Non facciamo altro che sentire che l’Italia turistica sta andando bene, soprattutto Roma, anche grazie agli avvenimenti legati alla beatificazione di Giovanni Paolo II, alla festa del 1° maggio e a tutte le manifestazioni culturali e sportive che si succedono – come sempre, da anni – nella capitale. Dobbiamo credere a quanto ci viene raccontato? E questi ottimi risultati ci hanno fatto salire di qualche gradino rispetto al mediocre 5° posto che attualmente occupiamo nel turismo europeo?
Se pensiamo che nel 1997 l’Italia occupava il secondo posto al mondo per il turismo e il quinto per lo sviluppo industriale e lo paragoniamo a come siamo ridotti oggi, c’è di che piangere e di rimboccarsi le maniche per risalire la china.
Pur essendo un Paese ricco in termini di patrimonio culturale, con tanti siti dichiarati Patrimonio dell’Umanità, splendide città d’arte, Musei unici per opere che vi sono conservate, bellezze naturalistiche, tradizioni enogastronomiche e popolari, artigianato, moda, e tanta storia antica di civiltà – visibile anche in molti paesi esteri – siamo pessimi come competitività nei prezzi e non sappiamo promuoverci all’estero nel giusto modo.
Un tempo l’Italia offriva al mondo un’immagine di alta qualità dei segni della sua cultura, della sua arte, della straordinaria qualità dell’ambiente, della sua enogastronomia, del suo paesaggio urbano e umano. Questo, però, avveniva tanti anni fa. Oggi, invece, come si presenta l’Italia agli occhi di chi dovrebbe sceglierla rispetto ai tanti altri paesi, che ci hanno superato nella classifica delle presenze?
Sicuramente l’unica cosa che il Belpaese è riuscito a mantenere (ma non per suo merito) è la ricchezza della sua storia e delle sue spettacolari testimonianze.
Per il resto…è sotto gli occhi di tutti il degrado ambientale oltre a quello dei suoi monumenti che, spesso, cadono a pezzi nell’incuranza più totale.
Siamo un paese disastrato sotto ogni punto di vista e non basta che sia bello, che si mangi bene e che possieda il patrimonio culturale archeologico più vasto del mondo.
Anni fa avevamo la grossa responsabilità di dimostrare al mondo di saper mantenere elevato il nostro standard qualitativo e la nostra immagine così esaltante e unica, tanto da dover rendere irrinunciabile una visita nel nostro paese.
Il nostro problema è stato quello di non aver fatto trovare ai turisti una conferma coerente nel sistema dell’accoglienza, dell’ospitalità e della mobilità sia via terra che ferroviaria.
Questa grossa “disattenzione”ha creato un tale effetto di contrasto e di delusione per gli ospiti che è andata a pesare negativamente sulla nostra economia turistica.
Il turista che viene nel Belpaese si aspetta molto, mentre è facile constatare che tutto contraddice le sue aspettative.
Alle esigenze della domanda non sempre risponde la nostra offerta turistica sia nazionale che regionale o locale, tranne rari casi nei quali le autorità competenti lo sono veramente e si danno da fare per rendere migliori i luoghi turistici e i prodotti enogastronomici del territorio e, soprattutto, sanno “venderli” nel modo giusto.
C’è di che preoccuparsi per il sistema paese, ossia per l’idea della sua efficienza, per la capacità di dare una risposta risposta reale e per l’affidabilità che questo sistema offre a chi lo sceglie come destinazione turistica rispetto ai nostri competitors sempre più agguerriti e preparati, nonostante la crisi generale.
Trasporti, organizzazione dei musei, strutture di informazione e di accoglienza, servizi della pubblica amministrazione, siamo ben lontani dall’aver raggiunto anche una misera sufficienza.
Noi abbiamo bisogno di recuperare il tempo perduto. Dobbiamo consolidare nuovamente la nostra quota di mercato e la nostra posizione di paese leader, non solo in Europa, ma nel mondo intero.
Dobbiamo riappropriarci del nostro primato valorizzando tutto ciò che il nostro paese ha da offrire ai turisti in cerca di conferme ma anche di novità.
Dobbiamo prestare più attenzione ai cambiamenti avvenuti negli ultimi anni e alle nuove esigenze dei turisti.
Dobbiamo incrementare gli arrivi e le presenze attingendo anche a quei paesi che negli ultimi anni sono in reale crescita economica. Cina, Brasile, India, Russia, sono i mercati emergenti a cui guardare con grande interesse, anche se altri paesi europei – come la Germania – già lo hanno fatto ed hanno aumentato il numero di turisti provenienti soprattutto dalla Cina.
Dobbiamo ridare fiducia anche ai grandi mercati turistici che sono stati per anni la nostra vera ricchezza in termini di entrate valutarie e di occupazione sia nel campo vero e proprio del turismo che in tutto l’indotto collegato ad esso e spesso dimenticato.
Fino a 15 anni fa il flusso dei turisti provenienti dalla Germania e dagli Stati Uniti era in continuo sviluppo, ma ora?
E’ vero che c’è la crisi economica mondiale, ma non basta a giustificare la perdita di “appeal” dell’Italia.
Ci siamo sempre attaccati all’idea che il nostro paese si vendeva da solo (sole, pizza e mandolini!), ma non è più così da tanto tempo – anche se, molto spesso, i nostri governanti non se ne sono mai accorti.
L’espansione di un paese ha bisogno di un profondo cambiamento del proprio sistema turistico sia sul piano strutturale, ossia orientato verso la qualità, sia attraverso una promozione ben fatta e mirata. Inoltre, c’è bisogno di una “sburocratizzazione” delle amministrazioni pubbliche che, spesso, rendono difficoltoso lo svolgimento dell’attività imprenditoriale e professionale anche quando si vuole accrescere la qualità e i servizi delle strutture produttive.
Ho sempre affermato che ci deve essere sostegno e sinergia fra Stato e privati e tutti insieme devono essere coinvolti in programmi strategici atti a portare benefici al nostro paese sotto forma di immagine, di economia e di occupazione – e sappiamo tutti quanto abbiamo bisogno di soldi e di lavoro per poter uscire da questo stato di emergenza.
A tutt’oggi questa sinergia è piuttosto debole e i risultati si vedono. Chi “comanda” fa Leggi e nuovi regolamenti di testa propria, senza neppure consultare le Associazioni che rappresentano il Turismo, e quando queste ultime fanno sentire la loro voce ottengono delle modifiche che, però, non soddisfano pienamente la categoria.
Questo salto di qualità, ovvero uno stretto rapporto fra pubblico e privato è ancora in alto mare e la razionalizzazione in grado di integrare l’impegno, le capacità, le risorse tecniche e finanziarie, sembra non interessare più di tanto in un paese che potrebbe essere al primo posto per arrivi e presenze e con un PIL elevato proprio grazie ad un settore che ha portato benessere all’Italia, ma che oggi è sempre più stagnante, per nulla innovativo e…che non ha più niente di ciò che era ai tempi d’oro.
Periodi nei quali per gli stranieri era quasi un ‘must’ venire a visitare il paese che faceva sognare ad occhi aperti, anche grazie a film girati nei luoghi più belli di questa nostra bistrattata nazione, sotto tono, senza più arte e né parte.
Rispetto al treno Europa del turismo, noi siamo ancora fermi su un binario morto.
Liliana Comandè
“l’Italia è ancora sui binari…” sì, quelli della TAV, legata, imbavagliata e con un Freccia Rossa in arrivo!
Colto nel segno anche stavolta! non basta avere la miglior cucina del mondo, non basta avere i mari meravigliosi e le opere d’arte che tutto il mondo ci invidia se non c’è una politica dietro di conservazione e di incentivazione per far venire i turisti nel nostro Paese. E’ come avere una Ferrari parcheggiata nel garage e non avere la benzina per farla camminare. Oramai la Spagna, la Grecia e altri Paesi del bacino mediterraneo ci hanno surclassato alla grande, molto piu’ competitivi nei prezzi e nei servizi offerti. Moltissimi clienti che entrano in agenzia, si rifiutano di fare le vacanze in Italia a causa degli altissimi costi che andrebbero a sostenere, e trovano piu’ conveniente andare all’estero portando i soldi ad altri paesi che potrebbero rimanere qui. Mi dispiace ma, anche in questo caso, non vedo che i governi da anni a questa parte, pensano di adottare soluzioni per risolvere quest’ulteriore problema del nostro settore. un saluto da Roma.
Buongiorno sig.ra Comandè, ho appena finito di leggere il suo editoriale che ho trovato molto interessante; non appartengo al settore del turismo ma la realtà che descrive è sotto gli occhi di tutti. Abbiamo un immenso patrimonio che non riusciamo più a sfruttare come dovremmo, proprio in un momento in cui bisognerebbe puntare molto sul turismo, soprattutto dall’estero all’Italia, per avere quelle entrate di cui il nostro Belpaese ha tanto bisogno. Cordiali saluti.
Mi piace nuovamente rispondere al redazionale di oggi per complimentarmi sempre per la lucidità con la quale riesci ad analizzare i problemi della nostra categoria e dell’Italia in generale. Qui non si tratta di noi ma del sistema Italia che non esiste e che è lontano dall’esistere. Nom solo siamo penalizzati come settore outgoing, ma anche come incoming non ce la passiamo proprio bene. L’analisi è precisa e noi siamo su quel binario morto in attesa che qualcuno ci faccia andare su quello che ci porta fuori da questo stato di stasi.
Grazie e cordiali saluti
E’ bello il titolo dell’editoriale, rende alla perfezione la situazione Italiana turistica rispetto al resto dei nostri competitori. Siamo sempre fermi su quel binario (o al palo se ci piace di più) sempre nell’indifferenza di chi quel treno ha la resposnabilità di rifarlo partire. Ma c’è qualcuno che si accorge che il treno è fermo? Ciao Liliana
Mi piacerebbe che questi tuoi editoriali li leggessero le persone che dovrebbero avere cura di questa dimenticata terra piena di ricchezze che ormai non è competitiva neppure in Europa nei confronti di Paesi che, per carità, sono belli ma non come il nostro e non possono offrire tutti i tipi di turismo che abbiamo noi.
Non siamo capaci di venderci all’estero e siamo cari anche per noi stessi italiani. Visitare un museo per una famiglia di 4 o 3 persone diventa una cifra esagerata, soggiornare in albergo lo stesso. E poi vogliamo dare la giusta classificazione ai nostri Hotel? Ci sono 4 stelle ai quali non darei neppure 3 stelle mentre ci sono 3 stelle che meriterebbero qualche cosa in più. Ma i prezzi? Se li paragoniamo a quelli che troviamo in Europa (Francia e Inghilterra per esempio), a parità di categoria in Italia si spende di più. Anche molti B&B non è che siano poi così economici, ma in tempo di crisi tutti vogliono risparmiare e anche se costa 10 euro in meno per notte la gente li preferisce agli alberghi.
E’ vero, siamo su un binario morto e speriamo che arrivi qualcuno a spostarci. Grazie per le sue intelligenti osservazioni.
Brava Liliana, come sempre ci dai delucidazioni sul nostro settore, sulla situazione italiana turistica (ma non mi sembra che sia solo turistica), sulle sue potenzialità e sull’indifferenza delle autorità che non fanno niente per aiutare chi sta anche nel ricettivo. Quando proponiamo il nostro paese spesso proponiamo una nazione che non è quella che hanno in mente i turisti stranieri. Basta prendere il treno che dall’aeroporto di Fiumicino porta a Roma Termini per rendersi conto di viaggiare in un treno da terzo mondo. Pochi posti, valigie in mezzo al corridoio e tanta gente in piedi. Poi, altra chicca, quanta poca intelligenza c’è stata nei cervelloni di Trenitalia nell’aver posto il binario
nel posto più lontano della stazione Termini, per cui, se parti o arrivi devi camminare tantissimo perché i tapiroulant sono quasi sempre rotti. Certo che diamo una bella immagine già da quando si scende dall’aereo. Il resto non è da meno. Che vergogna per un paese che si vanta di essere fra i più industrializzati del mondo!
Cari saluti e un brava per ciò che scrivi, senza peli sulla lingua. Fossero così anche gli altri giornalisti, e non parlo solo di quelli del settore!
Mi complimento ancora per l’articolo scritto…sono tornata da poco da un fanstatico viaggio fatto in Francia e noto sempre di più la differenza tra il nostro paese ed il resto dell’Europa. Non siamo proprio al loro livello…
Lavoro in un’agenzia di incoming e purtroppo mi capita di sentire spesso quanto descritto nel suo editoriale anche dai miei clienti. Arrivano gruppi di stanieri super entusiasti perchè sanno dal punto di vista del patrimonio artistico, culturale,naturalistico il ns. paese non ha da temere nessuna concorrenza, ma poi notano anche loro i molti disservizi nei trasporti, nell’organizzazione etc. Perchè dobbiamo perderci in un bicchier d’acqua quando basterebbe così poco per riprendere il posto che la ns. bellissima Italia merita?
Ciao Liliana. Un quadro impietoso ma reale della nostra povera Italia turistica.
Saluti
Bravissima come sempre. Ma perché non si propone come responsabile di qualche Associazione di categoria o ne fonda un’altra? Sono sicuro che avrebbe tanti ma tanti iscritti. Donne con, mi faccia passare il termine non elegante, gli attributi come i suoi non se ne trovano ad ogni angolo. Io sarei il primo a seguirla. Antonio
Sono da poco in questo settore e con un contratto a tempo determinato. Mi piace tantissimo il lavoro che faccio ma non sono stata assunta nel periodo migliore. Ne conosco le difficoltà e i tanti lati negativi di ciò che avviene nel turismo. Mi sono iscritta alla sua newsletter perché mi piace il suo modo di scrivere coraggioso e sincero. Si capisce che ama questo settore e se ne dispiace per come è ridotto. Io sono preoccupata per il mio futuro, sempre se lo avrò in questo settore, ma anche per i colleghi che lo vedono brutto come me.
Un caro saluto da Venezia
Che cosa aggiungere se non che l’amarezza di leggere il suo redazionale si aggiunge alla nostra incapacità di reagire a questa situazione stagnante e che non siamo capaci di vendere questo nostro splendido paese. All’estero sanno vendere anche i fiumi, noi che abbiamo di tutto di più non siamo capaci neppure di vendere i nostri siti archeologici unici al mondo e la nostra storia. Che delusione vivere in un paese come questo!
Ciao Liliana,
come sempre i tuoi editoriali rispecchiano perfettamente la triste realtà del nostro paese, e in particolare del nostro settore.
Complimeti.
Anche io, come Silvia, sono da poco nel settore turistico e condivido il pessimismo che esprime. Leggo sempre i suoi articoli e rispecchiarmi in queste realtà non è certo incoraggiante. Un saluto da Vicenza
Gentilissima signora Liliana,
è sempre un piacere leggere i suoi articoli che rappresentano la realtà in cui ci troviamo. Inoltre noto con estremo piacere che siamo in molti ad avere lo stesso pensiero…
Un saluto da Bari
Carissima Liliana, sono d’accordo con te quando parli di sinergia tra pubblico e privato che, in realtà, non è mai esistita in Italia se non in alcuni settori o industrie che dai nostri politicanti (di destra e di sinistra) vengono ritenute piu’ importanti del turismo sia incoming che outgoing. E nel frattempo, si continua a scivolare in basso nella classifica dei paesi visitati in Europa. un saluto da Bari
Caro Roberto, magari fosse ferma solo sui binari della TAV…
Caro Rino, Il paragone con la Ferrari calza proprio a pennello. L’Italia è come una bellissima donna che va in giro con “le calze rotte”, quindi con qualcosa che dimostra sciatteria e perdita di ammirazione. E’ quello che succede alla nostra Italia, bella, interessante, con una potenzialità enorme ma che sta seduta alla finestra in attesa che accada qualcosa sulla strada. Ma se non ci si muove, non si partecipa a niente. Noi abbiamo i prezzi elevati perché anche i titolari di azienda hanno dei costi elevati sia del personale che di gestione in generale. Non c’è alcun aiuto – nonostante le promesse – per gli investitori e per chi vuole lavorare nel turismo. Anzi, spesso ci si ritrova a combattere con lacci e lacciuoli che fanno parte della mentalità tortuosa degli italiani. Siamo burocrati nati e non siamo capaci di aiutare chi dà lavoro e produce ricchezza per il lavoro. Ma quando cambierà questa mentalità?
Grazie Sig. Emanuele per aver commentato e apprezzato il mio editoriale. Cordiali saluti
Caro Clemente, il tuo è diventato un appuntamento piacevole anche perché aggiungi sempre qualcosa a ciò che scrivo. La mia più grande preoccupazione è che non solo va male il settore di chi fa partire gli italiani per l’estero, ma anche quello che dovrebbe essere fiorentissimo: l’incoming. Evidentemente o non siamo capaci di far entrare valuta pregiata in Italia oppure qualcuno ritiene che “non ne abbiamo bisogno”!
No Giovanni, sono convinta che nessuno (fra chi può e deve provvedere a rimuovere il treno) si sia accorto che il treno è fermo. Ci si accontenta delle briciole quando possiamo avere tutta una “pagnotta” intera. Da noi manca chi abbia potere decisionale e, soprattutto, sia interessato realmente a ciò che accade in questo settore strategico e vitale per il paese.
Michele, devo darti una buona notizia. A breve, Trenitalia sposterà il binario del treno per l’aeroporto di Fiumicino nella prima fila e non più allo “sprofondo” come è ora. E’ capitato anche a me, la scorsa settimana di aver trovato i tapiroulant quasi tutti fermi. A parte la seccatura di metterci troppo per uscire dalla stazione, immagina che figurone abbiamo fatto nei confronti degli stranieri che portavano dei valigioni grandi come una casa.
Come non darti ragione?
Appunto, perché dobbiamo perderci in un bicchier d’acqua quando possiamo essere il numero uno in Europa?
Perché stiamo in Italia e in questo nostro paese si dà più importanza a cose che non hanno importanza piuttosto che ad un settore produttivo come il nostro.
Grazie Rosario, sicuramente non potevo scrivere che tutto va bene. I risultati sono sotto gli occhi di tutti con i suoi numeri impietosi. Non riusciamo neppure ad imparare da chi ci ha superato alla stragrande. Sapevi che la Germania è al secondo posto, dietro la Spagna, scalzando la Francia e l’Inghilterra, perché ha conquistato il mercato cinese? E non solo nel turismo, ma anche nel settore delle automobili! Ma noi non siamo capaci di apprendere da chi ci sa fare…e copiare.
Caro Antonio, sono anni che mi sento ripetere questa cosa. Purtroppo il tempo a mia disposizione è inesistente e, per ora, non posso pensare ad altro che al mio attuale lavoro. Però, mai dire mai! E grazie per essere il primo a seguirmi…
Cara Silvia, mi dispiace che tu sia in questo settore proprio nei suoi momenti peggiori. Ti auguro, come lo auguro a tutti i giovani con contratto a tempo determinato di vederlo trasformato a tempo indeterminato, perché significherebbe anche che il settore è in ripresa. Un caro saluto anche a te e alla tua meravigliosa città nella quale vengo abbastanza spesso: è unica e ricca di un fascino particolare sia in estate che in inverno.
Non lo dire a me. Se avessi 30 anni di meno forse non vivrei qui…
Grazie Carmen, anche a te auguro quanto scritto a Silvia. Anche Vicenza è molto bella e andrebbe valorizzata, cosa che non riscontro affatto.
Grazie e un saluto anche da me.
Siamo in tanti a pensarla allo stesso modo, ma perchè invece chi dovrebbe accorgersene per primo non lo fa? Parlo ovviamente delle alte sfere che dovrebbero mettere all’ordine del giorno una serie di interventi per valorizzare, riorganizzare e migliorare i trasporti, le infrastrutture perchè è vero che ormai “sole,pizza e mandolini!, da soli, non bastano più!
Vorrei essere nella testa di qualcuno “delle alte sfere” proprio per capire il perché di questo immobilismo. E’ da tanto tempo, ormai, che ciò che faceva leva sugli stranieri oggi non conta più. Ci vuole ben altro per attrarre i turisti. Ma da noi sembra una cosa complicatissima.
Cara Liliana,non mi perdo neanche uno dei suoi articoli e anche questa volta, purtroppo, devo dire che ha fatto un’altro ritratto preciso e veritiero di quella che è la realtà del ns.paese,ed ancora più calzante il paragone della ” bellissima donna con le calze rotte” nella risposta al commento del sig. Rino. Riuscirà la ns. Italia a tornare oltre che bellissima anche “intelligente e vistita di tutto punto”?
Concordo con quanto è stato detto sia da te Liliana che dai colleghi che hanno commentato il tuo sempre esaustivo editoriale. Rimango piuttosto sorpreso anche da un altro fattore che incide, a mio avviso, moltissimo su come il nostro paese si presenta agli occhi di un turista che lo visita. Parlo delle nostre infrastrutture e di come è collegato il nostro paese all’interno e all’esterno. Negli ultimi anni c’è stata una crescita esponenziale degli aeroporti, costruiti anche nelle città piu’ piccole, che hanno incentivato le compagnie aeree low cost con i collegamenti da e per l’Italia, ma vogliamo parlare dei treni e delle autostrade? Sono trent’anni che deve essere terminata la Salerno-Reggio Calabria, eppure è una strada che porta proprio verso luoghi turistici e di villeggiatura, oppure del tratto appeninico dell’A1, oppure ancora, dei lavori interminabili sul tratto per raggiungere Firenze. Immaginate un turista che arriva presso un qualsiasi aeroporto italiano, magari del centro nord e vuole andare verso il Sud Italia affittando una macchina. Che immagine avrà del nostro paese quando prenderà suddette autostrade? Vogliamo parlare della nostra linea ferroviaria? A parte qualche tratta ricoperta dai treni ad altissima velocità, non mi sembra che stiano messi proprio così bene… Ritardi a volte mostruosi, coincidenze che saltano, pulizia zero, binari e stazioni fatiscenti. Eppure un tempo moltissimi ragazzi prendevano questo mezzo per girare tutta l’Europa, il fantastico INTER-RAIL, chi di noi non lo ha fatto o pensato di farlo? Immaginate lo shock nel passare dai binari francesi o tedeschi o austriaci a quelli italiani. Purtroppo determinate cose non vengono considerate da chi dovrebbe prendere decisioni importanti e fare investimenti significativi nel nostro paese. Si preferisce adagiarsi sugli allori, farsi scudo del nostro patrimonio artistico e naturale, sapendo che è li e che nessuno può toccarlo. Ma, cari signori, è ovvio che, dove c’è noncuranza e malagestione, anche il piu’ bello dei patrimoni è sicuramente destinato alla rovina. Saluti da Bergamo.
Che cosa risponderti, Clara, se non che hai descritto l’altra nostra nota desolante del nostro paese: infrastrutture e collegamenti vari.
Vorrei riportare un piccolo esempio. Una decina di anni fa ero a Copenhagen e volevo andare a visitare il “Castello di Amleto” che si trova a una quarantina di minuti di auto dalla capitale danese. Ho preso il treno e sono rimasta impressionata dal fatto che avevano le carrozze divise per le esigenze dei viaggiatori. Una era dedicata a chi non voleva sentire rumori vari, cellulari compresi, un’altra a chi aveva i bambini, un’altra a chi viaggiava con la bicicletta al seguito, un’altra per chi, comunque, non era infastidito dai discorsi degli altri passeggeri. In ogni carrozza c’era il display con il tempo che si impiegava fra una fermata e l’altra e l’oraio di arrivo + veniva detto a voce il nome di ogni fermata! Eravamo sulla luna, rispetto a quello che avevamo (e ancora abbiamo) qui da noi. Ma quando ci arriveremo a tale livello di “civiltà”, aì, civiltà, perché quei treni non erano pensati per i turisti, ma per gli abitanti stessi. E non posso dimenticare neppure la gentilezza dell’impiegato che ci consigliava anche di prendere un carnet intero per l’andata e ritorno, anche se eravamo in 4 e i biglietti erano 10, perché avremmo risparmiato dei soldi. Proprio quello che avviene da noi! E poi ci vantiamo di essere un paese ospitale!
Io sono costretta a sottolineare un fattore di non poca importanza, ovvero il fatto di voler essere particolarmente ingordi di guadagno alzando le tariffe dei servizi in maniera spropositata, scoraggiando i tantissimi stranieri ad entrare nel nostro paese, oppure facendo pagare loro un prezzo troppo alto per ciò che viene loro offerto. Bisognerebbe, a mio avviso, anche trovare una soluzione a quest’altro problema o piaga tipica dell’atteggiamento italiano nel fare business. un caro saluto a tutti e buon fine settimana
Cara Liliana, nelle tue risposte ho letto che la Germania è al secondo posto per arrivi di turisti in Europa e questo mi ha fatto rimanere di stucco. Ma è proprio vero? Per carità, la Germania è bellissima, ma sicuramente non ha le ricchezze e la storia antica che abbiamo noi in Italia. E poi leggo che si sono “presi” il mercato cinese, potenzialmente il più numeroso del mondo. E noi? Perché non abbiamo puntato anche noi su questo mercato? Perché ci ritroviamo ad fare la “ruota di scorta” di altre nazioni che sanno vendere benissimo ciò che possiedono? Con tutta la buona volontà non riesco proprio a capire perché noi, tanto furbi e intelligenti, abbiamo dimostrato che nel turismo non siamo né l’uno né l’altro. Cordiali saluti
Mi domando soltanto di questo passo dove andremo a finire. A proposito, anche un altro importante operatore italiano, Sprintours, ha chiuso i battenti. Ho un grande dispiacere per il titolare ma soprattutto per tutti i dipendenti, che immagino numerosi, che si ritrovano senza lavoro in un momento bruttissimo per il turismo.
Chi avrà bisogno di loro se i T.O. chiudono e anche le piccole agenzie, se non chiudono, ridimensionano il personale. Che tristezza cara Sig.ra Comandè. Speriamo che qualcosa cambi in questo nostro paese perché così è destinato a fare la fine della Grecia.
Ma perchè, la ns. Metro, quella di Roma, ha qualcosa da invidiare ai mezzi pubblici di Copenaghen? Anche qui le carrozze sono divise per chi gradisce i cattivi odori e chi no! Che tristezza.
Un saluto a lei e ai colleghi che tutti i giorni hanno il timore di perdere il lavoro.
Cara Silvia, anch’io sono d’accordo che le nostre tariffe, in alcuni casi, sono troppo elevate per il rapporto qualità-prezzo, ma noi abbiamo anche un altro grosso problema: quello della destagionalizzazione. Il nostro mare si vende per 3/4 mesi al massimo – e tutti ci vogliono andare in agosto. Ci sono paesi, nostri competitori, che riescono a tenere aperte le strutture al mare anche in pieno inverno puntando sul turismo per la terza età, un turismo che porta soldi nei periodi di solito morti.
Molti dei nostri pensionati, così come quelli stranieri, trascorrono 15 giorni in Spagna, a Torremolinos e altre località, divertendosi con le escursioni, passeggiate, tornei. Noi abbiamo il Sud che potrebbe benissimo attrarre lo stesso mercato. Perché non è così? Chi dovrebbe pensare a promuovere il turismo della terza età per farlo venire o restare in Italia, nelle zone più calde anche in inverno? Il pubblico e il privato, ma non è così e tutto…passa altrove.
Caro Danilo, cosa dirti, questa è la nuda e cruda realtà dei fatti. Ma quando i nostri politici vanno in missione all’estero, anche in Cina, di che cosa parlano? Del tempo? Di come stanno le rispettive famiglie? A volte ho questa impressione perché mi sembra che, a conti fatti, tornano sempre con un pugno di mosche in mano.
Non la vedo molto bene cara Rossella. Speriamo prorpio di non fare la fine della Grecia, anche se qualche timore c’è…
No, Pamela, prendendola tutti i giorni direi che tutte le carrozze ormai sono tutte uguali: puzzolenti allo stesso modo!
Anche io ho trascorso,non 10 anni fa, ma il mese scorso, un fantastico week end a Copenaghen e le confermo che nulla è cambiato, anzi solo migliorato. E’ un vero piacere girare la città con i mezzi pubblici e capirà che il rientro in Italia, con i relativi paragoni, è stato veramente “imbarazzante”. Se ha fatto questo effetto a me che ho notato le grosse differenze in soli 3 giorni, che possono pensare gli stranieri abituati a questo standard?
Carissima Liliana, sono un’albergatrice della Calabria e può ben immaginare quanto il problema dei trasporti, infrastrutture e collegamenti ci stia a cuore. Nonostante il ns mare fantastico siamo MOLTO penalizzati rispetto ad altre regioni, che magari, hanno il mare meno bello ma spiagge più attrezzate e curate e sono più accessibili e ben collegate rispetto alla nostra bella Calabria. Con un maggior impegno e sforzo delle autorità si potrebbe fare molto ma siamo in Italia! Grazie per i suoi articoli sempre coraggiosi e illuminanti. Un saluto dal Sud.
Buonasera sig.ra Liliana,lei si che non “si fa passare la mosca sotto al naso”, sempre presente e pronta a mettere in luce le magagne che ahimè affliggono il settore del turismo e non solo. Complimenti. Tanti saluti da Reggio Emilia
Bravissima Liliana, come sempre fai centro! Io mi accodo al lettore di prima che ti vorrebbe come portavoce di qualche associazione di categoria oppure come fondatrice di una nuova, visto che quelle gia’ esistenti spesso sono …mute. Un saluto da Verona
Vogliamo parlare anche delle associazioni di delinquenti che si creano qui in sicilia? Come se non bastasse una burocrazia infinita ci si mettono anche loro a rovinare il nostro spirito di impresa. Strade fatiscenti o inesistenti, aeroporti che funzionano malissimo, treni non ne parliamo, ma che dobbiamo fare? Iniziare a lottare contro i mulini a vento? Questo no, spero si riesca a trovare una soluzione. Saluti
Gentilissima signora Comandè, sono un vostro carissimo socio (iscritto regolarmente all’Interline International Club) che è appena tornato da un viaggio, prenotato con voi, a Parigi. La città è stupenda e tornare dopo 5 giorni passati benissimo è stato veramente un trauma. Mettere piede nella metropolitana di Roma, dopo aver visto quella di Parigi, è stato un incubo per me!!!
Grazie ancora…