I più delusi sono i titolari dei programmi di fidelizzazione. Quando vanno a ritirare il biglietto perché hanno raggiunto l’ambito traguardo del numero miglia che da diritto al viaggio gratis, si vedono chiedere il supplemento per il carburante; sorpresa e delusione insieme: allora che gusto c’è a collezionare bollini-premio se poi alla fine bisogna pagare?
Eppure a ben guardare, quando non esisteva la fuel surcharge e ciò che si pagava erano solo tariffa e tasse aeroportuali, chi usufruiva di un biglietto gratis non veniva chiamato a pagare l’aumento di tariffa che pure era avvenuto nel corso del tempo, ma solo le tasse aggiuntive in quel momento vigenti.
La trovata del sovrapprezzo carburante, camuffata da “tassa”, colpisce indiscriminatamente tutti, agenti di viaggio, passeggeri e, paradosso dei paradossi, si ritorce anche, come vedremo, contro le stesse aerolinee che la applicano.
A tutti coloro ai quali potrebbe apparire impossibile che le aerolinee si auto-danneggiano da sole, vorremmo ricordare l’altro clamoroso esempio di autogol compiuto dai vettori, quello relativo all’overbooking. (…)
Anche per il fuel surcharge c’è una motivazione ufficiale, costituita ovviamente dalle oscillazioni cui è oggetto il prezzo del carburante. Ma anche in questo caso, come nell’altro, non si tratta di dubitare sul perchè, quanto sulla correttezza e praticità della soluzione adottata.
Come, quando e perché è iniziato questo ennesimo capitolo nero delle compagnie aeree?
Correva l’anno di grazia 2000 quando Alitalia decideva di introdurre una fuel surcharge di 10.000 lire su tutte le tratte nazionali:
“Nell’agosto 2002 l’Autorità ha concluso un procedimento istruttorio nei confronti delle società Alitalia, Meridiana, Volare, Air One, Alpi Eagles e Air Europe, in relazione all’applicazione concordata e contestuale di un supplemento tariffario della medesima entità (fuel surcharge) per tutte le tratte nazionali. Dal mese di giugno 2000, infatti, Alitalia, seguita dagli altri vettori, aveva introdotto, su tutte le tratte nazionali, un supplemento tariffario di diecimila lire, giustificandolo sulla base dell’aumento dei costi del carburante per aviazione. Nell’agosto 2000 Alitalia annunciava l’intenzione di portare, a partire dal successivo settembre, il supplemento a ventiquattromila lire; un incremento di medesimo importo veniva adottato anche dalle altre compagnie aeree.”
(Indagine Conoscitiva IC24 dell’AGCM)
Poiché, come è noto, in quegli anni le aerolinee erano solite scimmiottarsi a vicenda, nel senso che quello che faceva l’una veniva subito imitato dalle altre, si deve ritenere che già altri vettori in quell’anno avevano deciso per l’applicazione della sovrattassa carburante.
Prendeva così il via una tendenza che doveva poi affermarsi ovunque: quella che era una semplice tariffa veniva scomposta in una molteplicità di voci. Una per tutti, ricordiamo come in quegli anni, a seguito dell’attentato alle torri gemelle, venne istituita anche la crisis surcharge.
Quali i punti oscuri di questa surcharge? Perché sarebbe opportuno procedere ad una sua rivisitazione?
Antonio Bordoni
(il testo completo apparirà su Travelling Interline del mese di ottobre 08)