Della scioccante inchiesta di Report “La Divina Provvidenza” sull’ospedale San Raffaele e il suo fondatore Don Verzè andata in onda domenica sera, c’è un pezzo che a noi di ECPAT ha lasciato senza fiato: il giro di prostituzione minorile nei retroscena degli affari del San Raffaele in Brasile. Quando il giornalista Alberto Nerazzini chiede a Luigi Garziera (http://www.youtube.com/watch?v=uxF9UdEd-UE intorno al minuto 8), socio di Don Verzè in Brasile, “quando è l’ultima volta che hai sentito Mario Cal”, braccio destro di Don Verzè, suicidatosi lo scorso 18 luglio, si apre uno spaccato di crimine e miseria.
Garziera afferma che se avesse potuto suggerire a Cal qualcosa, nei giorni di grande turbamento che hanno preceduto il suicidio, gli avrebbe consigliato di stare tranquillo e di andare a spassarsela in Brasile “dove di ragazzine di 14-16 anni” da portare a letto pagando ce ne sono tantissime. Perchè “qua in Brasile è così, poverine c’è mica niente”. Shock ma non più stupore perché chi sa di commettere un reato come questo signore, facendo leva sulla miseria delle ragazzine, spesso vuole far credere anche di aiutare i bambini.
I motivi che inducono i clienti, anche stranieri, ad andare in cerca di sesso con bambini e adolescenti in altri Paesi sono: la parvenza di anonimato e impunità; la ricerca di nuove esperienze, classico di un ”consumismo sessuale”; la discriminazione che sconfina nel razzismo; la difficoltà nello stabilire rapporti paritari con le donne; la falsa credenza che fare sesso con bambini sia a minor rischio AIDS. Sarebbero 500mila le vittime della prostituzione minorile in Brasile. In merito al Turismo sessuale con bambini, gli italiani sono sul podio insieme a portoghesi e tedeschi nelle città a nord-est, come Recife, Natal, Fortaleza.
ECPAT chiede che si faccia luce sulla vicenda, perchè un’autodenuncia come quella di Luigi Garziera, non può cadere nel vuoto. Comprare sesso da minori di 18 anni è reato. Chiediamo per questo che le Forze di Polizia svolgano un’indagine su questo personaggio.
