di Cecilia Emiliozzi

Prosegue la nostra inchiesta sulle Agenzie di Viaggio: dopo aver indagato il centro-nord, questa settimana abbiamo sentito cosa succede nel sud. Come la volta precedente la nostra ricerca ha seguito un criterio “random”, privilegiando cioè contatti del tutto casuali. In questo modo abbiamo creduto di rispecchiare il più possibile la complessità del paese, fatto di realtà anche molto diverse fra loro per dimensioni o collocazione geografica.

Una evidente e amarissima constatazione è venuta proprio dal primo approccio: ci siamo serviti del “Travel operator book” del 2006 per reperire nomi e numeri di telefono e ci siamo accorti che a tanti di quei nomi e numeri di telefono non corrispondevano più Agenzie di Viaggio. Una quantità impressionante di Agenzie infatti, in soli 4 anni, è letteralmente scomparsa.

Certamente la nostra osservazione non pretende di essere scientifica né di azzardare dei numeri, ma chiunque può tentare di riprodurre l’esperimento: provare per credere, a dispetto dei rassicuranti e sicuramente più scientifici (!) dati ufficiali. Comunque, terribile selezione naturale a parte, i problemi riscontrati al sud sembrano essere esattamente gli stessi che denunciano nel centro-nord.

Ritorna il crollo verticale dell’offerta mare Italia, che soffre ormai in maniera gravissima della mancanza di servizi e infrastrutture. Se abbiamo pensato a un certo pregiudizio “geografico” quando abbiamo sentito certe lamentele da parte degli agenti del centro- nord, ci siamo dovuti ricredere sentendole identiche dagli agenti del sud. Evidentemente anche chi osserva questa realtà più da vicino e ne è anzi profondamente coinvolto non può non vedere le stesse cose che non vanno.

Il prodotto Italia non si vende, o si vende pochissimo, anche se si parla di località balneari che avrebbero tanto appeal da vendersi da sole. Purtroppo le bellezze naturali non bastano più e la competizione, sempre più feroce, si gioca oggi sulla qualità dei servizi, primi fra tutti quelli legati alle strutture ricettive e ai collegamenti. E’ sentito nel sud , come nel settentrione, il problema della professionalità, ad esempio, che non può più non prevedere una dignitosa conoscenza delle lingue.

Ci si fa osservare ancora una volta che destinazioni un tempo dietro di noi, come Grecia, Spagna, Croazia e Turchia ci hanno ormai ampiamente superato anche per una migliore accoglienza dei clienti, che significa, fra le altre cose, poter comunicare in maniera facile.

L’unica realtà turistica italiana che sembra tenere un po’ è quella dei villaggi, soprattutto però quando il rapporto qualità- prezzo è particolarmente vantaggioso. Ricorre anche, rispetto al centro-nord, la percezione minacciosa di Internet. In tutto il nostro paese, evidentemente, si avverte la via telematica più come un pericolo che come un’opportunità. Sottrarrebbe, secondo gli Agenti, delle grosse quote di mercato perché i T.O. vendono bypassando le Agenzie, oppure perché ci si trovano prezzi stracciatissimi che ingaggiano una lotta al ribasso che non giova a nessuno.

Ultima amarezza, e tra l’altro subito dopo il TTG: molti Agenti hanno dichiarato, secondo il loro parere, l’inutilità di tante manifestazioni del settore. Le ragioni? Troppo numerosi gli eventi, e dunque inflazionata la presenza, e tutto molto autoreferenziale. Per essere più chiari: se uno se la canta e se la suona da solo…