E’ inutile che facciamo finta di niente e andiamo avanti come se le cose non stessero peggiorando. Il turismo è diventato come un veliero che sta andando alla deriva, senza timoniere e senza alcuna persona che si prenda la responsabilità di guidarlo. Stiamo scivolando in un baratro a tal punto che, se non sopraggiungono i soccorsi, non trascorreremo” vivi la nottata”. Ed è anche infruttuoso continuare a raccontare che le “cose non vanno proprio maluccio, perché rispetto allo scorso anno abbiamo tenuto, anzi, abbiamo anche fatturato qualcosa di più!” Questo è quanto ci sentiamo dire – o leggiamo sui pochi giornali del settore che ancora escono in formato cartaceo, ma non ogni settimana (come affermano o è scritto nelle loro testate), quando hanno un po’ di pubblicità che giustifichi i costi che si sostengono per pubblicarli! E anche questo è un sintomo di buona salute o di tenuta? No, cari lettori, la situazione attuale è che nel settore non circolano soldi. Chi è al di fuori del turismo, ma anche chi ne fa parte, non sa esattamente cosa sta succedendo. Non sa, per esempio, che ci sono molte agenzie di viaggio che non pagano i tour operator per i servizi prestati oppure che, ogni mese, ne chiudono in gran quantità? Secondo voi anche questo è un segnale di ripresa?
Come mai sentiamo sempre parlare di crisi globale, di economie in difficoltà, di aziende che stanno chiudendo o che stanno licenziando o mettendo il personale in cassa integrazione, mentre del settore turistico si sente solo parlare di numeri di turisti in aumento nelle grandi citta – solo Roma – però, o l’ormai noioso bollettino del consueto boom degli agriturismi – ma quanto è veritiero, poi?
A prescindere dal fatto che il turismo non si misura con gli agriturismi – gestiti al 99 per cento quasi sempre a conduzione familiare – ma con tutto il comparto in generale e più importante, quello che genera ricchezza al Paese e posti di lavoro, ossia quello degli alberghi, degli operatori turistici e delle agenzie di viaggio.
E qui, c’è sempre una diversità di statistiche, di opinioni e di visibilità. Mentre la Federalberghi Nazionale e Regionale riesce a far sentire la sua voce con le istituzioni, grazie a Presidenti carismatici e in grado di farsi ascoltare – e la situazione alberghiera in Italia sappiamo – grazie a loro – che non è affatto messa bene, di contro, abbiamo il settore del Tour Operating che è sempre reticente nel raccontare le cose come stanno realmente.
Così, su due piedi, mi vengono in mente alcuni nomi di T.O. che invece non hanno paura di dire la verità su un settore in grandissima sofferenza : Condor, Giver, Spagnamania, Karisma Travelnet (mi scuso se non ne ho menzionati altri…). Ci sono grosse aziende che hanno chiuso i propri codici a più di un migliaio di agenzie, sia perché non pagavano i servizi sia per la chiusura improvvisa.
Parlando amichevolmente con il Presidente della Fiavet, Cinzia Renzi, mi raccontava come fosse difficile far capire alle istituzioni quale fosse la reale situazione italiana, in quanto a destra e a manca si leggeva o si sentiva dire che le cose non andavano poi così tanto male!
Il nostro, purtroppo è un paese immobile, senza uno straccio di progetto capace di invertire la pericolosa rotta che sta portando alla decimazione di tante realtà che compongono questo nostro vituperato settore.
Se al più presto non si volterà pagina, il 2011 vedrà “cadere silenziosamente tante altre teste” piccole o grandi che siano.
Siamo un paese che non sa costruire sfide o modernizzarsi, ma non per sopravvivere, ma per vivere bene. Siamo un paese senza idee e in declino, in ogni senso.
Se negli anni settanta eravamo la prima nazione europea ad essere visitata, oggi abbiamo perso tanti di quei punti rispetto ad altri paesi meno ricchi di bellezze storiche, architettoniche, di siti archeologici, di tradizioni enogastronomiche ecc…, che mi viene da pensare come sia stato possibile non puntare su quella che avrebbe dovuto essere considerata come una delle principali attività produttive ed economiche del paese!
I turisti portano soldi e procurano tanti posti di lavoro, molti di più di quanti ne assicuri la Fiat o qualsiasi altra grande industria italiana.
Ma siamo un paese in calo e a nessuno interessa se nel turismo vengano licenziate le persone o vengano chiuse le aziende. Non riesco a comprendere perché ogni nostro Governo sia stato così poco lungimirante e poco attento al comparto turistico.
Eppure l’impatto economico è sempre stato di svariati miliardi ma, il settore, che in realtà è la prima industria in Italia, non ha mai ricevuto aiuti, neppure lontanamente paragonabili a quelli dai grossi nomi che tutti conosciamo.
Ci è stato ripristinato un Ministero del Turismo, che avevamo abolito attraverso un referendum, con la scusa che avrebbe dovuto prestare attenzione e aiutare il comparto che rappresenta ma, a tutt’oggi, di concreto non mi sembra che sia stato fatto niente.
Anziché un Ministero, sarebbe bastato un dipartimento composto da persone competenti e dentro il settore, quindi, gente che del turismo conosce vita morte e miracoli, praticamente tecnici in grado di formulare un piano atto a rinnovare quello che è diventato “un vecchio che si tiene in piedi con il bastone”.
Avremmo avuto bisogno di un dipartimento in grado di lavorare in stretta connessione con le Regioni per gli investimenti da effettuare nel settore del turismo. Investimenti che sarebbero rientrati sicuramente in termini economici. Ma da noi si sprecano troppi soldi inutilmente e il ‘fare sistema’ è praticamente sconosciuto.
Da quanti anni non vengono costruite infrastrutture atte a facilitare gli spostamenti interni nel nostro paese? Stiamo ancora all’antidiluviana autostrada Salerno-Reggio Calabria, ma altrove, c’è stato qualcosa di nuovo e di veramente utile ai cittadini o ai turisti? In compenso, in alcune regioni ci sono tanti aeroporti (alcuni neppure funzionanti) e in altre dove servirebbero non ce n’è neppure l’ombra.
Qualcuno obietterà che mancano i soldi e che per questa ragione sono stati applicati tagli anche a comparti molto importanti come quelli della cultura e della scuola. Ma se siamo uno dei paesi più tassati al mondo, senza avere in cambio i benefici e servizi che hanno gli altri, come è possibile che siamo sempre senza soldi da investire?
Se manca il denaro vuol dire che c’è una gestione sbagliata delle pur numerose entrate. Ed è anche troppo facile dare la colpa della mancanza di soldi a chi non paga le tasse (e si pensa sempre agli autonomi) perché non è sempre così. L’Italia è piena di gente che fa 2 lavori, uno ufficiale e in regola e l’altro retribuito – volontariamente – in nero.
No, mi dispiace, ma credo che ci sia proprio una volontà di non creare fondi o recuperare soldi nella maniera meno dolorosa per i cittadini e, permettetemi, anche più intelligente.
Pensiamo a quanti sprechi e sperperi vari ci sono nel nostro Stato. Prendiamo come esempio il nostro sistema sanitario. Perché nella maggior parte dei nostri ospedali non si opera il sabato e la domenica? Perché i pazienti – che costano allo Stato, cioè a noi, tanti soldi per ogni giorno di degenza – nei fine settimana devono vagare nei corridoi in attesa del lunedì, quando rientrano dal week end i medici?
Perché negli ospedali ci deve essere questa incongruenza e colpevole negligenza, mentre negli altri settori si lavora anche nei giorni festivi, Natale, Pasqua e Capodanno inclusi?
E perché, anziché razionalizzare le analisi e concentrarle in un massimo di 2 giorni, si assiste al vergognoso fatto di vedersi fare un semplice elettrocardiogramma in un’intera giornata, una lastra in un altro giorno fino ad arrivare ad una settimana per fare 5 accertamenti in totale? Non c’è uno spreco di soldi pubblici in questo settore, come in tanti altri?
Per non parlare delle auto blu, dell’Ici che, nonostante i vari alberghi/residence che la chiesa possiede non paga un soldo allo Stato Italiano (colpa di chi l’ha esentata dal corrispondere un grosso introito all’erario italiano, ossia il nostro Stato).
Sia ben chiaro che con questi argomenti non sto affatto facendo politica schierata a destra o a manca. Sto soltanto facendo delle constatazioni che può fare chiunque abbia un po’ di raziocinio e non abbia paura di esporre fatti che sono sotto gli occhi o , forse, a conoscenza di tutti.
Il fatto è che, in questo momento, gli unici a fare cassa sono le persone che hanno fondato i vari network, non le agenzie che sono affiliate, non per niente di network ne stanno sorgendo a vista d’occhio!
Ma vorrei ritornare sul ‘binario’ che ci interessa: la crisi del turismo. Certo, visto dal di fuori, il mondo del turismo sembra che goda ottima salute, ma vista dal di dentro bisogna affermare che la situazione è drammatica e le perdite economiche sono sempre più macroscopiche.
Gli imprenditori del settore, anche se non lo dicono ai giornalisti, sono sempre più preoccupati. Si parla tanto di precariato, ma del precariato di chi ha una piccola o media azienda turistica non ne parla proprio nessuno. Eppure, chi ha ‘osato’ mettersi in proprio non è un eterno precario?
Liliana Comandè
BRAVA. un ottimo articolo, che dovrebbe essere fatto leggere alla Sig.ra Brambilla, che pensa più al suo “partito” che non all’incarico che le è stato dato con i comitati di non ricordo più chi che segue più di tutto il resto, salvo poi apparire in TV per dire che il turismo sta vivendo un momento di grazia. E poi ai sig.ri sindacalisti che si scagliano su chi ha le partite iva senza considerare il nostro “precariato” con l’aggravante che le nostre preoccupazioni non le possiamo mai abbandonare visto che ce le portiamo a casa e ci pensiamo giorno e notte, soprattutto quando abbiamo gente in giro per il mondo, con tutto quello che può succedere.
Grazie comunque perché almeno fra di noi ci diciamo come veramente stanno le cose
BRAVA… BRAVA… BRAVA…!!!
Bello e soprattutto fa riflettere. Tu esponi i drammi delle agenzie, io evidenzio le condizioni drammatiche delle linee aeree. Potremmo essere additati come una coppia di menagrami, ma la verità è che ormai in tema di crisi tutti siamo sulla stessa barca, tranne “LORO” quelli del mondo delle auto blu,gli stessi che raccontano che tutto va bene.
Ammirevole e condivisibile al 100/100!!! Una dura ma reale e veritiera esposizione dell’attuale situazione economica e di costume che viene nascosta all’opinione pubblica dai nostri politici e media. Dal film “Facciamo finta che tutto và bene!!! “
Signora Comandè buonasera ,
un piccola nota per ribadire che sono dalla Sua parte e che può contare sul mio voto asostegno delle Sue tesi, se ne avesse bisogno. Buon lavoro
posso chiarire meglio e indicare “voto” tra
virgolette. Quindi il significato di “voto” lo intendo
nel senso che condivido ciò che è stato scritto da Liliana Comandè. Aggiungo che le agenzie di viaggio
hanno bisogno che si crei con urgenza un tavolo dove
si discutano le problematiche esistenti con le compagnie aeree. Tali problematiche riguardano anzitutto la posizione troppo spesso smisurata che i vettori aerei
hanno conquistato sul mercato a discapito delle agenzie
di viaggio. Esiste ancora chi dice al passeggero in aeroporto (al verificarsi di un problema): ” …ah! Lei ha comprato il biglietto da una agenzia di viaggio”.
Anche questo approccio al problema si deve correggere.
Quello che dici e ripeti da anni è la solita,stagnante analisi che purtroppo non cambia per volere di chi sappiamo bene.Io spero solo che dalla tecnologia venga l’aiuto necessario a quella rivoluzione che tutti si aspettano e nessuno osa iniziare,visto cosa è successo in Tunisia?Il cui riflesso è arrivato anche in Egitto e Giordania?Cominciamo noi agenti,operatori del settore,T.O.,compagnie aeree a farci sentire:Ora esiste internet,quindi la divulgazione della realtà è gratuita e libera,non appartiene più a pochi.Anche se c’è qualcuno che crede ancora il contrario…Discutiamo sui forum,pubblichiamo sui blog,semplicemente diamo voce a noi stessi!!
Cara Liliana,oggi più che mai il turismo rappresenta una risorsa per l Italia e non mi riferisco solo al fatto che,insieme all indotto,rappresenta il 12% del Pil m anche in prospettiva perchè,essendo l unico settore non delocalizzabile,è in grado di assicurare,potenzialmente,posti di lavoro e opportunità per le aziende e il territorio:tutto questo a patto che sia messo in grado di funzionare.Vero quanto dici a proposito del settore tour operating e qui,di certo,la frammentazione non giova.Ho sempre ritenuto opportuno che l Italia,Paese con il 70 % del patrimonio artistico mondiale avesse il Ministero del Turismo,rappresenta un segmento economico vitale per il Paese,più di altri ministeri.Ma proprio per questo è necessario strutturarlo,come un dicastero,dotandolo del supporto umano e di risorse necessarie,anche in periodo di tagli:il turismo è stato per decenni considerato come un vaso di coccio,a differenza di altri settori(metalmeccanico in primis ma anche altri)che hanno avuto tutti i sostegni e le risorse del caso,sul turismo direi che si è già risparmiato a sufficienza,il turismo ha già dato.E se oggi gli enti locali chiedono alle imprese di settore una tassa di soggiorno,tassa di scopo,non obbligatoria,ma necessaria ai comuni con l acqua alla gola perchè il decreto milleproroghe non basta più,sarebbe costruttivo che sullo stesso piatto venisse messa un aronizzazione,almeno parziale dell iva con i paesi europei:uno studio commissionato due anni fa da Federlaberghi a Ca Foscari dimostrava che,a fronte delle opportunita di crescita per il settore le minori entrate per lo stato non erano certo astronomiche.Fare sistema non è una bella parola con cui riempirsi la bocca,ma creare la sintesi fra un coordinamento nazionale e le Regioni che da vent anni hanno in capo il sistema legislativo del turismo:20 legislazioni,20 modi diversi di operare e proporsi.E a questo proposito spiace apprendere che,salvo dietrofront,la Regione Sicilia,dove il turismo è come il petrolio non parteciperà alla Bit ed è iniziata la corsa alle prenotazioni degli stand delle singole realtà territoriali.Ma perchè il turismo funzioni e qui arriviamo al cuore del problema occorrono le infrastrutture,perchè puoi avere il paese più bello del mondo ma se non sei in grado di girarlo te ne fai poco.Anche a me Liliana,il primo pensiero va alla Salerno-ReggioCalabria,poi agli aereoporti a macchia di leopardo con zone(e il pensiero va,ad esempio alle Marche,con i suoi distretti industriali)che ne sono sprovviste e altre dove ce ne sono troppe;poi il trasporto marittimo con la situazione fallimentare di tirrenia:in sintesi da oltre 20 anni manca un piano nazionale trasporti e il futuro dell economia di un paese,e quindi anche del turismo,si gioca proprio in questo settore.
Rino Siconolfi
Anch’io condivido al 100% ciò che hai espresso con il tuo articolo, ma continuo a chiedermi cosa possiamo fare per invertire la rotta. Ho sempre pensato che se fossimo stati sudamericani la nostra rivoluzione l’avremmo già fatta. Esiste un modo per sfidare il “sistema”? Forse nessuno, ma dico nessuno dovrebbe più andare a votare. Sarebbe un grosso segnale. Non vedo altro.
Ciao Liliana, concordo pienamente sulla tua analisi ma soprattutto per l’esposizione così coraggiosa e completa.
Qualcuno dovrebbe pubblicare l’articolo anche sui quotidiani, perchè non rimanga “chiuso” su quelli di settore. Avanti tutta.
Al solito Liliana sei di una lucidità straordinaria e, al momento , voce sola davanti a tutti i problemi che hai elencato… Limitando l’analisi al mio settore, ricordo che il fortunato accesso agli ammortizzatori sociali ci ha “parato le terga” per un periodo . Periodo che non potrà continuare all’infinito e che prima o poi costringerà ad ulteriori tagli di posti lavoro. Per la prima volta in oltre 22 anni di presenza attiva nel mondo del turismo, non riesco a vedere nessuna
via possibile ed alternativa alla stagnante realtà nella quale ci troviamo bloccati….e anche oggi è stato dichiarato il fallimento di una grossa e storica adv locale! Il massacro continua…
Buongiorno
Innanzitutto complimenti per la chiara esposizione di una realtà che è nota ma per qualche inconcepibile motivo viene tralasciata dai più. Mi preoccupa l’immobilismo che regna nel nostro settore, specie quello della distribuzione, quello delle agenzie ( parlo di settore e non desidero parlare di categoria, giacchè non sono certo di categoria si possa parlare di questi tempi).
Credo sia tempo di agire, nel mio piccolo sono convinto si debba tornare a parlare di regole, se desideriamo iniziare ad invertire la rotta. Grazie ancora. JP
Liliana Te possino!! mi hai anticipato nelle mie esternazioni- Complimenti sempre attenta è feroce.
questa mattina al bar mentre prendevo il cappuccino con gli amici- Incazzato più del soli per aver letto i giornali i quali parlano o sparlano delle scappatelle del Presidente- Senza rendersi conto che il Magreb: Egitto,Tunisia,Algeria,Libia e non si sa quanti paesi di religione Mussulmana prenderanno iniziative violente. Noi poveri agenti di viaggi e T.O che già stiamo con le “pezze al culo” per il calo impressionante delle vendite non facciamo altro che subire “violenze” inaudite senza poter reagire. Altre persone verranno licenziate e agenzie che chiuderanno per mancanza di lavoro. I media, le Tv al Bar non si fa altro che parlare di Ruby o di Macrì o il ritorno della escort più bugiarda d’Italia che ha deciso di mettersi in politica La D’Addario (una nuova Cicciolina in parlamento ci mancava!)-Ma a noi che non produciamo macchine in perdita di esercizio chi ci pensa?? come al solito nessuno “arrangiarsi e sopravvivere da soli e allora mi domanda a che serve festeggiare l’Unità d’Italia.
BRAVISSIMA,come al solito hai centrato il problema e lo hai fatto con la veemenza che ti caratterizza, purtroppo in un mondo di pecoroni la tua è una luce rara,certo che finchè il nostro mondo politico è occupato ha fare balletti a luci rosse sarà ben difficile che trovi il tempo per occuparsi delle cose serie,la cecità che hanno sempre avuto davanti alle nostre vere e autentiche risorse economiche non si capisce se non attraverso un ragionamento inverso e perverso, quello cioè di avere un picco sempre meno numeroso di ricchi e potenti a fronte di un numero sempre maggiore di poveracci, abbiamo fatto un salto indietro di 100 anni sia in termini di legalità del lavoro che in termini di civiltà e senso civico.
Cara Liliana, come sempre non la mandi a dire alle spalle a nessuno o ti nascondi dietro false parole. Dici sempre cose vere e con la passionalità che ti contraddistingue da sempre. Sei un punto di riferimento per la categoria e sei la sola voce che va diritta al problema. Come uscirne? La vedo nera, anche se continuiamo a sperare che qualcosa cambi. Grazie per non farci sentire soli.
Sembra sempre strano leggere parole che descrivono esattamente ciò che accade nel nostro settore (vituperato, come dice a ragione lei nell’editoriale). Siamo da anni in una fase stagnante, ma non vediamo una via di uscita. Quanto potremo resistere ancora?
Speriamo che lei riesca a suggerire a chi può fare qualcosa per noi una via di uscita da questo imbuto che si fa sempre più stretto. Grazie e tanti cari saluti…e continui sempre così, con il suo carattere battagliero e sincero.
Ecco … Come descrivere meglio la situazione se non come ha fatto lei?! STRACOMPLIMENTI !!! A mio avviso, il Problema vero del ns settore è la troppa, smodata e non controllata concorrenza. Chi gestisce un’agenzia di viaggi, chi vende direttamente al pubblico ha dovuto DA ANNI, ridurre al minimo gli utili su ogni pratica, perchè ogni giorno, i clienti, fanno, come si dice a Roma, il giro di Peppe delle agenzie, dei portali, dei tour operator contattandoli anche direttamente, alla ricerca del prezzo migliore per le loro vacanze, attaccandosi anche ai 20 euro, costringendo le agenzie, pur di non perdere il cliente (E SOLDI, QUINDI) a ridurre al minimo i guadagni e le agenzie, che sono già tartassate dallo caro Stato Italiano come tutte le piccole e medie imprese (ma se sei grande come la Fiat, puoi stare tranquillo) è normale che chiudano, perchè non riescono a sopportare il peso delle spese, a maggior ragione con un settore non fermo, MA MORTO E DECREPITO E STAGNANTE, come quello che stiamo vivendo ora.
La mia proposta, a questo punto, è di fare cartello, come fanno le carissime banche che, guarda caso non sono mai in crisi… provate a chiedere un mutuo, vedrete che, grosso modo, le spese sono occhio e croce le stesse.
Cominciamo ad opporci noi, uniamoci noi agenti di viaggio, facendo sentire le ns voci, e l’importanza di un canale di distribuzione come il nostro, che porta decine di milioni di euro nelle casse sia dei tour operator che delle compagnie aeree che degli hotel.
Cominciamo, a tutelarci DA SOLI in questo senso, visto che, finora, lo siamo sempre stati e non siamo assolutamente rappresentati da nessuno .
Diamo segnali forti, forse qualcosa si smuoverà …
e dopo aver sognato paesi e realtà meravigliose grazie ai suoi ultimi due reportages..che brusco risveglio!
Ma ci voleva una denuncia di quella che è la triste realtà del settore senza nascondersi dietro ad un dito con i vari ” ma no le cose vanno bene” o addirittura ” il fatturato è aumentato” per poi trovare magari un ristorante cinese dove mesi prima c’era una piccola agenzia di viaggi. Che tristezza. Ce ne fossero di professionisti onesti e coraggiosi come lei!
Grazie per aver dato supporto a quanto da me esposto. Magra consolazione, lo so, ma ci sono alcuni di voi che mi hanno suggerito qualche idea che si potrebbe realizzare…quest’anno deve essere l’anno della svolta, della presa di coscienza e della volontà di non soccombere.
Sicuramente studierò qualcosa che possa essere di utilità al settore. Grazie ancora a tutti.
Finalmente una voce sincera in un settore pieno di “pallonari” (perdonatemi la licenza poetica ma a Roma rende l’idea)
Purtroppo una mosca bianca, ma vogliamo fare qualcosa?
Come non darle ragione su tutto quello che ha scritto? Compresa la reticenza dei T.o. nell’affermare che le cose vanno male? E sul nostro precariato chi ne ha mai parlato, se non lei? Io ogni mattina apro l’agenzia non sapendo se guadagnerò i soldi per spesare l’ufficio o per pagare le persone che lavorano per me! E di questi tempi non so neppure se potrò arrivare al prossimo anno!
Grazie per la sua sincerità e coraggio. Cordiali saluti
Sono un giovane agente di viaggio entrato da qualche anno nel settore turistico, pensando che fosse uno di quei pochi settore che poteva permettermi di avere un futuro, purtroppo mi sono sbagliato. Stare in agenzia di viaggi senza fare nulla, per buona parte della giornata, è una delle cose peggiori. La gente che viene, a chiedere soprattutto preventivi, e le telefonate che riceviamo sono pochissime!!! Quale sarà il mio destino e quello del mio titolare? Io spero che la situazione migliori e le ho scritto per ringraziarla perché c’è qualcuno che racconta la realtà dei fatti su ciò che veramente ci circonda e che non è solo l’agenzia dove lavoro ad essere in crisi. Grazie signora Comandè e complimenti.
Complimenti Liliana, una vera leonessa che dice pane al pane e vino al vino. Sai che sono un ex quadro alberghiero ormai in congedo per raggiunti limiti d’età. Ho militato nelle varie associazioni di categoria per lunghissimi anni dove evidenziavamo il bello ed il brutto nel Turismo. Sono al corrente che le cose non vanno bene in questo settore che dovrebbe trainare l’economia e l’occupazione e dico a voi giovani, datevi una mossa così aiuterete voi stessi ed il Paese che scivola giù paurosamente. Fate voce comune, converrà a tutt’ Italia. Auguri e forza. Ciao.
Cara Liliana, il problema del nostro settore è che non abbiamo voce in capitolo. Noi non esistiamo se non, come ha sempre detto lei nei suoi editoriali, quando si parla di qualche problema o disservizio in un viaggio. Chi ci dovrebbe rappresentare non sempre ci rappresenta, o non viene ascoltato. La situazione che si è creata è quella di un settore anarchico in cui ognuno fa quello che vuole, anche calpestare o sputtanare la categoria, vedi Blu Vacanze con al sua politica di sconto, ma vedi anche come sta messo oggi. Nel frattempo ci abbiamo rimesso noi piccole agenzie che non ci potevamo permettere di scontare i prezzi. Forse quando si arriverà veramente al fondo (se ancora non ci siamo arrivati) qualcosa cambierà. Forse!
Gentile Signora Liliana, cosa aggiungere al suo editoriale se non che ha perfettamente ragione? Il nostro è un paese morto da tanti anni e con lui anche il nostro settore. Io, dopo tanti anni di professione nel settore, sono così amareggiato che se non avessi la responsabilità delle persone che lavorano con me, chiuderei l’agenzia senza alcun rimpianto. Grazie per aprirci gli occhi e permetterci uno sfogo che ogni tanto ci fa bene.
Condivido tutta l’amarezza e la delusione dei colleghi che hanno scritto prima di me.
grazie sig.ra Comandè per avere illustrato, ancora una volta, la realtà del settore (e del ns. paese in generale)senza lustrini e paillettes ad abbellire quello che, purtroppo, di bello ormai ha veramente poco.
Cordiali saluti
Complimenti sig.ra Comandè, come sempre puntuale, perfetta illustratice della realtà che ci circonda.
La colpa non dobbiamo darla a Blu Vacanze, o ai Cisalpina, o ai gruppi di acquisto o ai network.
Diamola ai t.o. che si sono letterlamente CALATI LE BRAGHE, davanti alle prospettive di avere più di mille agenzie partner, iniziando non la vendita, ma la SVENDITA del proprio prodotto dando loro commissioni altissime che le piccole agenzie non avrebbero raggiunto neanche dopo decenni di attività, e permettendo a questi grandi gruppi di pagare le loro pratiche a un mese o due dopo la partenza dei pax.
Cosa è successo dopo? Che hanno cominciato a non pagare più, perchè si è entrati in crisi e, oltre a mandare i loro conti in rosso, hanno mandato anche quelli dei tour operator che, NON CONTENTI, hanno contitnuato a collaborare con loro.
Invece chi ha piccole agenzie indipendenti deve fare un fatturato enorme e pagare immediatamente per ricevere gli stessi privilegi… quindi, di chi è la colpa? della crisi economica o degli stessi componenti del settore ?!
Lascio tutti con questa domanda rinnovando ancora complimenti e un in bocca al lupo a tutti .
Sono d’accordo con il collega Storti e aggiungo anche che oltre ad esserci le colpe dei tour operator, aggiungo quella degli agenti di viaggio che non sono mai stati una vera e propria categoria, ma solo un gruppo di persone che si guardano i fatti propri e basta.
Cara Liliana, il tuoi redazionale sono importanti per la nostra categoria perché ci fai prendere coscenza di quanto noi non siamo uniti e di quanto, in realtà, non sappiamo cosa fare in queste situazioni. Siamo sempre stati soli e, a quanto pare, continuiamo ad esserlo. Il nostro settore sta andando a rotoli per varie ragioni, e quello che sta accadendo nel nord Africa, Egitto soprattutto, unica meta che ancora si riusciva a vendere, per quanto mi riguarda, mi preoccupa ancora di più. Che qualcuno ci assista! Frazie per essere la nostra ‘coscienza’. Cordiali saluti
Sono d’accordo con tutti quelli che hanno lasciato un loro commento e sono sempre d’accordo anche con Liliana per quello che ci ripete da tanti anni. Il fatto è che noi siamo refrattari a fare gli interessi della nostra categoria, come se non vivessimo di turismo ma di qualche altra cosa. Di chi è la colpa di chi non ci considera niente? Nostra e di chi ci dovrebbe rappresentare. Siamo rappresentati bene? Direi di no, ma la colpa è anche nostra che non riusciamo a farci sentire neppure con chi ci rappresenta. Siamo come il cane che si morde la coda. Fino a che non prenderemo coscienza (o faremo cartello) come ha suggerito un collega, è meglio che incominciamo a cercare lavoro in un altro settore meno sfortunato del nostro. Tunisia, Egitto e chissà quale altro paese di quelli turistici avrà problemi interni. Sono proprio preoccupata. Come possimao uscire da questa situazione?
Non ci sono soldi nel settore e adesso, con quello che sta accadendo nel nord Africa, ce ne saranno ancora di meno. Sembra proprio una maledizione. Una volta la Sars, un’altra lo tsunami, le rivolte contro i propri Governi. Per il nostro settore non c’è proprio pace e non si intravede luce.
Grazie per le sue parole crude ma veritiere. Buona giornata
Cosa possiamo fare per cambiare la nostra situazione?
Sono titolare di una piccola agenzia che sta pensando di chiuderla e cercare un lavoro in un altro settore. Sono
veramente deluso e disperato per i soldi che sono sempre meno e le spese che aumentano sempre più.
Gentile Sig.ra Comandè rientro oggi in agenzia dopo un lungo week-end in una capitale europea e mi domando come mai il turismo in Italia abbia preso questo piede…ed è una vera vergogna penso!Noi siamo il terzo mondo!Perchè abbiamo tanto e non siamo in grado, anzi chi è in alto non è capace di sfruttare questo patrimonio!
Sono titolare di un’agenzia in provincia del nord da circa 7anni e ultimamente a fine mese tiro un sospiro di sollievo anche solo chiudendo in pari!..Però il settore del turismo non è in crisi giusto??
E al solito chi ha il CORAGGIO DI SCRIVERE COME STANNO REALMENTE I FATTI??SOLO LEI!I suoi articoli sono sempre di grande effetto!
Mi permetto di riportare questa sua frase perchè rende molto bene l’idea:”Siamo un paese che non sa costruire sfide o modernizzarsi, ma non per sopravvivere, ma per vivere bene. Siamo un paese senza idee e in declino, in ogni senso”…chissà dove arriveremo!..speriamo qualcosa di muova…
Si va di male in peggio; ora anche anche Egitto e Mar Rosso, mete notoriamente gettonatissime per rapporto qualità-prezzo, sono bandite!
Riusciremo ad uscire dal tunnel?
Cara signora Comandè, lei ha fatto proprio centro!mi accordo con tutti quanti hanno commentato. Sembra davvero una maledizione: tsunami, Sars, Sconvolgimenti politici, rivolte anche sulle destinazioni finora più vendute e tranquille del medioriente, e il ns governo cosa fa? ASSOLUTAMENTE NULLA!Che provvedimenti ha preso la ns cara Ministra su questa situazione? Ha fatto qualche comunicato dicendo realmente come stanno messe lecose nei luoghi di vacanza e di mare? A me sembra di no…non è stato fatto assolutamente nulla per “tranquillizzare” la clientela, e noi agenti ci ritroviamo ogni giorno a dare delle spiegazioni ai ns passeggeri, che, chiaramente sono spaventati dai fatti di cronaca recente e vogliono tutti annullare SENZA OVVIAMENTE PAGARE LE PENALI DEL CASO, poichè non dipende da una loro volontà, ma da fatti di causa maggiore.
Gli oepratori cosa fanno? Danno un time limit al giorno 18 febbario per vedere l’evolversi della situazione offrendo dei cambi destinazioni e/o un buono viaggio.
E se un passeggero poteva spendere solo quel poco per andare nel Mar rosso? E se un passeggero potesse partire solo quella settimana, magari avendo già programmato le ferie in largo anticipo? Come va a finire? Che le agenzie devono restituire l’importo versato dai clienti, magari pagare le penali del caso pur di non perdere i clienti, che, come ben sapete in questo periodo E’ MERCE RARA E PREZIOSA. Non sarebbe il caso di trovare qualche organo più competente di quelli esistenti che tuteli anche noi agenti oppure dobbiamo sempre rimanere carne da macello ?!
Nulla di piu’ vero!Complimenti Liliana, un quadro generale davvero pietoso descritto in maniera così … perfetta.
Non solo non siamo rappresentati, ma stando in mezzo tra cliente sempre + “agente di viaggio” e piu’ scaltro col web, non solo x accaparrerselo dobbiamo ridurre al minimo i guadagni, ma dobbiamo anche tenerlo stretto quando si è in un periodo di crisi così nera. Aspettiamo il suo prossimo editoriale che, anche se duro, è l’unico veritiero del settore della stampa turistica italiana. Ancora complimenti e grazie x la voce che ci ha sempre dato!
Ma oltre le varie Ruby e Noemi non sarebbe il caso di affrontare anche tematiche più “interessanti” quali ad esempio la crisi del settore turistico e nello specifico delle agenzie di viaggi? Già è vero questo è solo un NOSTRO problema, non fa audience! Per fortuna c’è qualcuno che “sta sulla notizia” .Brava sig.ra Comandè.
Purtroppo è la nuda verità, ma piuttosto che definire di aver centrato il problema, qui si parla dei risultati che ovviamente derivano dal problema / dai problemi.
E l’origine dei problemi non sono isolati a se stessi, perchè quanto descritto, non può essere limitato alle istituzioni coinvolte con la gestione del turismo, ma bensì essere l’integrazione tra pubblico, privato e formazione. dove le performance dell’uno, non solo vanno ad incidere sugli output di se stesso, ma verso l’altro e vice versa.
E le performance di gestione, e quindi dell’andamento economico (dal micro al macro), sono direttamente proporzionali alle competenze. e l’origine dei problemi sopra descritti sono in buona parte le competenze.
Perchè il privato deve criticare il lavoro del pubblico, quando il privato vende un semplice cono gelato, tra l’altro avariato al prezzo di 12 euro a giovani turisti stranieri? perchè 2 turisti giapponesi in un ristorante di Roma dovrebbero vedersi un conto di 780 euro? e c’è da chiedersi se gli alberghi o altre imprese direttamente o indirettamente coinvolte con il turismo, possono ritenersi completamente esenti da questi fenomeni, oppure si va avanti alla: “tanto così fan tutti ed allora perché non dovremmo farlo anche noi”.
Ai fini del tourism destination management c’è da chiedersi, quali sono state negli ultimi decenni, le soluzioni di gestione (ovvero di management) applicate al sistema turistico nazionale? e quindi applicate allo sviluppo e gestione di un efficace sistema di gestione ramificato su tutto il territorio nazionale? ed applicati ai diversi elementi che costituiscono il nostro sistema turistico nazionale e locale?
la risposta: nessuno o quasi. qui sembra che si opera alla casereccia!
Se esistono turisti giapponesi che si lamentano del conto di 780 euro, o dei taxi, e lo stesso può essere esteso ad una vasta moltitudine di imprese e servizi per il turista, significa che il management scarseggia, e le associazioni di categoria, federazioni ecc. cosa fanno? sono tutti cechi o scarseggiano competenze anche da quelle parti?
Come è possibile che di recente una persona senza adeguate competenze ed esperienze alberghiere, senza alcuna formazione, e senza conoscere le lingue straniere, e addirittura incompetente nell’utilizzare i moderni sistemi informatici, sia stata assunta come direttore per l’apertura di un albergo a 5 stelle? è percaso colpa del Ministro Brambilla?
Il management, se ridotto ai minimi termini, può essere riassunto come “programmazione”, “organizzazione” e “controllo”, ed entrambi questi aspetti, non sono isolati, ma insieme formano un “continuo” processo di gestione in catena chiusa. Perchè senza controllo non si può sviluppare un’adeguata programmazione, né una adeguata organizzazione, ed entrambi, necessitano di una continua innovazione. Ed il “continuo” processo ciclico di gestione si pone in contrapposizione alla pratica italiana delle consulenze, pagate a peso d’oro e che ovviamente, a causa di molteplici fattori, tra cui la non continuità ciclica gestionale, troppo spesso non hanno i risultati sperati.
Spesso utilizzo un parallelismo tra l’industria dell’auto e turismo, due settori completamente diversi, ma che entrambi sono vulnerabili, e soggetti alla necessità di innovarsi, ed innovarsi intorno ai bisogni del consumatore (e non l’opposto), oltre che per aspetti di competitività sul mercato nazionale ed internazionale.
Noi oggi abbiamo delle destinazioni turistiche che per alcuni aspetti sono come se il nostro prodotto fossero automobili degli anni 60, e ci illudiamo di essere competitivi nel 2011 sull’attuale mercato altamente competitivo e con auto proveniente da ogni continente, con delle differenze di performance ineguagliabili, e sosteniamo che la terapia ai problemi del nostro business, siano limitati ad argomenti come le tasse, incrementare la promozione, la valorizzazione dei nostri prodotti ecc. quando non abbiamo la criticità di affacciarci fuori del nostro territorio ed osservare cosa e come offrono (nonché gestiscono) i nostri competitor, ed inoltre spesso si dimentica che i nostri competitor non sono le destinazioni o imprese della porta affianco, ma quelle a medio e lunghe distanze.
Spesso ho sentito parlare che il turismo dovrebbe essere gestito come un business (perchè è un business a tutti gli effetti). ma poi alla fine non si fa altro che di parlare delle stesse argomentazioni e ripetere le stesse filastrocche. e spesso per rendere le filastrocche più attraenti si usano anche belle terminologie come ad esempio “strategie”, quando troppo spesso, chi usa questo termine, non ha una chiara idea di cosa stà parlando.
Può sembrare interessante fare il punto della situazione con critiche a 360°, ma c’è da chiedersi una fondamentale domanda: se “io” fossi al posto di chi viene criticato, sarei in grado di fare di meglio? queste critiche sono capaci più o meno di farle tutti, ma sono “io” capace di fare di meglio? o anche in questi casi si applica il principio biblico del: “perchè guardi alla pagliuzza nell’occhio dell’altro quando nel tuo occhio c’è una trave”?
Gentile Sig. Enrico,
ho letto con attenzione la sua lettera e condivido molti dei punti da lei esposti. Però…mi permetta di dirle che dopo 36 anni di lavoro in questo settore, ne conosco i difetti ma anche qualche soluzione per far sì che il nostro bel campo non debba essere “sotterrato”. Vede, non bastano le continue conferenze (dove si spendono soldi pubblici) nelle quali vengono ripetute cose che non solo conosciamo, ma viviamo sulla nostra stessa pelle. E se si conoscono le problematiche, ho la presunzione di dire che le cose potrebbero cambiare…Le famose “strategie” altro non sono che alcune soluzioni per risollevare il turismo che, dopo i fatti di Egitto e Tunisia, non si sa che fine farà, in termini di operatori e agenzie aperte e in termini di licenziamenti.
Noi italiani abbiamo il difetto di essere individualisti e di non avere la mentalità del lavoro di squadra. Il pubblico e il privato potrebbero lavorare benissimo insieme e raggiungere dei risultati ragguardevoli solo se l’uno sapesse/volesse ascoltare l’altro. All’estero ci riescono, solo noi non ne siamo capaci? E poi…il muratore lo deve fare chi conosce quel mestiere, l’ingegnere lo stesso, l’agente di viaggio idem, e chi ci rappresenta al Governo dovrebbe essere uno del mestiere e non un politico. Allora sì che si vedrebbero dei risultati concreti! Fatti e non chiacchiere!
Gentilissima Sig.ra Liliana,
sono perfettamente d’accordo con Lei, anche io sostengo che chi ci rappresenta al Governo dovrebbe essere una persona con adeguate competenze ed esperienze nel turismo (e non di acciaierie), e non essere un politico che pensa alla politica dei voti…
questo è uno dei problemi dell’Italia, ma non vedo la totalità delle responsabilità al ministro del turismo, perchè il ministro del turismo è la ciliegina sulla torta, ma qui il problema è che tutta la torta ha le stesse performance della ciliegina decorativa che si mette sopra la torta.
Purtroppo esistono anche molti docenti universitari che non si capisce cosa hanno da insegnare nei corsi di laurea in turismo, e allo stesso modo, perchè esistono una indefinibile quantità di irrimovibili enti, organizzazioni, associazioni professionali ecc che non si capisce chi fa cosa, e quali sono le loro competenze, e come ci sono arrivati a sedersi su quelle poltrone, ed ancora perchè chi rilascia le licenze degli alberghi, ne assegna le categorie ecc… sono degli impiegati dello stato che non hanno mai studiato, ne lavorato nel settore.
Nella provincia di Roma esistevano svariati uffici informazione turistici, e l’azienda di promozione turistica per la provincia di Roma (che aveva sede in Via XX Settembre a Roma) ne ha ordinato la chiusura uno dopo l’altro. sono da ritenersi delle persone competenti? credo proprio di no. cosa hanno fatto per tantissimi anni? Booo. l’APT è stata chiusa e i vari dipendenti, essendo degli impiegati statali sono stati ricollocati in qualche ufficio nascosto da qualche parte, e mantenere il medesimo stipendio per chi sa fare cosa. e questo è successo prima dell’arrivo della Brambilla. Nientemeno che con l’amministrazione di Marrazzo, che con una loro legge regionale, hanno eliminato le 2 APT (per Roma e provincia di Roma) creando una unica agenzia regionale del turismo, una SPA finanziata dalla regione Lazio, con all’interno nientemeno che amici degli amici, e come sempre con scarsità di persone competenti del settore. hanno forse riaperto gli uffici informativi turistici nella provincia di Roma, o sviluppato strategie o fatto qualcosa per quelle destinazioni? a ma non risulta. e ciliegina sulla torta. con l’arrivo della nuova amministrazione regionale, capitanata da Renata Polverini. L’attuale assessore al turismo per la regione Lazio “Zappalà” ha deciso di smettere di finanziare la ATLazio (agenzia regionale del turismo), ed occuparsi personalmente della gestione del turismo per la regione Lazio. Vorrei sottolineare che lui stesso, in uno dei grandi eventi sul turismo delle capitale, ha pubblicamente dichiarato di non essere competente in materia di turismo. ed allora io non me la prenderei con l’attuale ministro del turismo, Vittoria Michela Brambilla. perchè prendersela con lei, quando il problema è assolutamente integrale a 360° su tutto il territorio nazionale, a tutti i livelli, e va dal pubblico al privato, ed includendo anche gli enti per la formazione del turismo e formazione manageriale.
Io credo che per vedere dei risultati, una seria inversione di tendenza, serve un re-enginering di tutto il sistema, e invece che inventarcelo smussando qualche angolo di qui ed in la, dovremo importare un sistema di gestione del turismo che funzionano e bene dall’estero, con a seguito dei loro dirigenti, altrimenti qui c’è poco da fare. continueremo a raccontarci favolette.
Vede caro Sig. Enrico, io non me la prendo con la Brambilla e basta…ma con tutti coloro che lei ha descritto così bene in questa sua risposta. Il nostro è un paese che, in ogni settore, ha degli incompetenti.Noi abbiamo persone che sono messe a “scaldare la sedia” per vari motivi, e non c’è bisogno che li elenchiamo qui. Li conosciamo tutti. Purtroppo noi andiamo avanti a forza di favolette, ma sembra che alla gente piacciano molto. Dovremmo riformulare tutto il nostro sistema turistico (questo per rimanere in tema, ma si dovrebbe applicare ad ogni campo lavorativo) e considerarlo per quello che è: una grandissima industria che porta soldi alle casse dello Stato in cambio di…niente. Il “mea culpa”, però, lo dovremmo dire tutti perché siamo sempre andati avanti per “forza d’inerzia”, considerando solo l’orticello privato senza pensare che gli orticelli, spesso, non danno i risultati sperati. Ci manca la coesione, la voglia di agire. Si sta sempre alla finestra in attesa di un qualcosa/qualcuno che ribalti le situazioni negative. Questo è il nostro settore…ma 30 anni fa non era proprio così!
La verità è che non si vuole cambiare la nostra posizione e i mass media non aiutano noi agenzie intermediarie. Non fanno altro che dire in TV “prenotando sul web si risparmia” oppure “fate prenotazioni last minute che sono convenienti” e alla fine? ci ritroviamo con orde di clienti che si arrangiano da soli e che si persentano (in puro stile italiano delle interpretazioni delle notizie al TG) all’ultimo secondo in agenzia PRETENDENDO DI TROVARE i posti per le destinazioni che dicono loro soprattutto al prezzo che dicono loro. Vogliamo fare qualcosa anche per quest’altra situazione incresciosa che non giova ne alle agenzie (dato che i clienti prenotano sul web saltando il passaggio intermedio) che agli operatori (che rischiano di avere notevoli quantità di posti invenduti sui charter) ?! Potremmo fare noi un articolo, una lettera, o similari spiegando ai clienti direttamente qual è e come si prenota presso un’agenzia di viaggi? Possiamo sfatare sto maledetto mito inculcato nella mente degli italiani per il quale Prenotare presso un’agenzia di viaggio singifica buttare i soldi e prenotare da soli singifica risparmiare? nella mia agenzia, oramai, prima di mandare dei preventivi ai clienti, facciamo tantissime comparazioni coi più famosi e gettonati portali web, E VI GARANTISCO CHE SPESSO, NON SI RISPARMIA AFFATTO. ma questo agli italiani … chi glielo dice? Perchè non ci proviamo noi ?
Brava signora Comandè, il suo articolo è davvero CHIARO E PRECISO, tutte le problematiche esposte perfettamente.
Perchè non scrive direttamente a coloro che dovrebbero o potrebbero prendere decisioni in merito ?
Cara Liliana, alla luce di tutto ciò che è accaduto, e sta accadendo, nel nord Africa ed ora anche in Medio Oriente, incomincio a vedere il nostro futuro ancora più nero di come lo era il mese scorso. Per ora non vendiamo il Mar Rosso e la Tunisia, ma i clienti hanno paura anche del Marocco, della Giordania e della Siria, anche se non ci sono tumulti. Cosa ne sarà di noi?
Cara Francesca, sono molto preoccupata anch’io di ciò che sta accadendo proprio nel mondo arabo. A parte il dispiacere per le morti di chi ha coraggiosamente sfidato i capi dei regimi totalitari, da come si stanno mettendo le cose, la protesta sembra che si stia spostando anche in nazioni fino a “ieri” tranquille. Il mondo si sta restringendo e le destinazioni più vicine a noi, meno costose e più richieste, sono attualmente ferme.
Ci sono soluzioni alternative? Ce ne sono, ma i costi sono più elevati e i nostri connazionali non si sentono . con l’incertezza dei tempi che viviamo – di spendere più di quanto avrebbero pagato per andare a Sharm o ad Hammamet. Spero che presto tutto torni nella normalità. Ce lo auguriamo per i paesi coinvolti nella ribellione e per chi vive di outgoing. Noi, fino a quando ce la faremo, stringeremo i denti e cercheremo di andare avanti.
Salve, per prima cosa vorrei fare i complimenti per i contenuti dell’articolo alla signora Liliana… mi trova d’accordo in tutto.
Ma concordo anche con il signor Sandro F. quando sostiene che sul web non sempre si risparmia. Lo dico perchè da qualche anno mi occupo di turismo sul web e posso garantire che non sempre i prezzi sono più bassi, o almeno non è una regola che vale in assoluto.
Molte persone entrano nel primo portale di viaggi consigliato da un amico oppure si affidano ad un cosidetto comparatore di prezzi senza sapere che, spesso, prenotare un soggiorno direttamente in hotel può costare meno (nel mese di Gennaio su 2 hotel di Venezia ho riscontrato una media di un 20% di meno prenotando direttamento presso la struttura).
Purtroppo la mentalità è quella: sul web risparmio, in agenzia spendo di più (ma anche se fosse dove la vogliamo mettere l’assistenza che un’agenzia da al cliente?).
Ovviamente poi la situazione in molti paesi arabi complica ulteriormente le cose.
Saluti
Stefano Schirru