IN ESPOSIZIONE  UN PREGEVOLE ACQUAMANILE   DEL 1861

Nel quadro delle iniziative organizzate dalla Regione Sicilia per celebrare l’Unità d’Italia , anche il Museo della Ceramica di Caltagirone  non ha voluto mancare all’appuntamento   allestendo,  all’interno del proprio  spazio museale , un’esposizione  celebrativa dell’Anniversario .

In sintonia con quanto sta organizzando l’Amministrazione Comunale di Caltagirone, nei  siti museali civici, il   museo, per celebrare la ricorrenza,  ha inteso  allestire  un vero momento di promozione culturale con una retrospettiva storica  incentrata sui manufatti in ceramica,  realizzati nel periodo a cavallo tra  la fine del 700 e  la  prima metà dell’800.

L’idea di celebrare , anche al Museo, la festa del tricolore  è scaturito  dal possesso, tra le ceramiche quivi custodite,  di alcune quartare  e soprattutto di un acquamanile  da sacrestia  datato proprio 1861,  anno della  proclamazione dell’Unità d’Italia.

Di manifattura calatina, così come le altre maioliche esposte, l’acquamanile in mostra  è  un raro manufatto in ceramica policroma, con inserti plastici sempre in terracotta, proveniente da  una sacrestia  di chiesa, probabilmente  calatina,  ed era adibito a  contenere  acqua benedetta,  che il prete utilizzava quale  lavanda per le mani in segno di purificazione prima di celebrare messa.

L’esposizione  non  è solo celebrazione di una data, anche se significativa per l’Italia e gli italiani, ma anche un percorso , come dicevamo, storico- didattico per guidare il visitatore  alla riscoperta di quelle maioliche, che in quel contesto risorgimentale, venivano  realizzate dagli  artigiani  della maiolica.

Una maiolica per lo più,  forse,  un po’ meno ricercata rispetto a quella più  tradizionale dei secoli precedenti e, probabilmente meno raffinata nella finitura del biscotto,  in quanto  più porosa e  meno lisciata   tanto da compromettere la raffinatezza degli   smalti   rispetto a quelli coevi  di Napoli, o di altri centri di produzione della penisola italiana.

Ma  non significa ciò compromissione della bellezza del manufatto , che  sicuramente  non  resta  meno pregevole sia per la policromia dei colori utilizzati,,  quasi tutti pigmenti  reperiti sul posto, a cominciare dal marrone, estratto dalle  pietre raccolte lungo le sponde del vicino  fiume Pietrarossa, sia per la  maestria di alcuni  illuminati “cannatari”, come i Di Bartolo,  i Bertolone  o i Lo Nobile, unici  nell’utilizzo dei tornio, nei decori  e soprattutto nell’uso plastico  della terracotta.

“Un altro idea  del Museo della Ceramica  – sottolinea Giovanni Patti direttore del Museo –  che  con questa iniziativa ha voluto  partecipare, insieme alla Città,  a questa solenne  appuntamento  per omaggiare attraverso, le creazioni dei ceramisti calatini del tempo, l’unità d’Italia”.

L’allestimento  che comprende 26 maioliche,  che coprono un periodo dal 1789 ,  anno della rivoluzione francese,  al 1861 ,è stata curata dal dr. Giuseppe  Turco insieme al suo team composto da Marilena Ruggeri, Luigi Coniglio, Saro Gagliano  e Anita Giacomazzo, mentre i testi sono stati redatti  dal Dr. Silvano Marino.

L’esposizione sarà visitabile gratuitamente  sino al 5 giugno p.v. con ingresso dalle ore 9.00- alle ore 18.00 – da via Roma (Teatrino del Bonaiuto)