Grande partecipazione degli operatori della meeting industry al primo appuntamento del nuovo format Federcongressi dedicato alla sanità. Sul piatto, quest’anno, un argomento di scottante attualità: il rinnovo del sistema ECM, coi suoi – tanti – lati apprezzabili ma anche i suoi punti discussi e discutibili.

Si è tenuto venerdì 14 maggio, a Roma, presso l’Hotel Ripa – First class collection Worldhotels, il convegno Nuovo sistema ECM (Educazione continua in medicina, ndr): indicazioni, dosaggio ed effetti collaterali, organizzato da Federcongressi. Con questo evento ha esordito il format Roadmap Sanità, con cui d’ora innanzi, a cadenza annuale, l’associazione farà il punto sulle normative, i trend e le prassi che concernono le attività sanitarie di proprio interesse. «Roadmap Sanità», ha detto in apertura il presidente Federcongressi Paolo Zona, «rappresenta il desiderio di Federcongressi di rioccupare uno spazio di informazione, formazione e opinione nel mondo della sanità per ciò che è di nostra stretta competenza. Non temi di natura assistenziale quindi, né economico-politica, ma solo quelli di cui riteniamo di essere protagonisti in quanto “cinghia di trasmissione” tra i contenuti scientifici proposti dai content provider e chi fruisce di essi, grazie appunto al lavoro preziosissimo anche delle nostre imprese».

Il convegno è stato un grande successo: vi hanno preso parte quasi 300 persone, provenienti da tutta Italia. Qualificatissimo il panel dei relatori, moderati da Mario Buscema, responsabile Federcongressi per i congressi medico-scientifici e le attività ECM. Sono intervenuti il vice presidente Farmindustria Maurizio De Cicco, Felice Ribaldone, componente della Commissione nazionale ECM, Paolo Messina, presidente del Comitato di garanzia per l’attività dei provider, i quali hanno animato, coi propri interventi, la sessione mattutina.

La tavola rotonda pomeridiana

Dopo le relazioni del mattino, nel pomeriggio una tavola rotonda ha affrontato le tante questioni aperte, dall’applicazione della nuova normativa ECM in quanto tale, all’annoso problema del conflitto d’interessi, reale o potenziale, generato dalle sponsorizzazioni farmaceutiche delle attività formative.

Maria Linetti, responsabile del supporto amministrativo-gestionale della Commissione nazionale per la formazione continua, ha sottolineato che dal sistema ECM ci si aspettano essenzialmente contenuti e formazione di qualità, in totale indipendenza dagli sponsor commerciali, e ha invitato le parti in causa (organizzatori, aziende farmaceutiche, società scientifiche) a sottoporre alla Commissione una proposta di revisione della parte di normativa che limita il ruolo degli sponsor commerciali. «La sponsorizzazione», ha detto, «è uno strumento fondamentale e sacrosanto per un’impresa. Dunque è legittimo che chi sponsorizza si aspetti una risposta commerciale positiva. Chi eroga il corso però deve avere ben chiaro che il contenuto formativo deve essere indipendente da tutto ciò».

Il direttore generale di Assobiomedica Fernanda Gellona, dopo aver ricordato i principi del codice etico della sua associazione, ha stigmatizzato il rischio che l’attuale definizione del regolamento finisca per dare alle aziende più grandi, con maggiori possibilità economiche, l’esclusiva di buona parte dell’offerta formativa e ha auspicato la definizione di poche regole chiare, in luogo di quelle oggi vigenti.

«Consideriamo informazione, aggiornamento e formazione elementi primari per garantire un corretto approccio alla salute», ha considerato il responsabile della direzione tecnico-scientifica di Farmindustria Maurizio Agostini, esortando tutti a fare tesoro della fase-cuscinetto accordata sino al 31 dicembre, e vedere se esiste una possibilità per una soluzione non di comodo, ma che tenga nella giusta considerazione le esigenze di tutti.

Franco Vimercati, presidente della Fism (Federazione italiana società medico-scientifiche), ha affermato che le società scientifiche sono ancora in stand-by in attesa di valutare il ruolo più appropriato da assumere nel nuovo sistema, fermo restando di dover essere considerate provider accreditati a tutti gli effetti in quanto detentrici dei contenuti scientifici.

Paolo Zona ha poi concluso ribadendo l’apprezzamento di Federcongressi per il complesso della normativa ECM, tornando però sulla questione-chiave del ruolo degli sponsor. «Mentre è semplice individuare il conflitto d’interessi nel momento in cui si verifica l’ingerenza di uno sponsor nella scelta dei contenuti e dei docenti», ha affermato, «diventa più difficile quando lo sponsor coinvolge il discente, perché il conflitto d’interessi che in questo caso può generarsi è di natura indiretta rispetto alla erogazione del prodotto formativo. Il nostro impegno è di stimolare le altre parti in causa per formulare una proposta unitaria di revisione della parte del regolamento che disciplina la sponsorizzazione, proposta di cui discuteremo quanto prima con il Ministero».