La mostra dedicata a Piermatteo D’Amelia si propone di restituire alla storia dell’arte un protagonista di primo piano nel panorama artistico del Secondo Quattrocento, uno dei grandi maestri del Rinascimento in Umbria, impegnato a Roma, nel cantiere vaticano, accanto a Perugino, Pintoricchio e Antoniazzo Romano. L’attività umbra e romana di Piermatteo di Lauro de’ Manfredi – nato ad Amelia intorno al 1448 e morto dopo il 1506 – è in realtà molto documentata.
Eppure fino alla fondamentale intuizione di Federico Zeri (1953) di attribuire a Piermatteo il corpus di opere che, fino a quel momento, Roberto Longhi (1927) e Bernard Berenson (1932) avevano riunito sotto il name piece di Maestro dell’Annunciazione Gardner, Piermatteo era rimasto confinato nella vasta schiera dei pittori ‘senza opere’.
L’intuizione di Zeri sarà confermata dal felice ritrovamento documentario, nel 1985, del contratto di commissione a Piermatteo, della Pala dei Francescani di Terni. Con il contributo di vari studiosi oggi è finalmente possibile riportare alla luce un artista davvero straordinario, degno di essere annoverato tra i grandi maestri del Rinascimento, il più grande in quel lembo di territorio che oggi chiamiamo Umbria meridionale.
Formatosi tra il 1467 e il 1469 con Filippo Lippi nel cantiere decorativo dell’abside del Duomo di Spoleto, il giovane pittore amerino dopo la morte di fra Filippo a Spoleto nel 1469, deve seguire a Firenze fra Diamante, il principale collaboratore del pittore carmelitano. Nella città toscana Piermatteo entra in contatto con l’operosa bottega del Verrocchio e in seguito entra a far parte, ormai artista formato, del sodalizio di pittori guidati da Perugino, a cui viene affidata la decorazione della cappella Sistina in Vaticano. Piermatteo decora la volta della Cappella Sistina con un cielo stellato ma lavora con Pintoricchio anche alla scena raffigurante il Viaggio di Mosè e la Circoncisione.
Da questo momento la carriera romana di Piermatteo d’Amelia assume un carattere di continuità, interrotta solamente dai viaggi in Umbria per soddisfare commissioni importanti come i lavori per il Duomo di Orvieto (1480-1481), per gli Agostiniani di Orvieto (1482) e i Francescani di Terni (1483). In modo particolare con l’elezione di Alessandro VI, Piermatteo entra intorno al 1493 come artista di primo piano nella corte papale, ottenendo titoli e privilegi e lavorando intensamente per varie commissioni fra le quali la decorazione dell’Appartamento Borgia, coordinata da Pintoricchio.
Nella mostra sarà possibile ammirare le opere su tavola, prevalentemente di committenza umbra, licenziate da Piermatteo, che esprimono uno stile originalissimo capace di coniugare il naturalismo di Filippo Lippi con il vigore plastico della lezione di Verrocchio. Oltre a documentare con opere d’arte figurativa e plastica il tributo di Piermatteo all’arte di Lippi, Verrocchio, Ghirlandaio, Perugino e Pintoricchio, la mostra riflette il dialogo reciproco tra il pittore umbro e altri contemporanei di notevole importanza come Antoniazzo Romano, il Pastura e l’aquilano Saturnino Gatti, quest’ultimo protagonista in Umbria e in Abruzzo della cultura stilistica fiorentina di matrice verrocchiesca.
Accanto alla mostra saranno sviluppati, nella migliore tradizione delle Grandi Mostre dell’Umbria, dei percorsi sul territorio che comprenderanno le località ove sono ancora presenti le testimonianze di Piermatteo, a partire dalle due sedi della mostra:
– Terni, con il grande polittico dei Francescani nella Pinacoteca Comunale e le chiese di S. Francesco, S. Marco, S. Pietro, S. Tommaso
– Amelia, con la tavola di sant’Antonio Abate , la chiesa di San Filippo (già S. Francesco), il Duomo, l’Annunziata e la casa di Piermatteo, oltre alla Madonna col Bambino tra Santo Stefano e Santa, affresco della chiesa parrocchiale nella frazione di Porchiano
– Avigliano Umbro, con la Madonna in trono col Bambino, affrescata nella chiesa Madonna delle Grazie, e soprattutto le Storie della Vergine, dipinti murali nell’edicola della Chiesa della madonna di Toscolano
– Orvieto, con l’ Imago Pietatis affrescata in Duomo e la chiesa di Sant’Agostino
– Narni, con la Madonna col Bambino tra Santa Lucia e Santa Apollonia, affresco della chiesa di Sant’Agostino, il Duomo, S. Domenico e S. Francesco
– Spoleto, il cantiere di Lippi in Duomo
– Perugia, con le tavolette di San Bernardino e la Pala di Santa Maria dei Fossi del Pintoricchio nella Galleria Nazionale dell’Umbria.
La mostra ed il percorso sul territorio saranno accompagnati da un catalogo monografico, da una guida agli Itinerari sul territorio e da un DVD.