Secondo uno studio di Unioncamere, il turismo sportivo in Italia è un affare che nel 2014 ha generato 42 milioni di presenze e un impatto economico da quasi 5 miliardi Il Giro d’Italia 2015 porta sicuramente buoni risultati anche dal punto di vista turistico è poi arrivata l’indagine di Unioncamere sull’importanza anche economica, oltre che sociale e culturale, del turismo sportivo in Italia.
Oltre 42 milioni di presenze e un impatto economico di quasi 5 miliardi di euro: questo il bilancio 2014 del turismo sportivo made in Italy, illustrato dal presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello, nel corso del convegno “Sport e ciclismo. Un’opportunità per rilanciare il turismo”, promosso dalla Fisascat a Imperia.
Secondo l’Osservatorio nazionale delle filiere del turismo di Unioncamere e SiCamera, lievemente predominante è la quota degli italiani (52,2%, pari a 22,1 milioni di presenze), i cui viaggi hanno generato consumi per 2,8 miliardi di euro (56,8%). L’impatto economico degli oltre 20 milioni di presenze internazionali, soprattutto di tedeschi, francesi e inglesi, è invece di 2,1 miliardi di euro (43,2%). Oltre la metà di questi consumi (2,6 miliardi di euro) ha interessano le imprese che si occupano di alloggio e ristorazione, ma le ricadute dei viaggiatori amanti dello sport sono significative anche sulle attività ricreative, culturali e di intrattenimento (1,2 miliardi di euro), sull’agroalimentare (646,6 milioni), sull’editoria (circa 206 milioni), sulle altre industrie manifatturiere (141,2 milioni), sui trasporti (111,3 milioni), sull’abbigliamento e calzature (63,6 milioni).
Più uomini che donne, adulti o di età matura, diplomati e laureati, sposati con o senza figli, benestanti. Sono soprattutto loro i protagonisti della vacanza 2014 all’insegna del movimento, durante la quale praticare trekking (33,5%), sci (13%), fare surf o sub (intorno al 7%), vela e alpinismo (6,8%), ma anche fare escursioni (43,6%), visitare centri storici (38%), magari fare un tuffo al mare o al lago (37,2%), degustare prodotti enogastronomici (14,8%), dedicarsi allo shopping (11,5%).