La previsione dell’Istat sull’andamento dell’occupazione e dei flussi turistici in Italia per il periodo maggio-luglio nel settore alberghiero non fa che radiografare ciò che le imprese registrano e non solo da ieri. Per il 52,8% degli operatori intervistati, infatti, il trimestre in questione farà registrare un calo delle presenze, mentre soltanto il 4,2% si aspetta un miglioramento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Altrettanto preoccupante la situazione rispetto allo sviluppo occupazionale: il 34,7% (25% nel 2008) prevede per il trimestre una riduzione del personale nelle strutture alberghiere.
Secondo Assoturismo, al di là delle cifre e delle percentuali che andranno verificate sulla base dei dati reali, il quadro delineato dagli addetti ai lavori è prospetticamente allarmante poiché, indipendentemente dall’entità del dato, ci sarà un’accelerazione nella flessione del mercato e quindi dell’occupazione, flessione peraltro che è in atto già da diversi anni.
Tutto questo avviene non certo perché sono scaduti i valori turistici del Bel Paese e non certo perché gli imprenditori svolgono meno bene il loro lavoro, tutto questo avviene a causa della crisi in atto, ma soprattutto perché sulle PMI del turismo grava, pesa, incombe un castello fiscale (total tax rate) assolutamente non più sopportabile.
Questo, infatti, mina fortemente la redditività delle imprese alberghiere ed oltretutto un’imposizione fiscale elevata rende economicamente negativa la gestione degli alberghi stagionali nei periodi di bassa stagione, che ne risulta di fatto accorciata.
Non ci sarà politica promozionale o riqualificazione delle strutture alberghiere che tenga senza un incisivo intervento sul fisco, da subito attraverso la riduzione dell’Iva, la rimodulazione degli studi di settore, la revisione delle imposte locali.
si male cause più precise e cosa si potrebbe fare???