NO netto e deciso contro la creazione della figura della guida nazionale. NO alla divulgazione banale del patrimonio culturale. SÌ all’approvazione di una legge che riconosca la professionalità della guida turistica per un turismo di qualità. Le guide turistiche attualmente possono esercitare la professione dopo aver superato un esame di abilitazione provinciale (e in alcuni casi regionale). Il nostro patrimonio comprende 200.000 Beni Culturali. È impossibile saper effettuare delle visite guidate all’intero patrimonio nazionale che presenta delle specificità regionali molto marcate. In alcune Province d’Italia non basta una vita per conoscere compiutamente il patrimonio culturale presente.
La guida nazionale si verrebbe a confondere con la figura dell’accompagnatore che si prende cura del gruppo durante il viaggio e si sostituirebbe ad esso.
Le guide turistiche sono dei lavoratori autonomi, quasi tutte hanno conseguito una laurea, parlano bene una o più lingue straniere, la grande maggioranza sono donne. Il lavoro è precario, stagionale, privo di copertura in caso di malattia o infortunio. Per legge si devono versare contributi Inps. La pensione poi è proporzionale alle somme versate e spesso è molto bassa.
Le guide turistiche hanno già subìto le cosidette “lenzuolate” di Bersani: nel 2007 la Legge 40 ha reso più facile l’accesso alla professione, soprattutto per i laureati in Storia dell’Arte e Archeologia. Ma anche per questi ultimi la Legge 40/2007 prevede “la verifica delle conoscenze linguistiche e del territorio di esercizio”.
Le guide turistiche promuovono e valorizzano tutti i siti del loro territorio, non solo quelli più famosi. Le Regioni e Province d’Italia hanno interesse a favorire flussi turistici verso i siti meno frequentati. Finora le guide turistiche hanno garantito una cultura dell’accoglienza, hanno effettuato mediazione interculturale nei confronti di visitatori che provengono da altri paesi e culture.
Le guide turistiche sono specializzate e rifiutano uno scardinamento radicale delle professioni turistiche che farebbe diventare le guide qualificate dei tuttologi e dei banalizzatori, adatti solo al turismo di bassa qualità.
Le guide hanno dimostrato ai Dipartimenti del Turismo e delle Politiche Comunitarie, con numerose lettere ed argomentazioni puntuali, che non è il diritto europeo a richiedere una modifica dell’ordinamento giuridico sulle guide turistiche. L’Europa riconosce alle guide turistiche una “specificità territoriale” che le distingue da altre professioni. Dal 1986 si assiste alle pressioni da parte delle grandi multinazionali del turismo europeo sulle istituzioni italiane ed europee, affinché tutte le visite guidate vengano effettuate, non dalle guide, ma dai loro capo-gruppo di passaggio. Assecondare simili pressioni significa privare il nostro Paese di una grande risorsa, per alcune Regioni fondamentale.
Le guide turistiche sono tornate a manifestare mercoledì 16 dicembre, con un presidio davanti a Montecitorio dalle 10,30 alle 14,00 per i seguenti motivi.
1) È ormai improcrastibile una Legge di riordino della professione di guida turistica che deve indicare delle linee unitarie alle Regioni. hanno manifestato in appoggio al disegno di legge presentato alla Camera dall’On. Fabio Granata (Atto n. 2922).
2) La Direttiva Europea 2006/123/CE deve essere recepita dall’Italia entro dicembre. Rispetto alla bozza di recepimento, le due Associazioni di categoria maggiormente rappresentative a livello nazionale, ANGT e Federagit-Confesercenti, hanno presentato al Dipartimento delle Politiche Comunitarie (vedi sito web) degli emendamenti. Si chiede alle Commissioni parlamentari competenti per materia di recepire gli emendamenti.
La manifestazione è stata anche un evento culturale: le guide hanno raccontato la città e la sua storia.
Alla mobilitazione della categoria hanno aderito:
Confesercenti-Federagit: Federazione Accompagnatori e Guide Turistiche; SNGT-Sindacato Nazionale Guide Turistiche-Fisascat CISL; Uil-Tucs; CGIL- Filcams; CNA Confcommercio Toscana, Perugia, Pesaro e Urbino