Documenti inediti, fotografie, disegni e giornali riguardanti il coinvolgimento di Amos Cassioli in una delle imprese artistiche più importanti realizzate in Italia per celebrare i fatti del Risorgimento: i segreti della decorazione della sala Vittorio Emanuele II in Palazzo Pubblico di Siena saranno esposti nella mostra “Amos Cassioli e il Risorgimento”, a cura di Francesca Petrucci e Milena Pagni, presso il Museo Cassioli di Asciano aperta fino al 3 luglio. 

Le opere scelte valorizzano ulteriormente i capolavori dell’Ottocento toscano conservate nel Museo Cassioli, che si pongono sia come un’efficace introduzione che come un costante  accompagnamento alla esposizione temporanea. Attraversando le prime sale, le opere esposte sono espressione dell’insegnamento artistico dell’Accademia di Belle Arti di Siena che, nata nel 1817, per tutto il secolo formò e accompagnò quei maestri  – e tra questi Amos Cassioli – che con la loro opera furono interpreti della pittura del Diciannovesimo secolo. Soprattutto sotto la direzione di Luigi Mussini, si accreditarono artisti che presero attivamente parte alla trasposizione figurata dei fatti di storia a loro contemporanea attraverso la narrazione di avvenimenti emblematici della storia passata.

Tra questi spicca – grazie al concorso Ricasoli del 1859 bandito dopo la rivoluzione toscana che destituì il Granduca Leopoldo II e che vide Cassioli ottenere il primo premio – “La Battaglia di Legnano”, impresa di cui il museo conserva alcuni rari documenti.  In quel concorso Angelo Visconti ottenne il secondo posto con “Mario contro i Cimbri”, il cui bozzetto è esposto al Museo.

 Il percorso conduce poi alla produzione matura di Amos Cassioli, che tra il 1884 e il 1886, dipinse “Il Giuramento di Pontida” di cui è presente in mostra il bozzetto, e con il figlio Giuseppe la decorazione della sala del Risorgimento nel già citato Palazzo Pubblico di Siena. Cassioli venne scelto da una commissione composta, tra gli altri, da Luigi Mussini e subito incaricato di realizzare gli unici due affreschi con scene di battaglia: quello dedicato a Palestro (combattuta il 31 maggio 1859) e quella a San Martino (combattuta il 24 giugno 1859). Come si apprende da una lettera dello stesso Mussini, quella sala doveva celebrare non solo i momenti più significativi dell’Unità, ma anche le alte capacità della scuola artistica senese. Il coinvolgimento nell’impresa e le tappe più interessanti del lavoro di Cassioli sono raccontate anche attraverso l’esposizione documenti, in parte inediti, che tracciano non solo alcune delle tappe fondamentali per la comprensione dell’impresa, ma rivelano sentimenti, umori, opinioni dell’artista e dei suoi committenti. A questo prezioso materiale saranno inoltre affiancati giornali dell’epoca che insieme permettono di ricostruire le dinamiche storiche e artistiche che determinarono l’impresa, oltre alla risonanza e ai giudizi che quel cantiere decorativo suscitò in città e non solo.

 Infine, di particolare rilievo è il confronto tra le fotografie scattate dalla ditta Lombardi poco dopo il 1890 (collezione Malandrini oggi di proprietà della Fondazione Monte dei Paschi di Siena), che mostrano al visitatore le pitture all’origine, e il video appositamente girato per l’occasione in digitale ad alta definizione, che permette un interessante confronto tra passato e presente.

La mostra “Amos Cassioli e il Risorgimento” è promossa da Fondazione Musei Senesi e Comune di Asciano nell’ambito delle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia e realizzata grazie al sostegno della Fondazione Monte dei Paschi di Siena e della Regione Toscana.