più semplici del solito: più italiani resteranno in Italia e questo significa numeri migliori per il turismo nazionale. L’incertezza del momento economico e il palese rifiuto a fare un passo indietro, indica che gli italiani sono psicologicamente impreparati a cancellare le proprie abitudini, in particolare alla vacanza. Al momento del sondaggio pochissimi progettano di contrarre i giorni di ferie e i propri standard di vita. Le abitudini degli anni duemila si sono radicate e non saranno sostituite con qualcos’altro. Il tam tam quotidiano sulle minacce della recessione non ha effetti sulle famiglie a reddito fisso e garantito, né sulle persone dinamiche, proattive ed “affluent”. Lo dicono i sondaggisti in base alle risposte ricevute tra il 25 marzo e il 9 aprile 2009. L’arretramento generale dell’economia non colpisce ad esempio i dipendenti pubblici, i quali:
a. continuano a percepire stipendi e salari senza rischi di sottoccupazione;
b. costituiscono, con le loro famiglie, un esercito di 15 milioni di turisti sicuri;
c. hanno diritto a 4 settimane irrinunciabili di ferie (mediamente 34 giorni);
d. sono potenzialmente in grado di produrre un enorme volume di presenze.
A questo gigantesco volume di persone socialmente corazzate che “devono” ogni anno consumare periodi di ferie (almeno 6,5 giorni al mare, 3 ponti festivi e 5 week-end fuori casa) si aggiungono altri 6 milioni di lavoratori italiani dipendenti di aziende private che continuano a lavorare senza pensare alla Cassa Integrazione e che trascorreranno – lo dimostra il sondaggio – almeno due settimane di vacanza in parte al mare, in parte in montagna tra alberghi, campeggi, seconde case, presso parenti e amici.
Ci sono poi 15 milioni di pensionati, di cui non meno di 4,5 milioni sono persone che possono contare su una pensione dignitosa e su redditi supplementari e che nel 2009 non faranno passi indietro.
Alle previsioni vanno aggiunti i viaggi degli italiani “abbienti” per i quali la recessione è sostanzialmente ininfluente e che sommano altri 8 milioni di persone in viaggio per almeno 8,2 giorni.
Si tratta di una terza ondata di presenze sicure che non mancheranno all’appuntamento estivo con il mare, il lago o la montagna.
Pochi altri Paesi Europei possono contare su tali volumi di tempo “liberato” grazie alle forme di sicurezza di cui l’Italia si è nel tempo dotata.
Con oltre 500 milioni di giornate di ferie e vacanze garantite e di una quantità enorme di Italiani impegnati ad occupare il proprio tempo libero, non ci sono dubbi che il movimento fuori casa resterà elevato, anche se inferiore di qualche punto a quello del 2008.
Gli Italiani faranno soggiorni più brevi e decisi sempre più all’ultimo momento, ma non rinunceranno a viaggi e vacanze. Tenteranno di spendere meno, ma la frammentazione della vacanza li porterà a fare almeno la patta con l’anno precedente. Di certo rimarranno fedeli agli stili di vita ormai acquisiti, e anche alle solite destinazioni, considerate “sicure per sé e per la famiglia”, ma anche “accoglienti” e “divertenti”, in testa Emilia Romagna, Veneto e Marche premiate dai turisti italiani a discapito delle coste del sud e di quelle tirreniche, complice la percezione di prezzi meno convenienti.
Nel barometro delle località che scendono ci sono infatti Toscana, costa adriatica meridionale, Puglia adriatica e ionica, Basilicata e Sicilia. Migliora il dato delle coste e delle isole della
Campania, pur restando al di sotto dei valori registrati prima del crollo di domanda del 2008. In leggera flessione le preferenze per Sardegna e Liguria.
Gli Italiani andranno anche di meno all’estero, preferendo alle capitali europee e ai viaggi di medio e di lungo raggio un fine settimana in più al mare o al lago.