L’Associazione Internazionale del Trasporto Aereo (IATA) ha sfidato l’Europa ad attivare il Single European Sky (Spazio aereo unico europeo, SES) entro il 2012.

Dopo decenni di parole e poca sostanza, l’incapacità di mettere in atto un efficace SES costituisce la vergogna più imbarazzante dell’Europa sul fronte ambientale. Nel 2007 questo fallimento ha provocato 21 milioni di minuti di ritardi e 468 milioni di inutili chilometri di volo. Il che ha prodotto 16 milioni di tonnellate di CO2. La crisi che sta soffocando il settore del trasporto aereo evidenzia il fatto che le compagnie aeree non possono permettersi i 5 miliardi di euro di costi che questo comporta. E nemmeno l’Europa può permettersi questo colpo alla sua competitività. Tutto questo deve cambiare al più presto”, ha dichiarato il direttore generale e CEO della IATA, Giovanni Bisignani, nel discorso tenuto in occasione del Summit sul trasporto aereo europeo, in corso a Bordeaux. La IATA sostiene in pieno l’approccio della Commissione europea legato alle prestazioni. La proposta è inserita nel secondo pacchetto dell’SES presentato in giugno dal vicepresidente Tajani. “Se vogliamo che il Cielo unico europeo mantenga i benefici che promette abbiamo bisogno di obiettivi di performance vincolanti a livello nazionale e comunitario, di blocchi funzionali di spazio aereo (FAB) coordinati da un forte gestore di rete, con un’AESA in grado di armonizzare la tutela della sicurezza, e dell’impiego della tecnologia SESAR“, ha aggiunto Bisignani. FAB e SESAR sono i componenti fondamentali di un SES. Il progetto di riorganizzare lo spazio aereo europeo in 9 FAB transnazionali aumenterà la capacità del sistema del 70%, ridurrà i ritardi medi, portandoli a un minuto o meno, abbatterà i costi degli utenti del 50% e entro il 2020 ridurrà l’impatto ambientale del 10% per ogni singolo volo, migliorando la sicurezza. “Questi 9 FAB non possono essere regni gestiti in modo indipendente – ha dichiarato Bisignani – . Abbiamo bisogno di un forte gestore di rete che migliori l’efficienza e soddisfi obiettivi di performance vincolanti. E abbiamo bisogno di un’AESA dotata di risorse sufficienti a garantire la tutela della sicurezza per gli aeroporti e i fornitori di servizi di navigazione aerea“. La IATA vincola il SES alla proposta europea di inserire il trasporto aereo, a partire dal 2012, nel Sistema di scambio di quote di emissione (ETS). “L’anno è il 2012. Abbiamo bisogno di 9 FAB già operativi con un forte gestore di rete, che assicurino benefici a fronte degli obiettivi di performance. Questo è il presupposto minimo. Anche se l’Europa non riesce a rendersi conto dei gravi difetti della sua proposta sull’ETS – l’approccio unilaterale è illegale e la sua portata regionale inefficace – la sua residua credibilità si gioca tutta sull’SES. Le compagnie aeree non possono accettare di dover pagare per le emissioni in Europa quando l’inefficienza del sistema le costringe a disperdere 16 milioni di tonnellate in più ogni anno“, ha detto Bisignani. Bisignani ha attaccato due miti persistenti che circolano sull’SES. “Prima di tutto la paura per la perdita di posti di lavoro non ha fondamento, dal momento che c’è una penuria di controllori del traffico aereo e il programma SESAR (la componente tecnologica dell’SES) creerà 200mila posti di lavoro altamente qualificati in Europa. In secondo luogo, i FAB non riducono la sovranità delle singole nazioni. L’Europa si è posta la stessa domanda con l’euro. Nessuno mette in discussione la sovranità degli stati di Eurolandia. Per l’SES è lo stesso. La sovranità viene persino istituzionalizzata con la creazione di un organismo indipendente, l’autorità nazionale di vigilanza (NSA). Questi sono due miti che dobbiamo sfatare coi fatti“, ha proseguito Bisignani. La Strategia dei Quattro Pilastri della IATA per affrontare il problema dei cambiamenti climatici sta dando i suoi frutti. La strategia, adottata da settore e governo, è fondata su quattro pilastri: tecnologia, operazioni, infrastrutture e misure economiche positive, tra cui l’ETS. Dal 2004 gli sforzi della IATA, tra cui un accorciamento delle rotte e l’impegno diretto delle compagnie aeree per il miglioramento delle pratiche operative hanno fatto evitare 59 milioni di tonnellate di CO2, con un risparmio di costi di 12 miliardi di dollari (9,5 miliardi di euro). Un SES efficace darebbe un contributo fondamentale per questi sforzi. L’Europa deve contribuire a una soluzione globale per l’adozione di misure economiche che favoriscano il cambiamento. “Oltre a concentrarsi sugli sforzi tecnologici per far partire l’SES entro il 2012, l’Europa deve moltiplicare la sua azione politica nei confronti dell’Organizzazione Internazionale dell’Aviazione Civile (ICAO). L’articolo 2 del Protocollo di Kyoto attribuisce all’ICAO la responsabilità di individuare una soluzione efficace per le emissioni del trasporto aereo che sia globale e possa essere accettata volontariamente da tutti gli stati. La scorsa estate il G8 ha ribadito questo ruolo nella dichiarazione del Summit. Considerato che tra i 189 membri dell’organizzazione ci sono 44 stati europei, tre dei quali fanno parte del Gruppo di lavoro sull’Aviazione Internazionale e sul Cambiamento climatico (GIACC), l’Europa ha il dovere di far sì che l’ICAO raggiunga un risultato su scala globale, e su una soluzione globale sintonizzi il suo approccio al problema”, ha detto Bisignani. Non peggiorate ulteriormente la proposta sull’ETS. Nel frattempo Bisignani ha esortato l’Europa a non insistere col suo approccio unilaterale relativo all’ETS e al settore dell’aviazione nel processo di revisione generale dell’ETS europeo. “Non peggiorate ulteriormente una decisione già pessima coinvolgendo il trasporto aereo nella revisione generale dell’ETS. Non ha assolutamente alcun senso rivedere qualcosa che non è ancora nemmeno cominciato, men che meno prendere in considerazione l’idea di innalzare i livelli al di là dell’attuale 15%“, ha concluso Bisignani.