Flessione degli arrivi ma interesse vivo per la destinazione. Trekking consigliato a settembre
Dopo il devastante terremoto che ha colpito il Nepal il 25 aprile scorso e le diverse scosse di assestamento, tra cui quella grande del 12 Maggio, ci sono ancora scosse di assestamento, ma stanno diminuendo di numero e intensità giorno dopo giorno, fino a raggiungere un livello ‘normale’come conferma Navayo Nepal Discover Asia che lancia una valutazione della situazione attuale del paese vista da chi vive sul posto.In generale si può viaggiare, alcuni turisti si vedono in giro già adesso, il governo ha da pochi giorni riaperto al pubblico i siti Unesco come le piazze Durbar di Kathmandu, Patan e Bakthapur, anche per segnalare al mondo che il tempo non si è fermato al 25 aprile, ma molto è stato fatto e viene tuttora fatto, e dai soccorsi e dall’ emergenza si è passati alla ricostruzione.
I luoghi principali da visitare hanno tutti subito dei danni, sopratutto i templi non restaurati diciamo negli ultimi 20 anni, e le distruzioni sono un pò ovunque nella valle di Kathmandu, anche se nel complessivo sono minori rispetto all’impressione diffusa.
Le regioni del Sud (Terai) del paese non hanno quasi risentito del teremoto, cosi come l’ovest dal Manaslu in poi e dall’Everest verso oriente. Chitwan, Lumbini, Janakpur, Bardia per nominare quelli più noti, sono agibili come sempre.
Le strade e i ponti del paese non hanno subito danni notevoli (il che ha agevolato tantissimo gli aiuti e soccorsi) e nche le strade minori sono tutte aperte.
Tutti gli aeroporti e piste d’atteraggio STOL (di montagna) del paese sono aperti ed operativi. Tutti voli internazionali sono regolari, alcuni hanno solo ridotto le frequenze.
Al momento molti ristoranti e alloggi sono ancora chiusi, sia per i pochi ospiti, sia perchè molti dipendenti sono tornati nei distretti per aiutare ai propri cari e parenti.
Circa il 90% degli alberghi per i turisti sono stati trovati in buone condizioni in seguito alle ispezioni. Un solo albergo 5 stelle e due alberghi minori sono stati parzialmente chiusi nel paese. Meno sicure le Guest House
Per chi di passaggio in Kathmandu per il Tibet quindi certamente si può transitare in Nepal, anche se la strada fra Nepal e Tibet rimane chiusa e non permette di fare il classico “overland” fino alla fine di luglio. Il Tibet ha risentito nel sudovest sopratutto nella regione da Tingri alla frontiera, con notevoli danni a case e monasteri locali.Per chi transita in Nepal per il Bhutan vale quanto sopra per il Nepal. Il Bhutan non ha risentito particolarmente del terremoto nel Nepal.Per quanto concerne i trekking o viaggi nelle regioni montane, purtroppo il Langtang è fortemente danneggiato e probabilmente non sarà aperto per tutto il 2015, simile vale per la valle del Rolwaling e il Helambu.
La regione ai piedi dell’Everest per l’autunno sarà pronta ad accogliere i molti escursionisti .
La regione dell’Annapurna ha subito danni minori, incluso il Mustang ed il Naar e Phu. Tutti gli altri trekking come il Makalu, Kanchenjunga, Dolpo, Humla, Rara e cosi via, sono percorribili.
Il trekking in Nepal in questo momento è sconsigliato. Da metà settembre in poi, crediamo che la situazione per gli escursionisti sia “normalizzata” ad eccezione della regione del Langtang, per il Rolwaling e Helambu non si è certo.
Si conferma una flessione negli arrivi, ma le prenotazioni e l’interesse generale che riceviamo indicano una ripresa relativamente veloce.