Tragedia shakespeariana archetipo della lotta per ottenere e mantenere il potere. La celebre trama vede protagonista Macbeth che, spinto dalle brame della moglie e da una suggestiva profezia, si macchia di una serie di squallidi tradimenti ed efferati delitti per conquistare il trono di Scozia. Una volta diventato re cadrà vittima delle sue stesse azioni e dei rimorsi, perdendo ogni cosa nell’atto finale che lo vede inesorabilmente soccombere.
Tutta la storia si inscrive in un clima di magica fatalità: il gruppo di streghe, che profetizza a Macbeth il suo regale destino e la sua fine, dona alla vicenda il respiro della predestinazione e dell’inevitabile circolarità del tempo.
Gabriele Lavia, nelle doppie vesti di protagonista e regista, realizza una messinscena d’impatto ponendo l’accento sulla metateatralità del dramma: Macbeth è un attore senza mestiere, angosciato dal pensiero di non essere nel posto che gli spetta, di non essere il protagonista di una vita che sembra viverlo passivamente. L’acquisizione della corona enfatizza questa condizione di persona fuori posto: i due novelli sovrani somigliano a due improbabili e impacciate marionette che indossano il potere come un vestito di una taglia troppo grande.
La tragedia di Macbeth realizza, in questa chiave interpretativa, la grande metafora del Mondo come Teatro, della Vita come Palcoscenico, dell’Uomo come inconsapevole Attore, sprovvisto dei trucchi del mestiere.
1.13 dicembre
Compagnia Lavia Anagni
Gabriele Lavia
MACBETH
di William Shakespeare
con Giovanna Di Rauso
scene Alessandro Camera
costumi Andrea Viotti
musiche Giordano Còrapi
luci Pietro Sperduti
regia Gabriele Lavia