di Harry Di Prisco
La promozione territoriale di Altavilla Milicia e Capaci, in provincia di Palermo, attraverso la creazione di itinerari turistici che associno la tradizione e la qualità dei prodotti tipici ai luoghi di produzione e alle attrattive naturali e storico-culturali, è l’intento di Terra Damare. Il progetto, “Country Side Tour (www.countrysydetour.it) – Valorizzazione e Promozione dei Territori Rurali dei Comuni di Altavilla Milicia e Capaci della Provincia di Palermo”, messo a punto dall’ Associazione, rientra nelle direttive del Piano di Sviluppo Regionale Sicilia 2007-2013. «L’intervento, frutto di una sinergia tra vari enti – ha detto il presidente di Terra Damare, Anna Maria Ulisse – ha come finalità principale quello di coinvolgere tutto il ciclo produttivo, facendo “rete” tra di loro, oltre ad investire in formazione. «Da tener presente – dice Anna Maria Ulisse – che le strutture esistenti nei due comuni sono a gestione familiare e le associazioni, operanti sul territorio, devono far conoscere la cultura dell’accoglienza, puntando sulla qualità che si può osservare sia nell’artigianato che nei punti vendita commerciali della zona. Ne sono un esempio ad Altavilla Milicia la macelleria di Gian Battista Romano, che produce la tipica salsiccia milicia, a base di finocchietto selvatico, sale, pepe e naturalmente la materia prima, il maiale scelto personalmente dal giovane titolare e le ceramiche di Francesca Guagliardo, lavorate artigianalmente secondo l’antica esperienza dei maestri siciliani. Per Luigi Amato, responsabile del monitoraggio del Gal Golfo di Castellammare (www.galgolfodicastellammare.it), che è tra i partner del progetto, le due località Altavilla Milicia e Capaci, che sono rimaste fuori dal Gruppo di Azione Locale e dal programma “Leader”, ma che sono di grande interesse paesaggistico, religioso ed artistico, hanno tutte le carte in regola per presentarsi ad una clientela esigente amante del mare, dei prodotti enogastronomici locali e della pesca grazie ad una storia comune che le vede entrambe nel Seicento feudi della famiglia bolognese Beccadelli. Siamo ad un passo, possiamo dire, da Palermo e per gli amanti della buona tavola una sosta golosa vale la pena farla alla Boutique enogastronomica “da Cosimo” in Via Marchese di Roccaforte dove Francesca e Cosimo da buoni padroni di casa accolgono con esperienza e cortesia i clienti che poi diventano loro amici. Camminando per le strade della città non si può non fare visita alla patrona di Palermo, Santa Rosalia, chiamata affettuosamente dai suoi fedeli, la Santuzza, che al tempo della pestilenza ha soppiantato le altre sante patrone, Ninfa, Cristina, Oliva e Agata. La giovane Rosalia Sinibaldi, che era sempre vissuta in ricchezza, decise di vivere la sua vita spirituale prima nel monastero delle Basiliane a Palermo e poi presso alcune grotte della zona dove aveva vissuto da fanciulla, scegliendo successivamente di trasferirsi in un rifugio silenzioso sul Monte Pellegrino a Palermo. Sempre sulla scia della religiosità dei palermitani, un itinerario particolare è da prendere in considerazione, interessante anche dal punto di vista ambientale e archeologico. Si tratta della località “La Portella”, nel comune di Capaci, che comprende in particolare la Montagnola della Santa con il suo omonimo Santuario ed il Pianoro soprastante. L’intero percorso, fra suggestive cavità rocciose coperte di vegetazione, offre una stupenda panoramica sui golfi di Carini e di Isola delle Femmine «dove si può trovare residence a prezzi a dir poco irrisori» (come ci dice l’operatore turistico, Pino D’Angelo, che ci ha portato alla scoperta anche di una cucina di mare semplice e genuina, quella del “Lido Miramare”). La “Montagnola Santa Rosalia”, oltre a rappresentare il riferimento di un tradizionale pellegrinaggio religioso annuale del 4 settembre, costituisce il punto ideale di accesso al pianoro soprastante. E’ arredata da un piccolo altare e da una nicchia nella quale è distesa in posizione supina con la testa reclinata ed il mento poggiato sul palmo della mano destra una effigie moderna della Patrona realizzata in legno. Il Santuario è tuttora oggetto di culto, qui secondo la tradizione la Santa ebbe a dimorarvi per qualche tempo. Ritornando all’attualità Luigi Amato ci ricorda che è stato stipulato anche un protocollo d’intesa tra il Gal e l’Associazione Terra Damare per dare forte impulso all’economia dei due territori. Da non dimenticare che Capaci, città d’arte, la cui identità risale agli inizi del Cinquecento, ma il cui centro abitato si sviluppa lungo un asse stradale molto antico, che risale all’epoca romana, è tristemente nota per l’attentato del 1992 nel quale persero la vita il giudice antimafia Giovanni Falcone e la sua scorta.
Nei pressi dello svincolo di Capaci (ma in territorio di Isola delle Femmine), uscendo dall’aeroporto e imboccando l’autostrada direzione Palermo, sono visibili due stele in marmo rosso erette per ricordare la terribile strage. Capaci è uno degli 82 comuni della provincia di Palermo, con una popolazione residente di undicimila abitanti che diventano molti di più in estate, essendo meta turistica marittima. Gli abitanti festeggiano il 2 giugno il loro Santo Patrono, Sant’Erasmo vescovo di Antiochia e martire delle persecuzioni di Diocleziano. Ad introdurne il culto del Santo agli inizi del sedicesimo secolo sono stati proprio i pescatori di Capaci i quali, da esperti uomini di mare e fidando sulle proprie ben note barche dette “le capaciote”, a volte si spingevano a pescare fin sulle coste del Lazio e della Campania dove la devozione verso il Santo era molto diffusa. Il principale complesso di monumenti si trova nel centro storico, in Piazza Matrice, attorno alla quale sorgono la Chiesa Madre, La Fontana con lapide ed il Palazzo Pilo da poco restaurato, che rappresenta il riferimento più importante del patrimonio artistico e culturale del paese. A Capaci una sosta golosa occorre fare al ristorante Torre Alta di Girolamo Mannino che, dopo essere tornato da New York, ha rilevato una antica struttura in rovina del Conte Pilo. C’era all’interno una vecchia macchina a carbone per pompare l’acqua nei campi, che rappresentava un importante esempio di archeologia industriale. È ancora oggi visibile un pozzo arabo che porta alla falda acquifera, ma ci sono anche altri reperti interessanti come una grossa anfora che serviva per l’invecchiamento del vino che è stata salvata dalla demolizione e portata da Girolamo da Barcellona a Capaci. Oggi è un suggestivo ristorante che offre tutte le delizie della cucina siciliana. Altavilla Milicia dal canto suo ha una struttura urbanistica a scacchiera, che si è formata nel tempo sul calco dell’originario progetto dello Smiriglio. Il Belvedere e il Santuario mariano costituiscono le attrattive principali del paese. Il Belvedere è costituito da due piazze contigue poste all’estremità settentrionale dell’altura su cui sorge il centro abitato, proprio di fronte al mare. Il panorama che si ammira va da Capo Zafferano a Cefalù, sino alle isole Eolie. Il Santuario Mariano Diocesano, fondato nel XVII secolo, ospita il Quadro della Madonna, opera di un artista, attento alle tematiche giottesche. È molto probabile che il quadro sia giunto ad Altavilla attraverso scambi commerciali, anche se la tradizione popolare vuole una miracolosa provenienza dal mare. Il Santuario è meta di pellegrinaggio, soprattutto durante la festa patronale dei giorni 6, 7 e 8 settembre. Tipiche del paesaggio altavillese sono anche le tre torri costiere di guardia spesso impropriamente considerate normanne: le fortificazioni di questo tipo in realtà risalgono a periodi più tardi, aragonese e del periodo vice regio. Un progetto di interventi che preveda la salvaguardia delle grotte, la sistemazione delle aree antistanti e l’insediamento di una azienda agrituristica in una delle due strutture, (un baglio é in corso di restauro da parte di privati), potrebbe contribuire a rilanciare una nuova immagine turistica ed economica di Altavilla Milicia.