di Antonio Bordoni.
Innanzitutto spieghiamo cosa deve intendersi per “ancillary revenue”.
Il prezzo del biglietto aereo è composto da tre elementi:
-La tariffa;
-Costi accessori;
-Tasse varie, solitamente denominate “tasse aeroportuali”.
Le prime due componenti costituiscono a tutti gli effetti revenue per il vettore aereo, l’ultima pur essendo incassata dalla aerolinea al momento della emissione del biglietto viene in effetti rigirata ad altri soggetti ed altro non è che un semplice giroconto che non costituisce introito per l’aerolinea.
Nella terza componente quella delle tasse varie dobbiamo tuttavia annotare una anomalia dal momento che la maggior parte delle aerolinee include sotto questa voce anche la sovrattassa carburante (fuel surcharge) la quale è a tutti gli effetti una componente di competenza delle aerolinee, come tale a rigor di logica invece di andare sotto la voce tasse dovrebbe essere aggiunta alla tariffa-base.
La seconda componente quella da noi denominata “costo accessorio” è una trovata abbastanza recente delle aerolinee che è nata in concomitanza con l’avvento del fenomeno low cost ma che oggigiorno viene in pratica applicata da tutti vettori. Rientrano sotto tale voce:
-Tariffa bagaglio e eccedenza bagaglio;
-Assegnazione o preassegnazione posto;
-Catering di bordo;
-Duty free;
-Travel retail (hotel,noleggio auto, assicurazioni);
-Supporto call center per prenotazioni;
-Tasse applicate per acquisti fatti usando carte credito;
-Priorità di imbarco;
-Sistemi di intrattenimento di bordo;
-Accesso a rete internet
Precisato che probabilmente la lista di cui sopra non è completa, va detto che di tutte queste voci che prendono anche la denominazione di spese “à la carte” , quelle che una volta in ogni caso si pagavano erano l’eccedenza bagaglio e gli acquisti dal duty free, tutto il resto era ricompreso nel costo della tariffa base. Appare evidente quindi l’escalation che hanno avuto queste voci le quali essendo fra l’altro variabili da compagnia a compagnia contribuiscono a non rendere trasparenza su quello che sarà il prezzo finale, complessivo di acquisto.
E’ facile intuire come tale situazione ha finito per generare una bassa tariffa di richiamo alla quale però poi bisogna aggiungere una vasta varietà di costi accessori. Per la cronaca ricordiamo che Ryanair viene definita “The godfather of ancillary revenue” e sarebbe pertanto lei l’antesignana dell’introduzione degli introiti corollari.
Secondo un recente studio (1) il volume d’affari delle ancillary revenue nel 2017 ha toccato gli 82.2 miliardi di dollari, nel 2011 erano 32,5 miliardi. La sottostante tabella mostra l’impennata che questa voce ha avuto sui conti delle aerolinee mondiali.
Revenue mondiale Ancillary revenue Incidenza
2011: 512 miliardi di dollari 32.5 mld 6.34%
2017: 532 miliardi di dollari 82.2 mld 15.45%
Le entrate corollarie sono facilmente individuabili analizzando i bilanci delle aerolinee. Infatti ormai non vi è più il solo revenue passeggeri, ma troviamo distinto lo “scheduled revenue” e “l’ancillary revenue” ed è pertanto agevole determinare quali sono i vettori che traggono più introiti da questa fonte. La denominazione può cambiare da aerolinea ad aerolinea esempio “ticket revenue” e “non ticket revenue” ma la sostanza rimane la stessa. Se le percentuali su esposte si riferiscono alla media mondiale, analizzando i bilanci delle singole compagnie low cost si troveranno valori ben più elevati.
Le cifre che seguono mostrano quanto incidono le entrate corollarie sul totale del fatturato prodotto dai due maggiori vettori LCC europei Easyjet e Ryanair:
Easyjet Ryanair
Revenue 2017/Euro (2) 5.881.000.000 7.151.000.000
Revenue 2016/Euro (2) 5.241.000.000 6.647.800.000
di cui ancillary:
2017(euro) 1.149.000.000 2.017.000.000
2016(euro) 975.000.000 1.779.600.000
Incidenza ancillary su Revenue (2017) 19.53% 28.21%
Il totale delle due voci costituisce il revenue complessivo il quale può essere usato anche per determinare un’altra importante informazione e cioè la tariffa media pagata da ogni passeggero.
Totale revenue Passeggeri Tariffa media pro capite
Ryanair 7.151.000.000 130.300.000 euro 54.88
Easyjet 5.881.000.000 80.200.000 euro 73.33
(Valori espressi in euro)
Se Ryanair è il padrino delle ancillary revenue vi è chi, pur entrando in scena dopo il vettore irlandese, lo ha superato ed anche di molto. Nell’annuale graduatoria vi sono quattro vettori che hanno fra il 39 e il 47 per cento del loro fatturato costituito da entrate corollarie. Pubblichiamo le prime 20 posizioni avvertendo però che anche dopo le venti posizioni troviamo nella lista vettori insospettabili come la Qantas, la American, la Air Canada…. (3)
Spirit Airlines 46.4%
Frontier 42.4%
Allegiant 40.0%
Wizz Air 39.4%
Ryanair 26.8%
Jet2com 26.0%
Volaris 24.3%
HK Express 24.0%
Jetstar 22.0%
Pegasus 22.0%
Vietjet 18.9%
AirAsia 18.7%
Easyjet 18.6%
Alaska Air 17.9%
United Airlines 17.0%
Norwegian 15.9%
Jetblue 14.4%
Southwest 13.9%
FlyDubai 13.8%
Delta 13.1%
Di certo possiamo affermare che l’aver scomposto quella che una volta era una tariffa omnicomprensiva in una tariffa-base a cui poi bisogna aggiungere costi accessori una volta gratuiti come l’assegnazione del posto, il bagaglio, ecc non è stato di certo un passo avanti verso quella trasparenza cui tutti dicono di puntare ma che all’atto pratico è ben lungi dall’essere messa in pratica.
- IdeaWorksCompany and CarTrawler
- La easyjet chiude i suoi bilanci al 30 settembre di ogni anno; la Ryanair chiude invece al 31 marzo. Quindi i dati più recenti per Easyjet si riferiscono al periodo OTT16/SET17, per Ryanair APR17/MAR18. La percentuale di incidenza da noi riportata è calcolata sull’ultimo anno finanziario.
- L’ultima tabella pubblicata dalle società di cui al punto 1 si riferisce all’anno 2016
tratto da: www.aviation-industry-news.com