1898-1924: l’archivio di immagini del Novecento italiano si arricchisce di una nuova fonte documentaria, gli album fotografici della principessa Anna Maria de Ferrari (1874-1924), moglie di Scipione Borghese, viaggiatore, esploratore ed alpinista, diplomatico e politico nel Parlamento italiano (dal 1904 al 1913).

Scipione Borghese fu celebrato nelle cronache mondane e letterarie dell’epoca per aver condotto al successo l’equipaggio italiano che partecipò, a bordo di un’Itala, alla Pechino-Parigi del 1907, il celebre raid automobilistico che vide protagonista anche Luigi Barzini, inviato speciale del Corriere della Sera.

Nella serie degli album, fino a oggi inediti e gelosamente custoditi dall’ingegner Novello Cavazza, nipote della principessa, un insieme di circa 8000 fotografie, sistematicamente e cronologicamente ordinate, annotate e datate dalla principessa, autrice dell’intero corpus, ad eccezione di alcune immagini riprese forse dallo stesso Scipione.

 Un insieme di eccezionale interesse per la freschezza, la libertà e la disinvoltura compositiva degli snapshots, fotografie istantanee realizzate con la Box camera di piccolo formato, ad uso dei dilettanti, da poco messa in commercio dalla Kodak; per la curiosità dello sguardo, rivolto non esclusivamente al proprio mondo, ma a tutti quelli – numerosissimi – attraversati nei viaggi avventurosi in compagnia del marito (tra gli altri, Russia, Turchia, Tunisia, Egitto, Persia, Uzbekistan, Afghanistan, Cina, Giappone); per la lealtà della diretta partecipazione agli eventi, come l’esperienza della prima guerra mondiale, vissuta quasi in prima linea in veste di crocerossina; per la schiettezza, l’attenzione e l’attitudine documentaria, presenti nelle immagini riprese in alcune drammatiche occasioni, come il terremoto di Avezzano del 1915, o nella documentazione della ricostruzione di Messina (1913) dopo il terremoto del 1908.

Uno “sguardo privato”, aristocratico e informale, come quello dei suoi più celebri contemporanei Francesco Chigi, o i fratelli Giuseppe e Luigi Primoli, ormai noti rappresentanti della storia della fotografia romana. Un raro e prezioso racconto visivo, che coniuga l’intimismo di momenti vissuti all’interno della propria cerchia familiare alla partecipazione emotiva e all’abilità di catturare, nel mondo, soggetti, condizioni, situazioni e avvenimenti di carattere pubblico e di interesse sociale.

Una nuova e originale testimonianza visiva, di carattere storico oltre che storico-fotografico, che, come nel caso di altri illustri “dilettanti”, si colloca al limite della pratica amatoriale, per affacciarsi quasi, seppur del tutto inconsapevolmente, al mondo del fotogiornalismo. In mostra, insieme ad alcuni album originali, costituiti dalla stessa principessa Borghese e provenienti dalla sua raccolta, sono presenti circa 170 immagini, selezionate e ristampate dai “contatti” originali.

La mostra, già presentata nell’ambito di “Reportage / Immagini, parole, storie”, Atri Festival 2010, è a cura di Maria Francesca Bonetti e Mario Peliti ed è accompagnata da un volume edito da Peliti Associati, in edizione bilingue(italiano/inglese).