In merito alle notizie di stampa uscite oggi che attribuiscono al traffico crocieristico la principale responsabilità dell’inquinamento di Venezia, la Clia – associazione internazionale dell’industria crocieristica – non può che smentire con forza quelle che qualcuno potrebbe chiamare “fake news”.
Lo dimostrano i dati di enti pubblici e terzi dell’Autorità Portuale di Venezia e dell’Arpa Veneto, che sottolineano che il traffico portuale pesa in termini di polveri sottili per il 2% circa sulle emissioni complessive “respirate” in città nel periodo invernale e per l’8% nel periodo estivo.
La centralina la più vicina al passaggio delle navi da crociera posizionata sul Canale della Giudecca (Sacca Fisole) rilevi i livelli più alti di polveri sottili durante l’inverno, quando la stagione crocieristica è chiusa. Da maggio a ottobre, quando passano le navi, invece non c’è stata una sola irregolarità nella presenza delle polveri PM 10 in tutto lo scorso anno.
E questo anche grazie all’accordo Venice Blue-Flag, rinnovato nel febbraio scorso come in molti degli anni passati, in cui le compagnie armatrici operanti nel settore della crocieristica a Venezia si impegnano volontariamente a utilizzare carburanti con contenuto di zolfo inferiore allo 0,1% in massa sin dall’entrata in laguna e nel corso di tutte le fasi di manovra.
E anche se le navi da crociera rappresentano meno del 10% del traffico marittimo in Laguna, sono quelle con o motori più ecologici e le tecnologie più innovative. Infatti, è nel loro stesso interesse preservare la bellezza dei luoghi di destinazione. Non a caso, le compagnie hanno già investito più di un miliardo di dollari affinché le nuove navi siano sempre più “verdi” delle precedenti, riducendo le emissioni e puntando sui carburanti ecologici: dal 2016 ogni imbarcazione da crociera è dotata di un motore a basso consumo; entro il 2026, poi, 87 nuove navi saranno alimentate con carburanti a basso impatto, di cui 13 a GNL; infine, negli ultimi anni l’installazione di sistemi di pulizia dei gas usati ha permesso la riduzione dell’emissione di agenti inquinanti come diossido di zolfo, ossido di nitrogeno e Co2 di oltre il 90%.
In ogni caso, spesso gli standard Clia sono assai più severi delle norme internazionali. I suoi associati si sono presi l’impegno di ridurre le emissioni di zolfo al di sotto dello 0,5% cento il 2020 e non il 2025, come previsto dall’Organizzazione Marittima Internazionale, mentre l’associazione sta già lavorando sempre con l’Organizzazione Marittima Internazionale per ridurre obbligatoriamente le emissioni di Co2 del 30% entro il 2025.