Il “fai da te” porta lavoro e soldi all’estero bypassando i programmi dei T.O. nostrani e le prenotazioni attraverso i dettaglianti. Non è delocalizzazione del lavoro questo? Qual è la differenza fra l’industria che fa lavorare operai e impiegati nelle fabbriche fuori dai nostri confini e chi si prenota sul web tutti i servizi con gli operatori esteri?
Mi capita spesso di viaggiare nei Press Tour e volare con tante compagnie diverse, soprattutto per viaggi a lungo raggio. Il viaggiare e confrontarsi con culture diverse le considero fra le cose più belle e gratificanti della mia vita e, se non fosse per gli impegni lavorativi in Italia, confesso che, a volte, resterei nei paesi che vado a visitare. Appartengo alla vecchia guardia e, per fortuna o per sfortuna, sono ancora molto attaccata a ciò che appartiene al passato – solo alle cose positive, s’intende – e in alcuni paesi esteri ho trovato stili di vita molto diversi dal nostro.
Rimpiango i tempi in cui c’era un grande rispetto per le persone anziane, il senso della famiglia, il vivere un po’ tutti insieme. Ma come è nella logica delle cose, tutto cambia e tutto si evolve. Il progresso ha portato tanti benefici ma anche tante cose negative.
Non a caso, quando accade qualcosa di brutto, si dice “è lo scotto che si deve pagare per il progresso”. Sono cambiati i costumi e se mi capita di rivedere qualche vecchio film mi rendo conto di quanto realmente siano mutati.
Oggi manca quel senso di solidarietà, che apparteneva a chi veniva fuori dalla guerra e dalla fame, e che rendeva il vivere più umano, più sopportabile (questo avveniva soprattutto nei piccoli centri o nelle province, ma anche in città non si era mai lasciati soli se si aveva bisogno del prossimo).
Oggi assistiamo allo sgretolamento dei valori ai quali ci hanno abituato i nostri genitori e, chi ha la mia età, si trova un po’ come “un pesce fuor d’acqua” in questa società che ha creato tanto individualismo e così poca solidarietà umana (la colpa, probabilmente, è anche nostra perché non abbiamo voluto far passare ai nostri figli ciò che abbiamo provato noi e, a volte, li abbiamo resi deboli, incapaci di prendersi delle responsabilità e a ragionare non più con il cuore e la testa ma con il…portafogli).
Se penso a quanti mestieri sono scomparsi, o a quanti lavori non vengono più effettuati dai nostri giovani, mi sembra di tornare agli anni ’50, quando dall’Italia partivano gli uomini per la Svizzera, il Belgio e la Germania, alla ricerca di un lavoro di grande fatica che i locali non volevano più fare.
Oggi la situazione si è ribaltata e noi siamo diventati “l’Eldorado” di tante popolazioni – provenienti da varie parti del mondo – che hanno trovato un’occupazione da noi, in maggior parte nel campo dell’assistenza agli anziani, in quello dell’edilizia e, per gli egiziani, in quello della ristorazione (pizzerie).
Ormai il mondo è “globalizzato” e quasi ovunque puoi trovare le stesse cose, gli stessi oggetti, gli stessi cibi. L’avanzamento della tecnologia nelle industrie ha creato una diminuzione di posti di lavoro e l’informatizzazione, se da una parte ha tolto lavoro, dall’altro ne ha creato di nuovo.
Precariato, cassintegrazione etc…sono parole nate con il progresso, ma per chi si trova a vivere queste condizioni credo che non sia proprio soddisfatto di questo sviluppo (altro scotto da pagare…).
La crisi economica poi, non ha fatto altro che peggiorare tutte le situazioni lavorative – e credo che siano poche le realtà che non abbiano sofferto per questa congiuntura.
Nel settore turistico, chiaramente, si è avvertita maggiormente – non essendo il viaggio un bene primario e irrinunciabile. Certo, chi ci lavora spera sempre che la situazione possa cambiare da un momento all’altro e che ci sia il grande ritorno della clientela. Non ci si aspetta un miracolo, ma una ripresina, sì.
Giusto qualche giorno fa, chiacchierando di viaggi in casa di amici, notavamo come le persone che se li organizzano da soli – prenotando non solo gli hotel all’estero ma anche acquistando tour culturali direttamente da operatori locali – non fanno altro che delocalizzare il lavoro.
In effetti, non fanno niente altro che toglierlo alle agenzie e ai T.O. italiani e portarlo, assieme ai soldi, direttamente all’estero. Questo quando non prenotano con alcuni Tour Operator italiani che, a loro volta, scavalcano i dettaglianti e accettano prenotazioni on-line dai clienti, proprio perché questi ultimi, presumono che l’agenzia intermediaria applichi loro un prezzo maggiorato!
Questo perché, grazie anche alla pubblicità dei grossi portali che promuove sconti fino al 50%, i clienti sono portati a pensare che le agenzie o i T.O. abbiano sui viaggi dei ricarichi enormi mentre, invece, come ho ripetuto fino alla nausea, il turismo è il settore che ha meno margini di guadagno di qualsiasi altro tipo di commercio. Inoltre, se una persona va al mercato a fare la spesa quotidiana, prima fa il giro dei banchi per controllare il rapporto qualità-prezzo, poi decide dove comprare.
Ma fa sempre una comparazione! Nel turismo, invece, accade che le agenzie partano già perdenti…perchè svantaggiati da una pubblicità insistente e convincente sul risparmio delle prenotazioni sul web.
Se si parlasse del valore aggiunto, oltre che del prezzo conveniente che si può trovare anche nelle agenzie (l’amato cliente significa posto di lavoro per gli ADV, ma nessuno sembra rendersene conto…), e se si facesse lo stesso tipo di pubblicità alle persone che lavorano per organizzare i viaggi, molto probabilmente il fenomeno del web verrebbe ridimensionato.
Non bloccato, nessuno vuole fermare il progresso e le innovazioni, ma dovrebbero essere messi sul piatto della bilancia sia il fattore informatico sia quello umano e, non ultimo, quello del risparmio anche nelle agenzie.
C’è chi obietta che nelle agenzie non sempre si trovano dei veri professionisti. Giustissimo, nessuno lo nega. Però, così come accade in ogni campo – compreso, purtroppo, anche quello della medicina – oltre ai bravi professionisti può capitare di incontrare l’incompetente della situazione. Ma non per questo si deve fare di tutta un’erba un fascio!
Ritornando, quindi, al discorso del malcostume di alcuni T.O. nostrani, sempre con gli amici, abbiamo avuto modo di riflettere su alcune cose, a mio avviso importanti ma mai messe in evidenza.
Fra le prime considerazioni ce n’è una che riguarda problemi di grande attualità. Perché critichiamo tanto quegli industriali che fanno fare, o vorrebbero far fare, il lavoro in fabbriche situate all’estero, togliendo così il lavoro a tanta gente italiana, anche padri di famiglia, e non viene giudicato nello stesso modo ciò che accade nel settore turistico, che corrisponde alla stessa cosa?
Mi risulta che nessuno abbia mai prestato la dovuta attenzione a questo fenomeno, visto dal punto di vista lavorativo. Ritengo che i posti di lavoro siano sempre posti di lavoro, anche se in campi totalmente diversi, e…i padri di famiglia lavorano ovunque.
Per quale motivo i mezzi d’informazione danno spazio a questa o a quell’industria, anche piccola, che sta per chiudere perché il titolare la vuole trasferire all’estero, mentre di ciò che accade nel turismo non se ne parla mai?
Quante persone sono al corrente della chiusura di T.O. e piccole agenzie e di quanta gente sta a spasso perché non ha più trovato un’occupazione nel campo turistico e non solo in quello?
Il turismo, come sempre, non fa “rumore”, non fa numero – anche se vi lavorano milioni di persone – e non fa sentire la sua voce a chi dovrebbe farla ascoltare
.
E’ un mondo di silenziosi che ha timore, o non ha voglia, di far valere i suoi diritti, di far conoscere le problematiche che l’affliggono e che sembrano irrisolvibili.
Indubbiamente, non è un settore che crede nel motto “l’unione fa la forza”. Ed è un vero peccato!
Liliana Comandè
Buongiorno Liliana,
ho anch’io molta nostalgia per il passato e la tua prima parte del redazionale mi ha portato indietro con gli anni. Comunque è vero che nessuno ha mai detto che con il fai da te si delocalizza il lavoro degli ADV e dei T.O. italiani. Come sempre guardi sempre oltre l’apparenza. Grazie e buon lavoro
Cara Liliana, hai proprio ragione. Noi partiamo svantaggiati perché non siamo capaci di promuovere le nostre aziende e i prodotti che vendiamo (al 99% scontati perché ci togliamo la commissione). E’ vero che ci sono anche cattivi agenti, ci sono in ogni settore, ma fra di noi c’è tantissima gente competente e capace di consigliare al meglio i suoi clienti. I posti di lavoro delocalizzati con il “fai da te”. Quanto è vero quello che hai scritto. Non lavora il tour operator e l’agente di viaggio italiano ma quello straniero sì. Se non è delocalizzazione questa! Ciao
Ciao Liliana, sottoscrivo totalmente quello che hai pubblicato, soprattutto quando dici che non siamo una categoria unita e non siamo capaci nemmeno di tutelare il nostro lavoro. Non siamo solo silenziosi, siamo proprio fantasmi.
Ciao Liliana, ti seguo da quando scrivevi per un’altra rivista (oltre 20 anni fa credo) e ti ho sempre apprezzata per la schiettezza e la comprensibilità dei tuoi scritti. Grazie per essere la nostra coscienza, quella che a volte manca a qualcuno di noi!
Un caro saluto da Milano
Concordo perfettamente con quanto ha scritto e più che le considerazioni sul settore, sul ruolo degli agenti di viaggio (tra l’altro assolutamente vere), mi ha colpito soprattutto il suo Amarcord iniziale in merito al senso della famiglia e al rispetto delle persione anziane. Brava.
Giusto anzi giustissimo! In Italia il nostro settore e’ assolutamente svalutato e sottolineo appieno ciò che hai detto sul mutismo di tutti noi. Dovremmo far valere I nostri diritti. Un caro saluto.
Tra tutti i suoi editoriali, tra tutti i suoi articoli, nulla di più vero! Anche stavolta ha proprio colto nel segno. Sveglia colleghi! Se continua così,saremo tutti ex-dipendenti di agenzie! Oramai in Italia va di moda bypassare l’intermediario senza fare uno straccio di comparazione,andando convinti sul web che si risparmia! Gli agenti di viaggio sono lavoratori come tutti gli altri, ne più ne meno e basta con questa legenda che dietro ogni pratica ci sia chissa quale guadagno, lo pensano in troppi continuando sempre a chiederci lo sconto dello sconto. Brava liliana, sempre precisa e puntuale nel rispecchiare al cento per cento la nostra realtà. Un saluto da Palermo
Vorrei aggiungere, se posso, che, spesso, oltre a sembrare un branco di pecore mute sappiamo diventare lupi solo davanti ai clienti che ci portano preventivi fatti da altri agenzie, da altri colleghi, abbassando ulteriormente Il nostro utile, pur di accaparrarselo e portare un pratica a casa. Continuando a farci anche la guerra tra noi, non si arriva lontano. Un caro saluto da Verona
Cara Liliana, come non darti ragione? Penso che una maggiore qualificazione dei servizi turistici è l’unica alternativa possibile alla delocallizzazione del lavoro. Dobbiamo combattere la concorrenza virtuale e alzare la nostra bandiera: non viaggiate senza un agente di viaggio!
Buongiorno Liliana,
questo tuo redazionale mi ha fatto riflettere proprio sui vari cambiamenti avvenuti negli ultimi anni.
E’ vero, non ci sono più i valori di un tempo, e lo vediamo anche nella “guerra” fra poveri che ci facciamo l’un la’altro per accaparrarci un cliente. Sono tempi duri e la colpa è anche nostra che non ci siamo mai fatti sentire e vedere in maniera plateale dai media. E’ troppo tardi ormai? Siamo arrivati agli sgoccioli o c’è ancora una speranza per questa nosta vituperata categoria? Grazie e cordiali saluti.
Sono un agente di viaggi che ha sempre amato questa professione, anche se negli ultimi anni incomincio ad amarla un po’ meno. Mi è piaciuto il tuo redazionale perché, pur essendo nostalgica del passato, non demonizzi le innovazioni e tutti i cambiamenti che comporta. Hai però ragione quando scrivi che la pubblicità che fanno alle prenotazioni attraverso il web non corrisponde a quella attraverso le agenzie di viaggio. In quanto alla delocalizzazione del lavoro, è proprio vero. In questo modo non si fa lavorare nè l’ADV né l’operatore italiano. Se non è delocalizzazione questa! Ma noi non siamo la fabbrica o l’industria che manifesta per strada e chiama la televisione. Noi scompariamo nel nulla senza che neppure i tuoi stessi colleghi se ne accorgono. Buona giornata
Sono anch’io un agente di viaggio, ma ormai stanco di questa professione che non regala più soddisfazioni professionali ed economiche. Credo che abbandonerò questo settore per dedicarmi a qualcosa di meno rischioso (ammesso che ci sia un settore imprenditoriale che non comporti rischi). Ma sono veramente sempre più demotivato e demoralizzato ogni volta che apro le serrande dell’agenzia. Mi sento sempre sul filo di un rasoio e le voci continue di chiusure (o quasi) di questo o quell’altro operatore e agenzia dettagliante non fanno altro che convincermi che è ora di cambiare registro. Grazie per i tuoi scritti sempre chiari che ci fanno aprire gli occhi in un settore nel quale spesso siamo miopi.
Cara Liliana anch’io sottoscrivo quanto hai scritto e vorrei soffermarmi proprio sul fatto che i “fai da te”, tra i quali ognuno di noi ha parenti e amici che si prenotano online i viaggi, non fanno altro che creare “vuoti” di lavoro e magari, proprio quando sentono ai telegiornali parlare di industriali che vogliono portare il loro lavoro all’estero, sono i primi a dire male di questi, senza pensare che loro non fanno altro che la stessa cosa e mettono a rischio il lavoro dei propri parenti, amici eccetera. Saluti e, speriamo, lavoro per tutti noi.
Buongiorno a tutti,
condivido a pieno quanto è stato da lei scritto e penso che forse dovremmo fare, anche noi, un mega sciopero e andare in piazza a far valere i nostri diritti. Forse solo in questo modo potremmo attira l’attenzione dello stato che dovrebbe aiutarci a sostenere e portare avanti questo settore.
Un saluto da Napoli
Come sempre sono pienamento d’accordo con i suoi articoli che rispecchiano la situazione che stiamo vivendo nel mondo del turismo. Ma come detto da lei il nostro è un settore che non fa rumore e fin quando non cambierà questo nulla si risolverà.
saluti
Buonasera Liliana, questo suo pacato redazionale, ma incisivo come sempre perché invita alla riflessione, mi fa pensare a quanto potremmo essere una categoria forte se fossimo veramente tutti uniti e avessimo delle rappresentanze reali della categoria (vedi Associazioni come Fiavet, Assotravel e via dicendo). Purtroppo non è così. Ognuno bada a quello che fa nella sua agenzia e non si preoccupa di niente altro. Andiamo avanti con il paraocchi. Purtroppo arriverà il giorno in cui, questo paraocchi ci farà sbattere il viso da qualche parte, e allora ci faremo molto ma molto male. Le auguro di avere sempre la stessa energia e mantenere la speranza che il settore possa cambiare. Un carissimo saluto
Lavoro in questo settore da poco tempo e onestamente non so ancora per quanto avrò la fortuna di poterlo fare. Le notizie che si sentono ogni giorno non sono rosee, contratti stagionali,chiusure continue di piccole e grandi agenzie e nessuno che ci tuteli. Il fai da te poi non ci aiuta di certo, gli amici e i parenti stessi che prenotano week end in Europa e poi ti dicono “ma l’agenzia SI PRENDEVA 20/30 euro di spese”, spese che magari, oltre a far andare avanti un’azienda con relativi dipendenti, comprendevano anche un’assicurazione medico-bagaglio che può rivelarsi molto, ma molto utile. Spero di cuore di poter continuare questo lavoro e che il settore si riprenda. In ogni caso continuerò a leggere i suoi interessantissimi articoli. Cari saluti da Firenze.
Cari amici e lettori,parecchi di voi si sono soffermati sulla delocalizzazione del lavoro come egregiamente espresso dalla signora Comande’ che da anche il titolo al suo editoriale. Purtoppo pochi di voi ( e di noi ), si soffermano sul fulcro della situazione, a mio avviso. Il centro del discorso e’ che siamo in un paese lobotomizzato dalle televisioni e dalle pubblicita’ che bombardano secondo dopo secondo la nostra vita quotidiana. Purtroppo, la stragrande maggioranza delle persone non analizza i messaggi pubblicitari e li prende come veri de assoluti, perche’ l’italiano medio non vuole perdere tempo a riflettere e a pensare. Meglio tutto cotto e pronto e servito in tavola. Quindi, ragionando, se ogni secondo sei bersagliato dalla tv che ti indica come si prenota un hotel sul web, dai telegiornali che incentivano il last minute e l’acquisto in internet perche’ si risparmia (poi, come diceva il caro Enzo Jannacci in quello che. .” l’ha detto il telegiornale…si,ho capito ma… Eh,Ma l’ha detto il telegiornale!!! ), cartelloni pubblicitari enormi di portali si vendita di viaggi on-line, ecc… Ecc… Io italiano medio, che non voglo perdere tempo a fare raffronti o comparazioni di prezzi o a fare quantomeno un salto in agenzia, mi butto su internet e prenoto il mio viaggio, alla faccia delle agenzie. Tanto sul web si risparmia, lo dicono tutti. Questo e’ da evitare, il fatto di far avere al pubblico questa convinzione assoluta. Quindi si deve istruire l’italiano medio con delle pubblicita’ progresso il ritorno alle agenzie. Ringrazio tutti e mando un caro saluto da bologna
Gentile Liliana condivido tutto quanto da te riportato. Cosa ci rimane da fare a noi agenti di viaggio? Troviamo una soluzione, piuttosto che piangerci addosso e continuare a stare muti davanti allo sfacelo del nostro settore. Dovremmo scrivere al nostro bel ministro e farle capire che anche le agenzie che lavorano per l’outgoing hanno dei dipendenti e che esistono anche loro che ugualmente vanno tutelati? Dovremmo far valere i nostri diritti tramite le associazioni di categoria? Dovremmo scendere in piazza anche noi? Dovremmo fare delle raccolte di firme, anche virtuali, magari su facebook o sui vari forum di viaggi? Dovremmo fare cosa secondo te? Tu che conosci il settore da tantissimi anni cosa faresti? Magari tu dai un’idea, io ne aggiungo un’altra, un altro collega ne mette una nuova, un altro collega ancora dice qualcos’altro, cosi’ si arriva ad una soluzione, col lavoro di squadra! Un saluto a tutti e ricordiamolo, l’unione fa la forza,anche tra noi agenti di viaggio!!!
Mandare i soldi direttamente ad un hotel o ad una compagnia aerea direttamente all’estero equivale esattamente a costruire la macchina italiana per eccellenza in paesi stranieri. La delocalizzazione del lavoro, figlia della globalizzazione può essere buona in certi settori: se costruisco una macchina di marca italiana in polonia, do lavoro ai polacchi sviluppando un paese povero per fare un esempio. Ma si tralascia sempre un particolare, ovvero quello di togliere dei posti di lavoro in Italia. E allora partono gli scioperi, manifestazioni e quant’altro. Noi cosa aspettiamo a farle? Forza e svegliamoci un po’.
Buongiorno Liliana, leggo sempre con piacere i tuoi redazionali, perché anche a me come a tanti altri miei colleghi danno modo di riflettere su cose alle quali non si pensa mai, come questa della delocalizzazione del lavoro nel turismo. Quanto è vero! Abbiamo sempre visto in malo modo la competizione fra il web e noi agenti perché ovunque si sente parlare solo di prenotazioni online e quasi mai di agenzie di viaggio. Ma al fatto che il lavoro sia delocalizzato non ci aveva pensato mai nessuno, eppure è vero che è così. E’ vero anche se siamo portati a pensare male se gli industriali vogliono portare all’estero il loro lavoro perché tolgono i posti di lavoro agli italiani, ma non abbiamo mai pensato che i fai da te lo tolgono a noi il lavoro. E di questi tempi, con tutte le chiusure di T.O. e agenzie che ci sono state, non c’è proprio da stare tranquilli. Buon lavoro e grazie ancora per ospitare i nostri commenti.
Cara Sig.ra Comandè come al solito quello che scrive è sempre veritiero ed è tra le poche giornaliste (di questo settore)che non omette mai la verità!
Come ha scritto? “Il turismo non fa rumore anche se ci sono milioni di persone che ci lavorano” e aggiungo anche che nel ns Paese è una risorsa che non viene considerata come dovrebbe!Purtroppo in Italia – perchè all’estero non funziona in questo modo – si ha la convinzione che acquistare in internet è uguale a spendere meno!Ed è una grande soddisfazione quando i clienti stessi si accorgono non è così!Proprio la settimana scorsa ho prenotato un semplice week-end a Parigi per una cliente e a pagamento ultimato soddisfatta mi ha detto “sa sig.ina avevo visto questo stesso paccheto su… ma voi siete più convenienti e mi offrite anche la colazione”. In agenzia abbiamo brindato quando è uscita!Un piccolo episodio ma per me, agente di viaggio da 20anni che vedo ogni giorno i cambiamenti, ma in peggio, spero ancora possa riprendersi!Altro che pubblicità progresso!Bisognerebbe per iniziare cambiare chi è al comando……un caro saluto Marta ADV Milano
Salve Liliana, concordo pienamento con il tuo articolo e da quello che leggo nei vari commenti qui sopra in molti pensano che ” il fai da te” sta diventando una vera piaga per le agenzie.
Ma quello che mi domando e ti domando è cosa possiamo fare per far in modo che il nostro non sia più un mondo silenzioso?
Saluti
Luisa ( adv Verona)
Il mio commento: sono veramente sconfortata da come stanno andando le cose nel settore agenziale. Ci sono giorni in cui non entra una persona in agenzia e stiamo ai primi di maggio. Quando prenoteranno le loro vacanze estive gli italiani? Oppure hanno già prenotato tutto sul web? La vedo veramente triste questa estate.
Buongiorno a tutti, mi sorprende come l’italiano medio continua ancora a voler prenotare in maniera autonoma qualsiasi cosa, pensando che il nostro lavoro sia facilissimo da fare e che possano farlo tutti. Purtroppo è vero che ci sono alcuni agenti di viaggio incompetenti come da te sottolineato , cara Liliana, ma sarebbero quelli che andrebbero a sparire perchè mancanti di professionalità, come in ogni lavoro, campo e settore. Ci sono idraulici, dottori, pizzaioli e quantaltro che sono in capaci di fare il proprio mestiere, ma non per questo la gente si cura da sola, aggiusta i tubi di casa da o si mangia la pizza da sola. Perchè nel nostro settore è così? Perchè è si è talmente bombardati che prenotare da soli è facile e lo si può fare da casa comodamente con un click. Anche la nostra professionalità va ricompensata, ma a questo, chi ci pensa? Un saluto a tutti da Potenza.
Condivido pienamente quanto è stato riportato sia nell’articolo sia nei commenti di questa specie di “blog” che viene fuori ad ogni tuo articolo cara Liliana, grazie per darci questa possibilità di confronto tra colleghi.
Il “fai da te” porta lavoro e soldi all’estero bypassando i programmi dei T.O. nostrani e le prenotazioni attraverso i dettaglianti. Non è delocalizzazione del lavoro questo? Qual è la differenza fra l’industria che fa lavorare operai e impiegati nelle fabbriche fuori dai nostri confini e chi si prenota sul web tutti i servizi con gli operatori esteri?
Cara Liliana, credo che in questa tua frase ci sia tutta la disparità esistente tra i vari settori economici e quello turistico. Su questo ci sarebbe da riflettere e da prendere una posizione ben precisa sia con le associazioni di categoria che con chi dovrebbe tutelare i nostri diritti di lavoratori, anche se non veniamo considerati tali e non contiamo nulla come categoria.
Dovremmo farci sentire, scendere in piazza oppure basterebbe mettersi d’accordo pubblico e privato per sostenere il nostro comparto?
Ma nel turismo è sempre tutto così statico, si nasce e si muore senza che nessuno se ne accorga, a meno che non si abbia un nome altisonante e i giornali di settore ne parlino. Ma se sei un povero disgraziato che ha puntato tutto su questo lavoro, investendoci tutti i suoi soldi, sparisci nel nulla come una bolla di sapone. E amen.
Ciao Liliana, come non essere d’accordo con ciò che scrivi e con i commenti dei colleghi? E’ vero, nessuno, neppure i nostri amici o parenti si rendono conto del male che ci fanno quando neppure ti consultano per i propri viaggi. Magari poi vedi le foto del loro viaggio, con tanti amici, su facebook e la rabbia ti assale di più perché non sei stata neppure avvertita di questo viaggio. Chissà se leggendo il tuo redazionale prima di prenotare online la sua vacanza, mia cugina avrebbe avuto un po’ di rimorso nel fare lei stessa l’agente di viaggio per se e per i suoi amici! Delocalizzazione nel turismo, e chi ci aveva mai pensato a questa cosa! Eppure la stiamo subendo da anni senza che nessuno muova un dito. Con tanta stima ti mando i miei più cordiali saluti. Valeria
Ciao Liliana, questo tuo nuovo scritto mi ha riportato indietro negli anni e la nostalgia di quei tempi (è forse il segno che stiamo invecchiando o del si stava meglio quando si stava peggio?) è riaffiorata. A volte fa bene rigirarsi e guardare indietro. Ci da la misura di quanto sia cambiato il mondo e soprattutto noi uomini, purtroppo in peggio. In quanto al fatto che noi paghiamo lo scotto della scarsa visibilità e della prevaricazione pubblicitaria del web, credo che bisognerà prendere dei provvedimenti al più presto. Altrimenti come hai già scritto altre volte la nostra categoria non avrà un futuro. Un caro saluto da un tuo “vecchio” ammiratore.
Trovo molto interessante, costruttivo e, perchè no, simpatico, questo confronto di opinioni tra colleghi che scaturisce come sempre dai tuoi articoli, è vero che siamo una categoria silenziosa quindi PARLIAMOCI almeno in questo modo!
Grazie cara Liliana per offrirci ogni volta spunti di conversazione on line.
Grazie a te e a tutti gli agenti di viaggio che esprimono la loro opinione. Vorrei poter organizzare degli incontri fra agenti e Associazione di categoria in modo da far diventare veramente costruttivo tutto ciò che viene suggerito o le lamentele del settore. Vorrei poter parlare a quattr’occhi anche con le istituzioni per far capire le problematiche di questo settore, soprattutto l’outgoing che non interessa un granché a nessuno.
Grazie a te Bruno per gli apprezzamenti. Noi non siamo “vecchi”, è che l’esperienza ci fa vedere più lontano di chi nel settore c’è da poco. In quanto ai provvedimenti da prendere al più presto, non dovremmo far passare neppure l’estate. Ho il vago sospetto che anche quest’anno ci sarà la chiusura di molti T.O. e piccole ADV. Ormai il nostro è un mercato “rovinato” da chi ha iniziato a sbandierare sconti a destra e a manca e dagli operatori che lo hanno permesso. Mi auguro che questa crisi perdurante faccia venire un po poù di sale in testa a chi butta sul mercato prezzi che non stanno né in cielo né in terra. Un caro saluto anche a te.
Cara Valeria, è successo anche a me con una mia cugina che ha organizzato un week end a Barcellona con un bel po’ di amici. La tentazione è quella di non parlarle o di farle leggere quanto da me scritto. Ma poi…se la gente, che riteniamo intelligente, non capisce che toglie lavoro agli italiani, beh, è meglio lasciar perdere. Non saremo certo noi a convincerla del contrario. Noi non abbiamo alcun potere, neppure con i parenti.
Caro Daniele, credo che scendendo in piazza faremmo una gran figuraccia (ricordi la manifestazione che ci fu tanti anni fa? Eravamo 4 gatti!). Bisognerebbe arrivare a chi ci rappresenta, spiegare la situazione e spingere affinché aiutino il settore anche con la semplice pubblicità. Siccome le cose troppo semplici da noi non fanno presa, è per questo che ci ritroviamo in “mutande” (perdona l’esempio).
Ciao Massimiliano, purtroppo la professionalità non sempre è ricompensata. Oggi si guarda solo al prezzo e, spesso. la vince chi la spara più grossa. Quante volte leggiamo nei flash che arrivano nelle agenzie “a partire da…” e poi quel da aumenta in maniera incredibile? In quanto a chi non è un professionista dovrebbe cambiare mestiere, perché restando nel turismo gli fa solo danno. Un saluto a tutti
Volevo solo esprimere la mia solidarietà al settore agenziale. Sono un privato capitato per caso in questo interessante sito ed ho letto l’articolo della Signora Comandè più i commenti degli agenti di viaggio. Anche io ho prenotato direttamente all’estero i miei viaggi senza pensare al fatto che toglievo il lavoro agli italiani. E’ vero, siamo come gli industriali che delocalizzano il lavoro all’estero. La prossima volta, prima di prenotare le mie vacanze entrerò nuovamente in un’agenzia di viaggi per farmi fare un preventivo e dopo controllerò se è più conveniente prenotare nel web o meno. Però, quello che è scritto mi ha fatto sentire un po’ colpevole e ignorante sul fatto di togliere il lavoro ai miei connazionali. Scusate ma è vero che siamo più spinti a prenotare online piuttosto che con una persona che deve portare a casa lo stipendio.
Grazie Signor Edoardo, mi fa piacere che sia arrivato per caso nel nostro sito e che abbia un po’ compreso come è messa la situazione nel turismo grazie anche ai tanti “fai da te”. Mi auguro realmente che per il suo prossimo viaggio si rivolgerà anche ad una o più agenzie per poter fare i paragoni con ciò che le offre il web. Spero anche che farà leggere sia il mio redazionale sia i commenti degli addetti ai lavori a tutti i suoi amici che, come lei, non passano attraverso un’agenzia di fiducia. Cordiali saluti.
Caro Diego, in effetti è proprio così, ma nessuno fa mai questo paragone. Noi non siamo capaci di fare scioperi o manifestazioni varie. In quanto allo svegliarsi…la vedo un po’ dura. E’ da troppi anni che ci crogioliamo nella speranza che le cose possano cambiare da sole, ma, come per il lavoro, nessuno te lo porta a casa! Ripeto, è l’unione fra pubblico e privato l’unica soluzione al pessimo stato in cui versa il settore.
Grazie Marta, anche l’esempio che hai riportato è la dimostrazione che non sempre il web è più economico dell’agenzia di viaggio. Buona giornata
Luisa cara, lo so che il noto “Mal comune mezzo gaudio” non ti conforta, ma la situazione è piuttosto generale e sono tanti gli agenti che mi chiamano per sapere come vanno le cose nelle agenzie italiane e, credimi, non c’è nessuno fra questi che mi abbia detto che le cose procedono bene. Anch’io non vedo bene questa estate….
Buongiorno a tutti,
sono un’agente di Milano e c’è un’altra cosa che vorrei sottolineare ed è il frustrante e continuo rubarsi i clienti che abbiamo noi agenti di viaggio.
Non è possibile che, quando entra un cliente con 10 preventivi di altre 10 agenzie, anzichè mandarlo fuori dalla nostra agenzia o mandarlo a prenotare dal collega che ha fatto il preventivo dell’altra agenzia, ci abbassiamo il nostro utile pur di confermare una pratica, convinti di averlo fidelizzato. Nulla di più sbagliato! Sono proprio quelli i clienti che ci abbandonano al prossimo viaggio, appena trovano un’offerta o una quota più bassa. E’ ora di smetterla con questa guerra tra poveri. Dobbiamo imparare anche noi a fare cartello con i prezzi, come fanno altre società che, guarda caso, conoscono la crisi molto meno di noi. Un saluto
Salve Liliana, leggendo gli ultimi commenti con molto stupore ho notato che grazie al suo articolo anche persone che non lavorano nel settore turistico si siano rese conto del grave problema della delocalizzazione, e credo che questo è il primo passo per rendere meno silenzioso il nostro settore. Grazie e tanti cordiali saluti
Evviva, finalmente c’è qualcuno dei fai da te che incomincia a capire i danni che procurano quelli come lui. Benvenuto nel nostro mondo signor Edoardo e grazie per la solidarietà e per la promessa fatta di entrare in agenzia per farsi fare dei preventivi, prima di prenotare online.
Grazie Liliana per il tuo articolo, almeno abbiamo il conforto di sapere che qualcuno ha capito il male che procurano quelli come loro a noi agenti.
Le faccio i miei complimenti per gli interessanti articoli che scrive. Grazie per queste infomazioni ed opportunità di confronto che ci offre.
Cordiali saluti – Dario
Sono davvero contento che, finalmente un turista “fai da te” ha scritto e a l quale vorrei rispondere.
La ringraziamo per il suo contributo in questo , diciamo forum per gli addetti ai lavori, e speriamo abbia considerato bene cosa significhi per noi agenti quando i clienti prenotano per conto loro mandando soldi direttamente all’estero, e sono molto ma molto felice perchè so che ha capito che, per il suo prossimo viaggio, passerà almeno in agenzia per farsi fare un preventivo e vedere realmente se si risparmia e se riceve quel valore aggiunto che fa l’essere umano e non una macchina. La ringrazio per il suo contributo alle nostre discussioni e spero possa indicare la stessa strada anche ad altri suoi amici “fai da te”, così come auspicato nella risposta che le ha dato la Signora Liliana, nostro punto di riferimento del turismo.
Buongiorno alla Signora Liliana, a tutti i miei colleghi agenti e complimenti per l’articolo.
In effetti mi associo pienamente a quanto è stato detto e sono molto felice che anche il sig. Edoardo, turista fai da te, riconosca che la pubblicità fatta per le prenotazioni online è assolutamente impari a quella a favore delle prenotazioni in agenzia.
Dobbiamo distinguerci per la nostra professionalità e far capire alla gente che il nostro lavoro e consiglio non potrà mai essere sostituito da un click! Un ciao a tutti da Salerno.
Finalmente una buona notizia dall’esterno.Leggere il commento di Edoardo mi ha ridato un pò di fiducia.Forza e coraggio colleghi! Tanti saluti dalla bella Sicilia.
Caro Franco, sono d’accordo sul fatto che un click non può sostituire un impiegato che consiglia e assiste un cliente. Spero che, prima o poi, ci si renda condo di questa cosa, così come sta succedendo in America, dove la gente sta tornando a prenotare nelle agenzie di viaggio. Un mio amico americano mi diceva sempre che da noi le cose accadevano sempre dieci anni dopo gli Stati Uniti. Mi auguro che questa volta non sia così.
Giuliano, grazie per i tanti complimenti e mi fa piacere che abbia apprezzato – come me e altri ADV – il commento di un “fai da te” e, soprattutto il fatto che abbia compreso il significato della prenotazione online fatta a danno degli agenti di viaggio. Speriamo che mantenga le promesse! Cari saluti
Grazie anche a lei Dario, mi fa piacere avere questo scambio di idee con tutti voi che commentate i miei scritti. Non è un vero forum, come lo definisce qualche ADV, ma lo sta diventando – se continua con questi scambi continui di corrispondenza.
Saluti anche a lei.