“MUBARAK NON C’E’ PIU’, VIVA MUBARAK”. Prendo spunto dai recenti fatti che  stanno accadendo  al di là delle nostre frontiere per fare alcune riflessioni  sul  nostro lavoro di Tour Operators. Il Medio Oriente purtroppo non è  mai stato sinonimo di democrazia governativa,  anche se questo non vuol dire che quando mandiamo i nostri clienti, questi non siano trattati più che bene e che non ci sia sicurezza per loro.

Visto quello che sta succedendo in Tunisia,  Egitto e per ultimo in Algeria, non vorrei che tale risveglio e desiderio di cambiamento rendesse l’area non più praticabile per i nostri clienti: sarebbe

quasi una tragedia perché eliminerebbe dal mercato destinazioni estremamente interessanti e alla portata della maggioranza delle tasche, oltre ad assicurare a quei Paesi flussi di valuta non indifferenti.

Il fermo del turismo in Tunisia e in particolar modo in Egitto, che spero di  breve durata (lo sconsiglio è stato comunque rimosso per Djerba e per le località della costa tunisina, ma ad oggi permane sull’intero Egitto), ha messo a dura prova quei piccoli e grandi operatori che contavano su un incasso  sicuro, che in questo momento della stagione sarebbe servito a  pagare gli acconti,  a fermare le camere, e comunque ad attrezzarsi  per la prossima stagione estiva. Quindi molti inizieranno la stagione un po’ sotto tono, preoccupati per quello che potrebbe succedere e che speriamo non succeda.

Avrei anche qualcosa da dire circa il “Viaggiare sicuri” del nostro Ministero degli Esteri che, per togliersi il peso di una benché  minima responsabilità, a volte  sconsiglia talune destinazioni  anche quando altri Paesi non lo fanno.

E che dire  quando i clienti,  dopo aver prenotato e aver ricevuto tutte le conferme, annullano

perché il viaggio “potrebbe essere pericoloso”? E noi sappiamo benissimo che non lo è, e cerchiamo in buona fede di far cambiare loro idea, ma allora appare sulle loro facce l’incredulità per quanto diciamo e la convinzione che lo si dica per non rimborsare il viaggio prescindendo dalla loro incolumità, e questa è una cosa che fa veramente male.

E che rispondere quando annullano una destinazione “poco sicura” e ti chiedono qual è la più tranquilla ove poter andare? Fino a qualche tempo fa  dicevo che non esiste destinazione sicura,  ma ero poco creduto. Ora ho cambiato: dico la  Svizzera, e vedo che  la reazione è di poco migliore.

Penso infine  che la mono-destinazione per un Operatore sia molto professionale e più semplice da gestire, ma anche tremendamente più pericolosa, perchè se per vari motivi diventa difficile, anche l’operatore si ferma con lei. A meno che appunto non si scelga la Svizzera.