All’assemblea elettiva Asshotel-Confesercenti in corso di svolgimento a Roma Marco Venturi, presidente di Confesercenti ha aperto i lavori sottolineando che “se da un lato è fondamentale non farsi sorprendere dai profondi cambiamenti della domanda turistica mondiale dall’altro bisogna reagire con determinazione contro quel pedaggio assurdo costituito per il turismo italiano dalle troppe arretratezze che l’Italia sconta: infrastrutture, energia, mancate decisioni sull’Iva e sugli incentivi verso le nuove tecnologie internet in testa. Ma soprattutto voltando pagina rispetto alla cause dell’emarginazione di intere aree del nostro Mezzogiorno dove l’accesso è complesso, i servizi essenziali come l’approvvigionamento regolare dell’acqua sono un ancora problema e la sicurezza dei cittadini e delle imprese è minacciata dalla criminalità organizzata. Le risorse per restituire al turismo quel fondamentale ruolo di volano della crescita economica e civile ci sarebbero se però vi fosse una politica rigorosa nel tagliare sprechi ed abusi e nel ridurre un debito pubblico sempre più allarmante. Sta poi al nostro Paese nel suo complesso il capire che bisogna moltiplicare gli sforzi per migliorare il più possibile la competitività sulla qualità dell’offerta e sui prezzi”.

Nel corso dell’Assemblea che eleggerà il nuovo gruppo dirigente di Asshotel è stata presentata una ricerca che riguarda la competitività delle pmi nel turismo. L’impatto con le nuove tecnologie è diseguale: mentre strutture alberghiere di 3 o 4 stelle vanno a “tutto internet” e raggiungono un utilizzo dei sistemi informatici che va oltre l’85% del campione intervistato, per gli alberghi con “1-2 stelle” la situazione vede invece un 42% privo di internet ed un 58% che invece lo usa.

Proprio il web ha rivoluzionato i sistemi  tradizionali di vendita limitando l’intermediazione tradizionale. Come canale di vendita allora quella “diretta” prevale nettamente con un 43,5% di risposte, seguito da “internet” con il 17,4%. Cresce anche l’intermediazione tramite siti on-line (11,8%) mentre quella con le agenzie di viaggio si attesta all’8,6%.

In un sistema sempre più competitivo come quello turistico  cresce l’importanza del marketing e la ricerca lo evidenzia bene: il ricorso a tecniche di marketing mediamente riguarda il 59% delle imprese. Con un minimo del 46,4% per le strutture ad 1-2 stelle ed un massimo del 72,5% per i “4 stelle”. Altro dato interessante è quello secondo il quale l’84% degli imprenditori intervistati ha espresso la convinzione che un’impresa alberghiera deve sviluppare sinergie o forme di collaborazione con altri operatori. Questa convinzione è espressa dal 50,6% delle strutture ad “1-2 stelle” per salire al 53,3% “3 stelle” ed al 75% “4 stelle”.

 

Un capitolo importante riguarda gli investimenti per migliorare l’offerta: l’88% degli intervistati ha realizzato o programmato investimenti per migliorare la struttura o i servizi offerti. Più dinamici i “3 stelle” con il 93,3%, poi i “4 stelle” con l’87,5%” e “1-2 stelle2 con il 62%.

Ma quali sono gli investimenti scelti? Prevale l’attenzione a ristrutturare camere o spazi comuni con il 24,5%, emerge il dato dell’efficienza energetica e dell’ammodernamento degli impianti con il 17%, si impone fra i servizi  offerti il centro benessere con 11,3% di risposte. Ma solo il 5,7% investe in servizi tecnologici.

Un altro elemento di rilievo per la conduzione dell’attività è la fonte di finanziamento: per “1-2 stelle” prevale nettamente il ricorso a risorse proprie (47,5% contro il 35,5% di accesso al credito). Già i “3 stelle” bussano di più alla porte delle banche (47,6% contro il 33,3% di ricorso al proprio denaro) ed ancor di più lo fanno i “4 stelle” con un 55,6%.   

Ma quali sono gli elementi che limitano la competitività delle imprese? Al primo posto c’è la carenza di infrastrutture e servizi del territorio. Segue l’assenza di strategie e politiche turistiche delle Amministrazioni pubbliche, poi il problema dei costi. Ma non mancano critiche per il degrado ambientale ed umano, per la mancanza di iniziative di stimolo della crisi economica, scarsi interventi per il superamento della crisi economica.

I punti di forza che emergono dal sondaggio vengono individuati nella qualità del servizio e nella attenzione ai clienti; nella localizzazione in aree strategiche; nella capacità di personalizzare il rapporto con il cliente ed ancora nel rapporto qualità –prezzo e nella qualità della ristorazione.