Le guide turistiche abilitate aderenti a Federagit-Confesercenti ribadiscono il loro forte dissenso nei confronti del Codice del Turismo, secondo il quale “Le attività di guida turistica e di accompagnatore turistico sono esercitate su tutto il territorio nazionale”. Proclamano quindi lo stato di mobilitazione della categoria con un presidio, insieme al Sindacato Nazionale Guide Turistiche Fisascat Cisl, davanti agli uffici del Ministro del Turismo.
Attualmente le guide possono esercitare la professione dopo aver superato un esame di abilitazione provinciale (in alcuni casi regionale). Il nostro patrimonio comprende 200.000 Beni Culturali. E’ impossibile saper effettuare delle visite guidate sull’intero patrimonio nazionale che presenta delle specificità regionali molto marcate. In alcune Province d’Italia non basta una vita per conoscere compiutamente l’intero patrimonio culturale presente. La Guida Nazionale comporterebbe uno scadimento della qualità del servizio offerto al turista.
L’Unione Europea riconosce in vari atti due figure professionali, l’accompagnatore che assiste il gruppo durante il viaggio e non ha limiti territoriali alla sua competenza, e la guida che approfondisce il patrimonio culturale e paesaggistico di un territorio specifico.
Le Regioni italiane, caratterizzate da identità culturali molto differenziate, non hanno interesse a perdere le loro guide qualificate che sono un importante fattore di promozione del territorio, compresi i siti minori.
“Le guide turistiche sono lavoratori autonomi – dichiara Maria Chiara Ronchi, Presidente Federagit Confesercenti – quasi tutte hanno conseguito una laurea, parlano correntemente una o più lingue straniere e la grande maggioranza sono donne. Il lavoro è precario, stagionale, privo di copertura in caso di malattia o infortunio. I versamenti INPS sono obbligatori, ma poi la pensione è molto bassa. La guida nazionale aggraverebbe l’attuale situazione di precarietà”.
“Abbiamo dimostrato ai Dipartimenti del Turismo e delle Politiche Comunitarie, con numerose lettere ed argomentazioni puntuali, che non è il diritto europeo a richiedere una modifica dell’ordinamento giuridico sulle guide turistiche”.
“A chi giova la guida nazionale?” – continua la Ronchi – “Forse ai grandi tour operator europei, le multinazionali del turismo, che, confondendo intenzionalmente l’accompagnatore con la guida, da decenni premono per ottenere modifiche legislative che permettano di far svolgere tutte le visite guidate in Europa ai loro capi-gruppo di passaggio, sottraendo lavoro e risorse agli operatori locali e contributi all’erario“.
“Qualsiasi estensione delle attuali abilitazioni – conclude la Presidente Federagit – deve essere successivo al superamento di un esame integrativo che accerti la conoscenza dei Beni Culturali e Paesaggistici del territorio”.
La Legge Comunitaria attualmente al Senato, nell’art. 9, delega il Governo a redigere una Legge organica di riordino della professione di guida turistica. Le guide turistiche chiedono con forza al Senato che tale articolo non venga modificato da emendamenti che introducono la guida nazionale. Chiedono che non vengano introdotti nella Legge Comunitaria pezzi di riordino della professione di guida in maniera prematura, affrettata e devastante.