Dal 27 al 29 maggio a Roma, sulle rive del laghetto dell’Eur, avrà luogo il Festival della Thailandia  organizzato dall’Ente Nazionale per il Turismo Thailandese (TAT),  in collaborazione con l’ambasciata di Thailandia a Roma e Thai Airways, vettore aereo ufficiale del paese. Il festival, che sarà una vera e propria vetrina di attività , attrazioni ed eventi,  vuole far conoscere ai visitatori le molteplici  realtà di questo affascinante Paese.

  In programma ci saranno, tra le numerose iniziative, dimostrazioni di boxe thailandese, il muay thai, testimonianza di come le tradizioni possano sopravvivere nel mondo odierno, diffondendosi a livello globale pur mantenendo le proprie caratteristiche. Questa disciplina è diventata una delle attrazioni più popolari della Thailandia, dopo il cibo e la cucina.

Il muay thai, la boxe thailandese, sta diventando sempre più popolare a livello globale, pur continuando a preservare le sue radici antiche. I film e i mass media stanno contribuendo a far conoscere la disciplina e molte persone arrivano in Thailandia per approfondire e studiare questa miscela di forza, danza e misticismo.  

Il Muay Thai moderno nasce nel 1920 e adotta prontamente standard e attrezzature della boxe occidentale che includono: pantaloncini, guanti, ring di tela, categorie differenziate per peso e un codice di fair play internazionale. Negli anni però, sono rimasti inalterati gli speciali rituali tipici di questa disciplina dalle radici molto antiche: ogni pugile arriva sul ring con il mongkhon, uno speciale copricapo che viene consegnato all’atleta dall’allenatore, una volta diventato un esperto combattente.

Il mongkhon non può mai essere messo a terra per non perdere il suo valore di amuleto. Durante il match, il pugile indossa bracciali prajiad su ogni bicipite: originariamente questi monili rappresentavano diagrammi della cabala. Dentro a questi bracciali molti pugili nascondono sacre tavolette buddiste, mentre altri sfoggiano un altro tipo di porta fortuna, il tatuaggio magico.  

Il pugile, agli angoli del ring, invoca il favore degli spiriti locali prima di arrampicarsi sulle corde. Con speciali ghirlande al collo, l’atleta pregherà ad ogni angolo del ring per allontanare gli spiriti maligni.

Entrambi i pugili adottano posizioni precise al centro del ring e offrono una speciale forma di saluto, il wai. Ogni atleta poi inizia una particolare danza fatta di movimenti fluidi, chiamata wai khru rum muay: questo rituale ha lo scopo di onorare gli allenatori e permette ai combattenti di riscaldarsi, valutare l’avversario e verificare le condizioni del ring.

Alcuni esperti credono che il muay thai sia l’arte marziale più potente al mondo. Questa disciplina nasce dall’addestramento militare (direttamente dall’esercito thailandese):non c’è da stupirsi che il tatuaggio magico preferito dai lottatori sia Hanuman, il coraggioso guerriero scimmia della saga epica del Ramayana.