Martedì 24 maggio presso l’Ambasciata della Repubblica di Polonia si è tenuto un incontro con i giornalisti finalizzato alla promozione turistica di Cracovia e del voivodato di cui la città è capoluogo, ovvero Malopolska, la Piccola Polonia, regione tra le più attraenti del paese per storia, tradizione,
folkore e natura. L’evento, cui hanno preso parte tra gli altri S.E. l’Ambasciatore della Repubblica di Polonia Wojciech Ponikiewski, il giornalista della radio polacca Marek Lehnert, e Malgorzata Furdal, direttore dell’Ente del Turismo polacco per il turismo a Roma, è stato intitolato “La mia Cracovia, città della mia vita”, una citazione dal discorso che Giovanni Paolo II pronunciò nella città polacca pochi mesi dopo la sua elezione al soglio pontificio. In effetti l’incontro ha voluto essere l’occasione per promuovere una nuova quanto efficace modalità per la scoperta di Cracovia e della regione Malopolska, da effettuarsi seguendo le tracce e rivisitando i luoghi della prima parte della vita di Karol Wojtyla, originario di queste terre.
Da Wadowice, città natale del futuro papa che qui andò a scuola, prese i voti e si avvicinò al teatro, a Cracovia, dove frequentò l’ università e dove anni dopo nella cattedrale di Wavel fu consacrato vescovo; dal quartiere Lagiewniki, dove ha sede il santuario della Divina Misericordia, culto a lui particolarmente caro, alle regioni montuose di Podhale, e dei monti Tatras e Beskidy, dove Wojytyla amava riposarsi e praticare l’esercizio fisico e lo sci.
Durante l’evento ha preso la parola anche Gianfranco Svidercoschi, giornalista, vaticanista e autore di Storia di Karol, libro da cui sono state tratte le sceneggiature delle fortunate miniserie tv “Karol – Un uomo diventato Papa e “Karol – Un papa rimasto uomo”.
Lo scrittore ha voluto sottolineare quanto il rapporto del giovane Wojtyla con la “sua” Cracovia e con Malopolska, la “sua” Polonia, sia stato determinante prima nella sua formazione etica e spirituale e poi nel caratterizzarne il pontificato: nello specifico sono stati ricordati il suo rapporto con i giovani, iniziato già ai tempi dell’università, ed il suo rapporto con gli ebrei, per i quali si adoperò ai tempi dell’occupazione nazista.
Cracovia, che fu capitale del regno polacco fino al XVII secolo, durante un’epoca che corrispose al periodo di maggior splendore della Polonia, è meta ogni anno di circa 7 milioni di visitatori, attratti dalla ricchezza di storia della città. Essa si può cogliere nella bellezza degli edifici del centro storico, in stile gotico, rinascimentale, barocco e talvolta anche veneto, nella Piazza del Mercato – che è anche la piazza più grande d’Europa -, nei tanti musei e teatri, nelle numerose chiese e sinagoghe, nel castello reale e nella cattedrale sulla collina Wavel. I campi di concentramento di Auschwitz e Plaszow, poco distanti dalla città, testimoniano i momenti più drammatici della storia di Cracovia, su cui ci si può soffermare a riflettere sperimentando i percorsi interattivi della nuova “Mostra permanente sull’occupazione nazista a Cracovia” inaugurata lo scorso dicembre presso la fabbrica di smalto di Oscar Schindler.
Ma è tutta la regione Malopolska a trasudare cultura e storia, e anzi può essere ritenuta vera e propria culla della nazione polacca. Oltre alle città storiche, ai castelli, alla cucina tradizionale, al folklore fatto di antiche leggende e tradizioni e all’artigianato locale (noto per la lavorazione del legno, delle pelli e del vetro, per i cesti di vimini intrecciati, per la ceramica ed i merletti) è il ricco patrimonio naturalistico e paesaggistico a fare di questa una delle regioni polacche più visitate dai turisti.
Fra la catena dei Monti Tatras, le cime più alte dei Carpazi, e la valle del fiume Vistola, si possono visitare 6 parchi nazionali, 80 riserve naturali e diverse stazioni termali; si può sciare, e si possono percorrere piste ciclabili, percorsi a cavallo, oltre ai numerosi itinerari naturalistici e all’originale itinerario dell’architettura in legno.
Nel complesso la regione Malopolska custodisce ben 8 siti dichiarati Patrimonio mondiale dell’Unesco. Tra questi spicca il regno sotterraneo delle miniere di sale di Wieliczka, antiche miniere oggi in disuso ma sfruttate ininterrottamente a partire dal XIII secolo, che attualmente costituiscono un’importante attrazione turistica, con chilometri di cunicoli, statue di sale, laghi sulfurei, e ampie stanze e cappelle scavate e decorate nella salgemma.
Alessandro Valentini